piazza ha scritto: ↑mar 30 gen 2024, 8:33
E' chiaro che ad un investitore gli devi dare qualcosa su cui investire.
L'errore che non dobbiamo fare è pensare che Livorno sia l'unica città dove ci sono certe dinamiche, perchè basta vedere Firenze e pisa, per farti due nomi delle sole altre due città toscane di una certa importanza e te ne accorgi.
Noi c'abbiamo uno che un c'ha mille e che ancora un c'ha capito un cazzo di come si gestisce una società, ma gente come Commisso e Knaster, in serie A e B, non riescono a fà quello che vorrebbero, per gli stessi problemi che c'abbiamo anche noi.
Il Viola Park l'hanno fatto fuori comune, lo stadio non glielo fanno fà e si sono inventati la ristrutturazione del Franchi perchè così' c'hai i finanziamenti pubblici; a pisa il progetto dello stadio fra un poino mòre di vecchiaia e ner frattempo quello che c'è gli casca sur groppone.
Come diceva Naldo, quello che però deve esse chiaro è che te sei il Livorno...non importa se c'hai la miseria, se sei in serie D, se la città è in crisi...è un discorso di tradizione del pallone, di importanza sempre nel panorama calcistico e anche storia del tifo.
Quello che è inammissibile per me è guardare a modelli di paese...se la Pianese ha fatto un campionato di C nella sua storia come massimo risultato, un mi sembra che ci sia tanto da guardà loro come fanno le 'ose.
Te devi trovà uno coi vaini e le ambizioni, che ti faccia partì un progetto sulle infrastrutture e sul settore giovanile, ma per beneficiarne dopo, non ora.
Dalla serie D, ma anche dalla C, ci esci coi marpioni non con i ragazzetti...quelli eventualmente ti servono per affiancare la gente che ti deve portà su di peso.
Per carità, che in Italia sia impossibile investire, soprattutto se si viene dall'estero, è fattuale. Anche uscendo dalla Toscana, Platek a La Spezia sta incontrando le stesse difficoltà, idem le società straniere delle milanesi e della Roma. Io, però, noto delle differenze: prima di arrivare al sostanziale insabbiamento dei vari progetti immobiliari (stadio, centro sportivo, ecc.), gli investimenti sul comparto sportivo sono stati fatti abbastanza seriamente e senza lesinare sulle spese. Insomma, le proprietà, pur essendo chiaramente subentrate in quei posti per perseguire secondi fini, hanno almeno provato a fare calcio seriamente (Spezia promosso in A, Venezia promosso in A e due anni dopo squadra per risalire, Pisa promosso in B e a un soffio dalla A, Fiorentina finalista di Conference League, Roma vincitrice della Conference League, Milan scudetto, Inter scudetto, coppe e finale di Champions; ovviamente con tutti i doverosi distinguo tra una piazza e l'altra).
Mi rendo conto che anche Catania e Palermo, come la Roma e le milanesi, siano esempi fuorvianti, perché sono città molto più grandi e quant'altro, ma Trapani?
Qui a Livorno, invece, si manifestano solo soggetti inadeguati o peggio.
La mia personalissima opinione è che, rispetto ad altre realtà, qui il clima sia ancora più paludoso e incancrenito, (non solo, ma) anche per una serie di fattori storici di cui ho già avuto modo di parlare.
A ciò si aggiunga che la città, rispetto a molte altre, è in decadenza economica e demografica verticale da almeno quindici anni, ma facciamo anche venti, e continua, cionostante, a raccontarsi di essere ciò che era negli anni '80 e '90, complice un ricambio generazionale estremamente rallentato, anche rispetto alla media di un Paese complessivamente in difficoltà su questo punto.
Insomma, io la vedo bigia e non credo sia solo questione di culo. Non sto dicendo di fare come la Pianese, anzi, sono sempre stato dell'idea che scimmiottare questo o quel modello non parti mai a niente di buono, a meno che non si parli di modelli come l'Empoli; piuttosto, cerco di interrogarmi sulle cause di questa situazione.
Quello che so è che, se avessi un gruppo di società che fattura anche 150 o 200 milioni di euro, non verrei mai a Livorno, perché non sarei disposto a farmi dettare l'agenda da cricche e consorterie che, forti di un dominio incontrastato ormai secolare, mi impedirebbero di fare ciò che voglio, magari dovendo accontentare anche un altro tipo di gruppo di interesse, che non menzionerò per evitare querele. La città è prigioniera di sé stessa e, in tutta onestà, non saprei proprio come liberarla, tanto più che dubito che Elon Musk o Bill Gates siano interessati.