In attacco il ruolo di punta centrale viene affidato a Luis Enrique che ripaga la fiducia al minuto 15 ribadendo in rete una bella palla dalla destra.
La partita sembra già indirizzata sui giusti binari per gli amaranto che però hanno il demerito di non chiuderla.
Clamorosa l'occasione capitata sulla testa di Cesarini verso il tramonto della prima frazione: girata a botta sicura da tre passi ma palla che viene intercettata da un riflesso felino dell'estremo fiorentino.
Si va al riposo in vantaggio di una rete col Figline che appare innocuo e sottomesso.
Al rientro in campo però, il Livorno è latitante.
La squadra di Favarin, invece di affondare i colpi, trascorre il resto della partita a tessere una trama inspiegabile di corti passaggi lasciando l'iniziativa ai giallo blu.
La beffa arriva a tempo scaduto quando il Figline pareggia trasformando in rete un generoso rigore concesso dall'arbitro.
Gigantesca occasione sprecata dagli amaranto che non riescono a fare il salto di qualità che tutti si attendono.
Nel frattempo, sugli spalti, la curva Nord prende una posizione decisa ed inequivocabile nei confronti del proprietario Esciua: sarà scontro duro fino al termine della stagione ed oltre.
I tifosi più caldi, l'anima del sostegno alla squadra, definiti "Minoranza rumorosa" dal presidente, non perdonano a quest'ultimo una serie di episodi inqualificabili che hanno creato una frattura insanabile tra le due parti.
Dalle bandiere palestinesi maldigerite, alle foto scattate ai presenti allo stadio con fini intimidatori, alla gigantografia della curva distrutta nella pancia del Picchi. Atteggiamenti e gesti che hanno di fatto allontanato molti appassionati dallo stadio e smorzato l'entusiasmo che si andava pian piano ricreando attorno alla neonata Unione.
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