Bravo, hai centrato il punto.
Sennò si ritorna a esempi di 30 anni fa. Se c’è un gioatore con la testa rasata e il tatuaggio del duce sul braccio lo devo tifà se scende in campo ma contestà fuori dal campo? E se quello accanto a me in curva c’ha la testa rasata e la croce celtica sul petto ci devo cantà insieme “noi siamo quelli della nord?” ma fuori dallo stadio mostrargli il mio dissenso? Vale anche al contrario. E qual è il confine? Il cancello d’ingresso? I tornelli? Il ponticello sopra il rio Ardenza?
Dove c’è una comunità di persone (scuole, sport, fabbrica, ufficio, bar, ecc) c’è la politica. Punto. Poi sta alla gente scegliere come viverla e dove schierarsi.
Tutto il resto so discorsi del cazzo fatti da chi ha interessi a farli.