Mi sa che te non hai ancora inquadrato bene il soggetto.Alessà73 ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 13:50 Vi ho letto e c'è del malcontento ovviamente, però noi abbiamo la necessità di venirne fuori da questo incubo chiamato serie D. Piangersi addosso è da perdenti come anche non fare un passo verso la nostra bandiera, volendo anche ingoiando un boccone amaro. Io non dico di leccare o prostrarsi al presidente, ci mancherebbe però siamo chiamati a un gesto d'amore nei confronti del Livorno. Bisognerebbe chiedere un confronto tutti insieme, dal presidente al rappresentante della Nord, a quello dei club, tutti. Chiaramente le idee politiche, religiose ed altro, siamo liberi di esprimerle da ambo le parti e non è necessario essere d'accordo per forza. Parlando del Livorno calcio invece, dobbiamo trovare un punto di intesa, dove la società non può, non deve, snobbare il tifo. E i tifosi non devono andare contro la società, li sta il punto d'intesa, lottare per venire su dalla serie D. Personalmente non mi deve stare simpatico il presidente, a me interessa che il mio Livorno vinca e prenda forma, dalle giovanili in su. Sennò risiamo un altra volta a concentrarsi a offendere il presidente e non si fa nulla per il bene del Livorno, nemmeno Esciua ovviamente. Anche basta, ci vuole maturità, va invogliato a rimediare a errori di mercato per poter provare a vincere. Le nostre idee religiose, politiche e altro, sono importanti, importantissime e le continueremo a esprimere con rispetto per tutti. Se poi io che sono seduto accanto a uno che la pensa diverso da me....lo accetto, come Livorno ha sempre accettato tutti, basta che non sei Pisano..... Favarin è l'eccezione che cammina sul filo
Ragazzi conta solo il bene del Livorno.
Esciua do Brazil
- Stenterello 2
- Messaggi: 1541
- Iscritto il: ven 2 dic 2022, 17:38
Re: Esciua do Brazil
BER MI' PIANO B
Re: Esciua do Brazil
Con la tua motivazione mi trovi d'accordo su tutto, ma poi appurato che è come dici te, che vuoi fare? Ti fermi e basta, non si fa più tifo, non si va allo stadio? Io a tifare Juventus un mi ci vedo o qualsiasi altra squadra, io son di Livorno. Quindi credo che quantomeno si rivoglia il nostro amato Livorno fra i professionisti, di conseguenza bisogna andare oltre certi ostacoli ed essere maturi. Alla fine ci si guadagna noi, evitiamo di farci male da soli. L'ho detto va trovata un intesa, un coinvolgimento tifo/società, un ripartire da zero, certo non si dimentica niente, ma per necessità virtù, si deve andare avanti.piazza ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 13:59 Ti dirò: quando arrivò Toccafondi io ero contrario e mi sembrava una presa di ‘ulo, ma poi col tempo l’ho rivalutato, anche se poi l’impressione che c’avevo sul discorso dei risultati che per me non sarebbero arrivati, alla fine era stata giusta.
Però proprio per via di chi ci aveva messo la ghigna, non ultimi proprio il sindaco e anche Cristiano che erano una bella garanzia, con Igor in società, alla fine ho dato fiducia e devo dire che per come concepisco il Livorno io, alla fine il Tocca l’ho rivalutato sin da subito.
Il discorso con Esciua però è stato diverso: a parte i ciaccioni che scesero da un carro per salire su un altro, mi pare che nessuno abbia garantito per lui…a parte il sindaco che secondo me l’ha buttata di fóri…e il discorso di Igor grida ancora vendetta.
Quindi la colpa non è della piazza, ma che c’è pieno di babbei che non vedono un cazzo quando succedono le cose e ci arrivano dopo mesi se non anni (quando ci arrivano) è lampante…e purtroppo questo è un problema.
Ripeto: dopo anni di prese di ‘ulo è inconcepibile che ci sia chi dona targhe e fa cene a uno che ancora non ha fatto un cazzo.
Tutto lì.
Re: Esciua do Brazil
Torniamo a parlare del consiglio dei saggi di Agosto 2021, o casting come qualcuno l'ha voluto chiamare, ma che forse rende meglio l'idea. Io sono dell'opinione che saggi o non saggi, il discorso è che devi scegliere tra quelli che si presentano come candidati. E li x lì anch'io quando fu scelto Toccafondi pensavo fosse uno scherzo, solo successivamente dopo aver capito il progetto che c'era dietro, e che lui sarebbe stato un traghettatore, ho capito che fosse la scelta migliore, e non mi vergogno a dire che lo preferirei ancora oggi alla società attuale.
La cosa che mi lascia parecchio perplesso è che furono spese belle parole e elogi già all'epoca per Esciua, e adesso mi domando: sulla base di cosa?
Fatto stà che quando Toccafondi ha più o meno esplicitamente comunicato che avrebbe passato la mano, qualcuno (io presumo Salvetti, o forse chi era già dentro come Fernandez), sono andati ad offrire la società a Esciua, senza domandarsi se era davvero il profilo giusto per noi (sempre che ci fosse stata un'alternativa).
La cosa che mi lascia parecchio perplesso è che furono spese belle parole e elogi già all'epoca per Esciua, e adesso mi domando: sulla base di cosa?
Fatto stà che quando Toccafondi ha più o meno esplicitamente comunicato che avrebbe passato la mano, qualcuno (io presumo Salvetti, o forse chi era già dentro come Fernandez), sono andati ad offrire la società a Esciua, senza domandarsi se era davvero il profilo giusto per noi (sempre che ci fosse stata un'alternativa).
Re: Esciua do Brazil
Il soggetto, ok, Esciua, va portato a dialogare con il tifo e in maniera educata, civile va indirizzato a cambiare alcune cose, per il bene del Livorno. Magari anche il tifo farà la sua parte, questa si chiama intesa. Togliamo il malumore da tutti che serve solo a perdere. Bimbi va fatto, quando c'è da combattere non mi tiro mai indietro se è per il bene del Livorno. Però poi c'è anche da dare una mano e il Livorno adesso è in difficoltà e noi abbiamo l'obbligo, comanda il cuore, di fare qualcosa. Secondo me, quel qualcosa è ricucire uno strappo che si fa prestissimo a ritenerlo irrisolvibile ma così non ci si guadagna niente. Bisogna provarci, iniziamo a chiedere un bel confronto, non può negarlo, si può fare anche pubblico, aperto a tutti. Un punto zero da cui ripartire, dove magari noi chiediamo più notizie rispetto ad oggi quasi assenti, chiediamo di essere più parte integrante proprio come tifosi, alla squadra. Via il malessere, qui c'è da vincere.Stenterello 2 ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 14:51 Mi sa che te non hai ancora inquadrato bene il soggetto.
Re: Esciua do Brazil
Io allo stadio ci sto andando e continuerò ad andarci, guardo la partita e tifo 90 minuti.Alessà73 ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 15:05 Con la tua motivazione mi trovi d'accordo su tutto, ma poi appurato che è come dici te, che vuoi fare? Ti fermi e basta, non si fa più tifo, non si va allo stadio? Io a tifare Juventus un mi ci vedo o qualsiasi altra squadra, io son di Livorno. Quindi credo che quantomeno si rivoglia il nostro amato Livorno fra i professionisti, di conseguenza bisogna andare oltre certi ostacoli ed essere maturi. Alla fine ci si guadagna noi, evitiamo di farci male da soli. L'ho detto va trovata un intesa, un coinvolgimento tifo/società, un ripartire da zero, certo non si dimentica niente, ma per necessità virtù, si deve andare avanti.
Quello che non farò mai è tapparmi l'occhi e farmi andà bene uno che da quando è venuto ha fatto di tutto per fassi prende sui coglioni e oltretutto un ha fatto nemmeno un decimo di vello che aveva stronfiato ai 4 venti.
C'è differenza fra chiavà Belen e pensà di chiavà Belen: io trombo Belen, quell'artri trombano Gegia.
- pottineamorte
- Messaggi: 1706
- Iscritto il: lun 18 gen 2021, 23:32
Re: Esciua do Brazil
Su Toccafondi non dico nulla, perché mi sono già espresso in passato e, allo stato attuale, non ha senso mettersi a rivangare più di tanto.
Venendo al discorso generale e alla domanda che avete posto in molti, riassumibile con "Ma cosa cazzo abbiamo che non va, qui a Livorno? Perché certe situazioni capitano solo a noi?", premesso che, come diceva Piazza, non è vero che succedono solo qui, per me la questione è la seguente.
Livorno è una città di provincia in piena decadenza economica, sociale e demografica, governata da cento anni dalla stessa parte, tolta una breve quanto infelice parentesi. Lasciate stare il colore politico, non è quello il punto, ma sta di fatto che è così. Non sto dicendo che solo qui funzioni in questo modo, ma è di Livorno che stiamo parlando. In un contesto simile, quando l'amministrazione locale è più simile a un feudo medievale che a un moderno comune europeo, dal momento che è sempre stata quella, al di là dei cambiamenti di nome e di simbolo, è inevitabile che si creino dei rapporti di convivenza tra potere politico e potere economico un po' "particolari", se mi passate il termine. Nulla di illecito, nulla di illegale, però è così, lo sappiamo tutti: a Livorno, piaccia o no, lavorano sempre gli stessi e i vaini li fanno girare sempre gli stessi.
Ora, sappiamo tutti che il mondo del calcio è una giungla, popolata da avventurieri, banditi e filibustieri di ogni genere; gli imprenditori solidi e "seri" che, nel 2023, decidono di avventurarvisi sono pochissimi, perché il calcio è un affare in perdita per definizione e l'esigenza di abbattere un po' di imponibile non basta (più) a sostenere certi rischi. Ho detto nel 2023 non a caso, perché il mondo è cambiato, c'è una crisi economica costante da quindici anni e nessun soggetto serio ha più la voglia o la forza di svenarsi per un giocattolo così costoso e pericoloso. Se ci si limita all'Italia, le società solide fanno riferimento a realtà medio-piccole e appartengono a imprenditori non solo solidi, ma anche dotato di una "visione", di un progetto ben definito. In soldoni, gente che non si limita a buttare vaini, ma che lo fa con competenza. Atalanta e, soprattutto, Sassuolo e Monza sono l'esempio più lampante. Le ultime due sono città piccole, piazze con pochissima storia e con ancora meno pressione, dove la società ha investito tanto e ha sposato una visione chiara, tanto sul campo quanto fuori dal campo. Empoli è un altro esempio, lì la vecchia gestione padronale si è evoluta in un approccio più manageriale, soprattutto con riferimento alle strutture e alle giovanili, perché solo così una società del genere può sopravvivere a certi livelli a lungo e senza fare la botta. Prendere una società professionistica così, tanto per vivacchiare alla giornata, non usa più, per i motivi che dicevo sopra. Gestioni come quella del genovese si fanno sempre più rare, complice anche l'arrivo in massa di proprietà straniere, spesso costituite da fondi d'investimento, il cui modus operandi è completamente diverso.
Vengo finalmente al punto. Senza scomodare Bill Gates o Jeff Bezos, mi metto nei panni di un investitore solido, danaroso e serio che, per qualche motivo, vuole entrare nel mondo del calcio.
Di sicuro, lo farei per guadagnarci e per far fruttare l'investimento, quindi cercherei una piazza dove rilanciare le giovanili e dove investire in maniera cospicua sulle strutture (stadio, centro sportivo, ecc.). Magari mi accorgerei che Livorno fa al caso mio, mi avvicinerei all'attuale proprietario e all'amministrazione cittadina ed esporrei i miei progetti, ma poi mi ritroverei di fronte a un sistema che non potrei piegare. Mi sentirei dire che, se voglio fare lo stadio, devo mettere in mezzo Tizio, che per il centro sportivo devo lavorare con Caio, che per i campi delle giovanili devo per forza sentire Sempronio, che per la gestione dello stadio non posso prescindere da un altro Tizio e da un altro Caio, che in società ci devo mettere un altro Sempronio, e così via, altrimenti mi attacco.
Ecco, io, a quel punto, farei un bel pernacchione a Livorno e andrei a investire, che so, a Savona o a Grosseto, perché, quando si tratta di vaini, il fatto che Livorno non cai nemmeno Savona e Grosseto passa inevitabilmente in secondo piano.
Purtroppo, come disse tempo fa Gozzata (anche se riferendosi ad altro, credo), Livorno è vittima di sé stessa da sempre, perché si regge su un sistema che va avanti da decenni e che coinvolge tutti i gangli della città, non solo del calcio. Poi ci sarebbero altre cose da dire, anche con riferimento alla piazza nel senso calcistico del termine, perché ci sono molti più abbocconi di quanto si voglia ammettere e non mi riferisco solo a chi si è pisciato addosso per il brasiliano, ma anche a chi si è fatto andare bene qualsiasi cosa della precedente gestione (perché tanto c'era Igor nella dirigenza e le garanzie erano "pese") e, prima ancora, a chi ha difeso fino all'ultimo le nefandezze del ligure, arrivando ad addossare ai critici la colpa del fallimento e della sparizione nei dilettanti.
Mio parere personale, sicuramente semplicistico, ma la vedo così.
Venendo al discorso generale e alla domanda che avete posto in molti, riassumibile con "Ma cosa cazzo abbiamo che non va, qui a Livorno? Perché certe situazioni capitano solo a noi?", premesso che, come diceva Piazza, non è vero che succedono solo qui, per me la questione è la seguente.
Livorno è una città di provincia in piena decadenza economica, sociale e demografica, governata da cento anni dalla stessa parte, tolta una breve quanto infelice parentesi. Lasciate stare il colore politico, non è quello il punto, ma sta di fatto che è così. Non sto dicendo che solo qui funzioni in questo modo, ma è di Livorno che stiamo parlando. In un contesto simile, quando l'amministrazione locale è più simile a un feudo medievale che a un moderno comune europeo, dal momento che è sempre stata quella, al di là dei cambiamenti di nome e di simbolo, è inevitabile che si creino dei rapporti di convivenza tra potere politico e potere economico un po' "particolari", se mi passate il termine. Nulla di illecito, nulla di illegale, però è così, lo sappiamo tutti: a Livorno, piaccia o no, lavorano sempre gli stessi e i vaini li fanno girare sempre gli stessi.
Ora, sappiamo tutti che il mondo del calcio è una giungla, popolata da avventurieri, banditi e filibustieri di ogni genere; gli imprenditori solidi e "seri" che, nel 2023, decidono di avventurarvisi sono pochissimi, perché il calcio è un affare in perdita per definizione e l'esigenza di abbattere un po' di imponibile non basta (più) a sostenere certi rischi. Ho detto nel 2023 non a caso, perché il mondo è cambiato, c'è una crisi economica costante da quindici anni e nessun soggetto serio ha più la voglia o la forza di svenarsi per un giocattolo così costoso e pericoloso. Se ci si limita all'Italia, le società solide fanno riferimento a realtà medio-piccole e appartengono a imprenditori non solo solidi, ma anche dotato di una "visione", di un progetto ben definito. In soldoni, gente che non si limita a buttare vaini, ma che lo fa con competenza. Atalanta e, soprattutto, Sassuolo e Monza sono l'esempio più lampante. Le ultime due sono città piccole, piazze con pochissima storia e con ancora meno pressione, dove la società ha investito tanto e ha sposato una visione chiara, tanto sul campo quanto fuori dal campo. Empoli è un altro esempio, lì la vecchia gestione padronale si è evoluta in un approccio più manageriale, soprattutto con riferimento alle strutture e alle giovanili, perché solo così una società del genere può sopravvivere a certi livelli a lungo e senza fare la botta. Prendere una società professionistica così, tanto per vivacchiare alla giornata, non usa più, per i motivi che dicevo sopra. Gestioni come quella del genovese si fanno sempre più rare, complice anche l'arrivo in massa di proprietà straniere, spesso costituite da fondi d'investimento, il cui modus operandi è completamente diverso.
Vengo finalmente al punto. Senza scomodare Bill Gates o Jeff Bezos, mi metto nei panni di un investitore solido, danaroso e serio che, per qualche motivo, vuole entrare nel mondo del calcio.
Di sicuro, lo farei per guadagnarci e per far fruttare l'investimento, quindi cercherei una piazza dove rilanciare le giovanili e dove investire in maniera cospicua sulle strutture (stadio, centro sportivo, ecc.). Magari mi accorgerei che Livorno fa al caso mio, mi avvicinerei all'attuale proprietario e all'amministrazione cittadina ed esporrei i miei progetti, ma poi mi ritroverei di fronte a un sistema che non potrei piegare. Mi sentirei dire che, se voglio fare lo stadio, devo mettere in mezzo Tizio, che per il centro sportivo devo lavorare con Caio, che per i campi delle giovanili devo per forza sentire Sempronio, che per la gestione dello stadio non posso prescindere da un altro Tizio e da un altro Caio, che in società ci devo mettere un altro Sempronio, e così via, altrimenti mi attacco.
Ecco, io, a quel punto, farei un bel pernacchione a Livorno e andrei a investire, che so, a Savona o a Grosseto, perché, quando si tratta di vaini, il fatto che Livorno non cai nemmeno Savona e Grosseto passa inevitabilmente in secondo piano.
Purtroppo, come disse tempo fa Gozzata (anche se riferendosi ad altro, credo), Livorno è vittima di sé stessa da sempre, perché si regge su un sistema che va avanti da decenni e che coinvolge tutti i gangli della città, non solo del calcio. Poi ci sarebbero altre cose da dire, anche con riferimento alla piazza nel senso calcistico del termine, perché ci sono molti più abbocconi di quanto si voglia ammettere e non mi riferisco solo a chi si è pisciato addosso per il brasiliano, ma anche a chi si è fatto andare bene qualsiasi cosa della precedente gestione (perché tanto c'era Igor nella dirigenza e le garanzie erano "pese") e, prima ancora, a chi ha difeso fino all'ultimo le nefandezze del ligure, arrivando ad addossare ai critici la colpa del fallimento e della sparizione nei dilettanti.
Mio parere personale, sicuramente semplicistico, ma la vedo così.
Re: Esciua do Brazil
Bravo pottine. Hai descritto perfettamente la realtà livornese. In più aggiungo che tanti che hanno ruoli decisionali o un certo peso politico/economico si dimostrano ben poco vicini al Livorno quando ci sono certi meccanismi: i vari Tizio, Caio e Sempronio, quando non riescono a mettere le mani nell' affare preferiscono farlo naufragare, anche se a rimetterci è il Livorno. E infatti non vedo luci in fondo al tunnel. Stando così le cose, se anche il brasiliano passasse la mano, verrebbe un altro del suo stampo e del suo livello. L' unico cambiamento che potrebbe sparigliare le carte in tavola è la darsena Europa, ma i tempi sono lunghi e le certezze poche
Re: Esciua do Brazil
Di sicuro il presidente non si sta comportando bene, detto questo va fatto il bene della squadra e cosa importante.... Io non trombo Belen ma mi garberebbe.... mi sa che un trombo nemmeno Gegia.piazza ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 15:35Io allo stadio ci sto andando e continuerò ad andarci, guardo la partita e tifo 90 minuti.Alessà73 ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 15:05 Con la tua motivazione mi trovi d'accordo su tutto, ma poi appurato che è come dici te, che vuoi fare? Ti fermi e basta, non si fa più tifo, non si va allo stadio? Io a tifare Juventus un mi ci vedo o qualsiasi altra squadra, io son di Livorno. Quindi credo che quantomeno si rivoglia il nostro amato Livorno fra i professionisti, di conseguenza bisogna andare oltre certi ostacoli ed essere maturi. Alla fine ci si guadagna noi, evitiamo di farci male da soli. L'ho detto va trovata un intesa, un coinvolgimento tifo/società, un ripartire da zero, certo non si dimentica niente, ma per necessità virtù, si deve andare avanti.
Quello che non farò mai è tapparmi l'occhi e farmi andà bene uno che da quando è venuto ha fatto di tutto per fassi prende sui coglioni e oltretutto un ha fatto nemmeno un decimo di vello che aveva stronfiato ai 4 venti.
C'è differenza fra chiavà Belen e pensà di chiavà Belen: io trombo Belen, quell'artri trombano Gegia.
- SimonedaPraga
- Messaggi: 1057
- Iscritto il: lun 18 gen 2021, 22:03
- Località: Repubblica Ceca
Re: Esciua do Brazil
Ale, ma lo sai benissimo anche te che Cianciua non ha problemi a fare incontri, sparare la supercazzola, promettere dumilacose e poi fare l’opposto o comunque molto meno.
A proposito…..una domandina a Cianciua se ci legge:
“E’ da 8 giornate che hai il prodotto finito, o come mai non abbiamo ancora lo sponsor? Ricordati che nel commercio funziona il rapporto domanda-offerta e alla fine il valore/qualita’ del prodotto e’ quello che conta per il prezzo finale. Ma quanti vaini vuoi per mettere uno sponsor?”
A proposito…..una domandina a Cianciua se ci legge:
“E’ da 8 giornate che hai il prodotto finito, o come mai non abbiamo ancora lo sponsor? Ricordati che nel commercio funziona il rapporto domanda-offerta e alla fine il valore/qualita’ del prodotto e’ quello che conta per il prezzo finale. Ma quanti vaini vuoi per mettere uno sponsor?”
Re: Esciua do Brazil
Pottine, hai espresso alla perfezione quello che è anche il mio pensiero e, anche se mi duole dirlo, le cose non cambieranno mai.pottineamorte ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 15:45 Su Toccafondi non dico nulla, perché mi sono già espresso in passato e, allo stato attuale, non ha senso mettersi a rivangare più di tanto.
Venendo al discorso generale e alla domanda che avete posto in molti, riassumibile con "Ma cosa cazzo abbiamo che non va, qui a Livorno? Perché certe situazioni capitano solo a noi?", premesso che, come diceva Piazza, non è vero che succedono solo qui, per me la questione è la seguente.
Livorno è una città di provincia in piena decadenza economica, sociale e demografica, governata da cento anni dalla stessa parte, tolta una breve quanto infelice parentesi. Lasciate stare il colore politico, non è quello il punto, ma sta di fatto che è così. Non sto dicendo che solo qui funzioni in questo modo, ma è di Livorno che stiamo parlando. In un contesto simile, quando l'amministrazione locale è più simile a un feudo medievale che a un moderno comune europeo, dal momento che è sempre stata quella, al di là dei cambiamenti di nome e di simbolo, è inevitabile che si creino dei rapporti di convivenza tra potere politico e potere economico un po' "particolari", se mi passate il termine. Nulla di illecito, nulla di illegale, però è così, lo sappiamo tutti: a Livorno, piaccia o no, lavorano sempre gli stessi e i vaini li fanno girare sempre gli stessi.
Ora, sappiamo tutti che il mondo del calcio è una giungla, popolata da avventurieri, banditi e filibustieri di ogni genere; gli imprenditori solidi e "seri" che, nel 2023, decidono di avventurarvisi sono pochissimi, perché il calcio è un affare in perdita per definizione e l'esigenza di abbattere un po' di imponibile non basta (più) a sostenere certi rischi. Ho detto nel 2023 non a caso, perché il mondo è cambiato, c'è una crisi economica costante da quindici anni e nessun soggetto serio ha più la voglia o la forza di svenarsi per un giocattolo così costoso e pericoloso. Se ci si limita all'Italia, le società solide fanno riferimento a realtà medio-piccole e appartengono a imprenditori non solo solidi, ma anche dotato di una "visione", di un progetto ben definito. In soldoni, gente che non si limita a buttare vaini, ma che lo fa con competenza. Atalanta e, soprattutto, Sassuolo e Monza sono l'esempio più lampante. Le ultime due sono città piccole, piazze con pochissima storia e con ancora meno pressione, dove la società ha investito tanto e ha sposato una visione chiara, tanto sul campo quanto fuori dal campo. Empoli è un altro esempio, lì la vecchia gestione padronale si è evoluta in un approccio più manageriale, soprattutto con riferimento alle strutture e alle giovanili, perché solo così una società del genere può sopravvivere a certi livelli a lungo e senza fare la botta. Prendere una società professionistica così, tanto per vivacchiare alla giornata, non usa più, per i motivi che dicevo sopra. Gestioni come quella del genovese si fanno sempre più rare, complice anche l'arrivo in massa di proprietà straniere, spesso costituite da fondi d'investimento, il cui modus operandi è completamente diverso.
Vengo finalmente al punto. Senza scomodare Bill Gates o Jeff Bezos, mi metto nei panni di un investitore solido, danaroso e serio che, per qualche motivo, vuole entrare nel mondo del calcio.
Di sicuro, lo farei per guadagnarci e per far fruttare l'investimento, quindi cercherei una piazza dove rilanciare le giovanili e dove investire in maniera cospicua sulle strutture (stadio, centro sportivo, ecc.). Magari mi accorgerei che Livorno fa al caso mio, mi avvicinerei all'attuale proprietario e all'amministrazione cittadina ed esporrei i miei progetti, ma poi mi ritroverei di fronte a un sistema che non potrei piegare. Mi sentirei dire che, se voglio fare lo stadio, devo mettere in mezzo Tizio, che per il centro sportivo devo lavorare con Caio, che per i campi delle giovanili devo per forza sentire Sempronio, che per la gestione dello stadio non posso prescindere da un altro Tizio e da un altro Caio, che in società ci devo mettere un altro Sempronio, e così via, altrimenti mi attacco.
Ecco, io, a quel punto, farei un bel pernacchione a Livorno e andrei a investire, che so, a Savona o a Grosseto, perché, quando si tratta di vaini, il fatto che Livorno non cai nemmeno Savona e Grosseto passa inevitabilmente in secondo piano.
Purtroppo, come disse tempo fa Gozzata (anche se riferendosi ad altro, credo), Livorno è vittima di sé stessa da sempre, perché si regge su un sistema che va avanti da decenni e che coinvolge tutti i gangli della città, non solo del calcio. Poi ci sarebbero altre cose da dire, anche con riferimento alla piazza nel senso calcistico del termine, perché ci sono molti più abbocconi di quanto si voglia ammettere e non mi riferisco solo a chi si è pisciato addosso per il brasiliano, ma anche a chi si è fatto andare bene qualsiasi cosa della precedente gestione (perché tanto c'era Igor nella dirigenza e le garanzie erano "pese") e, prima ancora, a chi ha difeso fino all'ultimo le nefandezze del ligure, arrivando ad addossare ai critici la colpa del fallimento e della sparizione nei dilettanti.
Mio parere personale, sicuramente semplicistico, ma la vedo così.