
Qui un breve riassunto per i più curiosi:
Disobbedienti contestati a Livorno
Ultras contro Casarini, è rissa. Portuali verso lo sciopero
10/3/2003
inviato a LIVORNO
Aspettavano questo momento dai giorni del G8 di Genova: quando hanno visto Luca Casarini prendere il microfono sono entrati gridandogli «infame», «non hai diritto di parlare», «amico della polizia», «ci hai fatto pestare».
Caschi, aste di bandiere più brandite che sventolate, pugni alzati peer colpire e non solo per sottolineare l'appartenenza alla sinistra più estrema: una dozzina di aderenti al «circolo politico 1921» che, in un complesso intreccio di politica e sport, sono anche ultras delle Brigate Autonome Livornesi (BAL), hanno fatto irruzione nella palestra adiacente ai cantieri Orlando, in cui i Disobbedienti tenevano una riunione.
Mezz'ora di fuoco con spinte, cazzotti, volare di sedie, mentre, dall'esterno, altri 40-50 giovani con uguali intenti bellicosi, tentavano di infilarsi per dar manforte ai compagni.
Come in una commedia d'Aristofane, a opporre i propri corpi alla furia degli assedianti, c'era un cordone di donne alle quali anche l'ultras più arrabbiato non ha osato ammollare una sola sberla.
Dentro il grande locale dove le ex Tute Bianche dovevano programmare le azioni di lotta per impedire il carico del materiale bellico sulle navi, la lotta si fa sul serio: botte a go-go, un paio di ragazzi vengono feriti al naso e a un braccio.
Rissa a corrente alternata: si formano capannelli per discutere e, improvvisamente, scatta la scintilla che porta a menare le mani.
Lui, Casarini, il grande ricercato, se ne va da una porta laterale quasi portato di peso da un gruppo d'amici e viene caricato su un'auto che parte sgommando. Terreo.
I Bal «spiegano» i motivi del raid: «Prima eravamno entrati tranquillamente nella palestra per assistere all'assemblea, ma ci hanno buttato fuori. Poi, quando Casarini s'è messo a parlare non ci siamo trattenuti e siamo tornati».
Perchè? «Perchè è un vigliacco. A Genova eravamo in prima fila e lui, dal camion, gridava di andare incontro alla polizia a braccia alzate. Ma come? Le braccia, se le hai, devi usarle!
Risultato: noi ci siamo presi un sacco di legnate e l'infame, la sera, è andato a cena con Bertinotti».
Un altro: «Anche le donne hanno picchiato per colpa sua: la mi' bimba, no. Perchè c'aveva un omo a difenderla».
A poco a poco gli animi si placano, o quasi. Anche perchè sta arrivando la Digos.
I Bal vanno a festeggiare il pari che il Livorno ha agguantato con il Palermo, i Disobbedienti concludono a Pisa l'assemblea.
Il Casarini-pensiero: «Questi sono personaggi che non conosco; conosco, però, certi metodi: roba da squadristi.
Tutto il Movimento dovrà interrogarsi su un'aggressione che, certo, piacerà alla polizia e a chi non vuole che facciamo iniziative per bloccare il porto».
Il porto, appunto. C'è la quasi certezza che le navi che dovranno stivare la «merce» di Camp Darby arrivino lunedì.
Guido Abbadessa, segretario generale Filt-Cgil precisa che «dovrebbero essere solo due: i blocchi dei treni con il materiale destinato alla base americana hanno ridotto il numero di quelli giunti in Toscana».
Spiega quel che accadrà nello scalo livornese quando giungeranno le due imbarcazioni, traghetti probabilmente: «Semplice: sciopero dei dipendenti dell'impresa che ha il contratto con l'amministrazione Usa».
E se il terminalista, in mancanza di uomini, si rivolgesse per ottenere rinforzi alla Compagnia portuali che funge da service? «Non ne troverebbe neppure uno disposto a lavorare».
Sicuro? «Non ho dubbi sulla risposta della gente del porto. Anche se penso che il governo non resterà con le mani in mano».
Intende dire che ricorrerà ai militari bloccando l'intero scalo come avvenne a Genova per il G8? «Se lo fa s'infila in un bel casino mettendosi contro anche l'autorità portuale e le imprese di carico che potrebbero veder vacillare i loro contratti.
Pensi solo alle eventuali attese di navi all'àncora in rada: 24 ore di fermo costano a un armatore centinaia di migliaia di dollari.
Il porto è un meccanismo delicato, basta poco a mandarlo in crisi». Quel «poco» è pronto? «Sì. Abbiamo fatto ciò che dovevamo».
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BIGLIETTO (da notare la sovraimpressione BAL 1999):
