Potevano essere Fenomeni Amaranto

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Dattero
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

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Quando il Livorno doveva prendere Kane per mezzo milione... Ma poi scelse Emeghara

Nel 2013 i toscani cercavano un attaccante ma non riuscirono a concludere col Tottenham. Da lì in avanti, il crollo del club fino alla D e la scalata di Harry sul tetto del mondo del calcio.
Il destino ha messo in mezzo un grosso "chissà". E forse, il 5 febbraio, Harry Kane avrà anche ripensato a quella vecchia sliding door. Con il gol dell’1-0 contro il Manchester City, l'inglese è diventato da pochi giorni il miglior marcatore della storia del Tottenham (267 centri), toccando in contemporanea quota 200 reti in Premier League. Questa sera affronterà il Milan a San Siro da leggenda in campo degli Spurs, ma dieci anni fa è stato vicino alla Serie A. Era l’estate del 2013, il Livorno ragionava sul mercato…

OCCASIONE MANCATA
A raccontare l’aneddoto è stato lo stesso Aldo Spinelli, istrionico presidente dei toscani per quasi un ventennio, in un’intervista del 2015 a Tmw: "Tutto vero, era l'estate del 2013 e noi stavamo per iniziare la stagione in Serie A. Parlando con Franco Baldini (al tempo dt del Tottenham, ndr) venne fuori il suo nome, ma non nacque una vera e propria trattativa, tutto rimase fermo alle chiacchiere". Allora, Kane aveva appena chiuso un'annata poco fortunata e caratterizzata da un doppio prestito: al Norwich (3 presenze nella prima parte di stagione) e al Leicester (2 reti in 15 gare). Con Davide Nicola in panchina, gli amaranto avevano appena centrato il ritorno nella massima serie, dopo la vittoria nella finale playoff di B contro l’Empoli. Ricordi sbiaditi.

SCELTE
Nel 2013, Harry Kane è un classe ’93 che ha ancora tutto da dimostrare. È valutato intorno ai 500.000 euro, ma il Livorno non approfondisce più di tanto il discorso e vira su altri nomi. Alla fine, il rinforzo scelto per puntellare l’attacco in quella sessione di mercato è Innocent Emeghara, prelevato in prestito dal Siena per un milione. Il nigeriano naturalizzato svizzero non si comporta nemmeno tanto male: segna all’esordio contro il Sassuolo e totalizza 4 centri e 7 assist in stagione, che non bastano però a evitare una mesta retrocessione tra i cadetti. Gli amaranto chiudono il campionato all’ultimo posto, con 25 punti.

SIMBOLO
E Kane? Decide di restare a Londra e inizia senza fretta la sua avventura con il Tottenham. La sua prima vera stagione tra i grandi si chiude con 10 presenze e 3 reti in Premier e 7 gare giocate in Europa League. A suon di gol - e per merito di una fortunata assonanza - diventa "Hurricane", l'uragano. E inizia a spazzare via primati in serie: cresce, segna e vince il titolo di miglior giovane del campionato nel 2015. È capocannoniere della Premier in tre occasioni (2016, 2017 e 2021) e sfiora il bersaglio grosso arrivando in finale di Champions, persa nel 2019 contro il Liverpool. Nel frattempo diventa recordman di reti anche in nazionale, agganciando Wayne Rooney in testa alla classifica marcatori all time dell’Inghilterra (53 gol). Con gli Spurs vince solo titoli individuali, con i Tre Leoni chiude il Mondiale 2018 al terzo posto e perde l’Europeo 2021 in finale contro l’Italia. Questa sera, si ripresenterà alla Scala del calcio per guidare l’attacco di Conte contro il Milan, da capitano. Ancora una volta. Sull’altro binario, tra retrocessioni e problemi societari, il Livorno oggi milita in Serie D (con la denominazione di Unione Sportiva Livorno 1915). E in mezzo, resta sempre quel grosso chissà.


Link: https://www.gazzetta.it/Calcio/Premier- ... 3526.shtml

Al posto di questo signore fu preso Emeghara.
Chiaro che col senno di poi siamo tutti bravi ma de...
6 agosto 1284: l'estinzione dei pisani
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Sassicaia
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da Sassicaia »

Belin...guardi...Kane un bagno di sangue! Emeghara invece mi dava anche il cencio negli spogliatoi...
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piazza
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

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piazza
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

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Quante cazzate…
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Molonovo
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da Molonovo »

piazza ha scritto: dom 2 feb 2025, 12:58 Immagine

Quante cazzate…
Bastava leggere la firma 🫣
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19=L=15
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da 19=L=15 »

O lui invece?

BAZZANI
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Questa assurda storia ha inizio nella primavera 2003, quando il presidente del Livorno Aldo Spinelli contatta l’attaccante della Sampdoria Fabio Bazzani, con lo scopo di capire se ci sono i presupposti per portarlo in Toscana.

Lasciare Genova per il bomber bolognese è difficile, ma i rinforzi in attacco di cui parla tanto per la stagione successiva sono il segnale che la società sta guardando altrove.

Unendo questo al fatto che ancora nessuno si è fatto avanti per proporgli il rinnovo del contratto in scadenza a giugno, Bazzani decide di dire si al Livorno.

Firma un accordo per un biennale da seicentomila euro a stagione.

Un bel segnale verso un giocatore di 31 anni che nelle ultime due stagioni della sua carriera ha dovuto combattere con due infortuni seri alle ginocchia.

Infortuni che hanno rovinato la seconda parte dell’esperienza in Liguria: dalla convocazione e l’esordio in nazionale, al litigio con mister Novellino, il prestito alla Lazio per sei mesi e appunto gli infortuni.

Fabio vede Livorno come occasione del rilancio, un ambiente che potrebbe permettergli di tornare l’attaccante di razza che è.

Se dal lato societario il raggiungimento dell’accordo è visto come il primo atto della campagna di rafforzamento della squadra, qualcuno in curva storce la bocca.

Tra gli ultrà più duri e politicizzati si vede male l’arrivo di Bazzani perché viene considerato di destra.

Vuoi per un tatuaggio considerato fascista, vuoi per la presunta amicizia con Paolo Di Canio, uno che coi tifosi livornesi ha avuto diversi screzi.

Il malcontento di una frangia della tifoseria amaranto si manifesta nelle ultime giornate di campionato, attraverso cori non proprio amichevoli verso il prossimo acquisto.

Un segnale che i diretti interessati colgono facilmente.

Mentre Spinelli tenta di sminuire qualsiasi ipotetico contrasto in futuro parlando di una sparuta minoranza di tifosi, Bazzani ci rimane male ed accusa il colpo.

È totalmente spiazzato dall’accusa che gli viene mossa poiché nella sua vita non si è mai occupato di politica.

Un fatto che conferma il suo ex allenatore Serse Cosmi (notoriamente di sinistra), che lo ricorda come un bravissimo ragazzo che non ha mai manifestato una propria identità politica.

Spiega che sul suo corpo ha solo il tatuaggio con il nome del figlio e quello della squadra di basket per cui da sempre tifa, la Fortitudo Bologna.

Null’altro.

Per quanto riguarda il legame con Di Canio, si limitava al campo, come qualsiasi collega con cui ha giocato.

La sua non è una difesa, piuttosto un sottolineare che quanto gli viene addebitato è totalmente falso.

Perché da subito ha già deciso che la sua carriera non continuerà a Livorno.

A malincuore annuncia, tramite il suo procuratore Silvano Martina, la volontà di rescindere il contratto ben prima di iniziare l’avventura.

Nel caso in cui la società si rifiuti di concedere un accordo in merito, si dice pronto ad avviare una richiesta di rescissione per giusta causa.

Spinelli continua a difendere il giocatore, esponendosi in prima persona contro i contestatori.

Il ragazzo però è irremovibile.

Il legame è ormai spezzato ed il presidente deve capitolare, mollando l’attaccante su cui personalmente credeva fermamente.

Bazzani verrà poi ingaggiato dal Brescia, guidato da Cosmi, alcune settimane dopo della rescissione.

La sua carriera non avrà più gli spunti degli anni precedenti e si chiuderà in serie D al Mezzolara, dopo passaggi al Pescara e alla Spal.


https://pallonari.altervista.org/bazzan ... o-anzi-no/
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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mediano
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da mediano »

La storia dell'incomprensione sul tatuaggio della Fortitudo Bologna scambiato per fascista la conoscevo anche io in quei termini. Comunque l'acquisto saltò nella primavera del 2007 e fu fatto perché Spinelli stava già vendendo Lucarelli al Donetsk.
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Eptah
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da Eptah »

Surreale...per mezz'ora circa...

Adrian Mutu
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Quando Mutu andò alla Juventus via Livorno: "Parcheggiato per mezz'ora"
La storia del ritorno in Italia di Adrian Mutu dopo il licenziamento del Chelsea: la Juve aggirò la regola sugli extracomunitari grazie al Livorno.


Nel gennaio del 2005, ormai 18 anni fa, Adrian Mutu è un uomo distrutto. Vorrebbe tanto fare quel che meglio gli riesce nella vita, ovvero giocare a pallone, ma non può. Un paio di mesi prima, un impietoso test antidoping lo ha beccato con tracce di cocaina in corpo. Giocava nel Chelsea, che lo aveva prelevato un anno e mezzo prima dal Parma. 25 presenze e 6 reti nella prima stagione, un paio senza segnare nella seconda. Un mese dopo l'episodio, il club londinese lo ha licenziato. E la Football Association gli ha appioppato una squalifica di 7 mesi e una multa di 20000 sterline. Niente errori, siamo inglesi.

In quelle settimane, la credibilità del disoccupato Mutu è crollata a zero. Nessuno lo vuole, nessuno lo cerca. Poco importano il passato, il talento giovanile, le magie di Verona e quelle di Parma con Cesare Prandelli: conta il presente, il qui e ora. E il qui e ora dice che Mutu sarà indisponibile praticamente per tutto il 2004/05, potendo rientrare in campo solamente a maggio. Difficile pretendere un ingaggio immediato in qualche squadra di vertice. Fino a quando il procuratore del romeno, Ioan Becali, riceve una chiamata: sono Luciano Moggi, che ne dite della Juventus?

La storia del ritorno in Italia di Mutu inizia così. Con una macchia difficilmente cancellabile diventata improvvisamente opportunità. La Juventus chiama, Mutu risponde: sì, arrivo. C'è solo un problema, in realtà bello grosso: nella rosa allenata da Fabio Capello sono presenti già tre extracomunitari, ovvero Igor Tudor, Marcelo Zalayeta e Stephen Appiah, e aggiungerne un quarto, regolamento alla mano, non si può. Un attimo, pensa Moggi. Una soluzione ci sarebbe: le regole vietano di acquistare dall'estero, non dalla Serie A. Ed è lì che al direttore generale viene il colpo di genio: far tesserare Mutu da un'altra formazione italiana e poi prenderselo da lì, aggirando così la normativa.

Il club prescelto è il Livorno. Il cui presidente è Aldo Spinelli, in stretti rapporti con Moggi. I labronici sono appena tornati in Serie A a 54 anni di distanza dall'ultima apparizione, guidati in panchina da un giovane Walter Mazzarri. Davanti si affidano ai gemelli Igor Protti, che poco meno di 10 anni prima scendeva in B con il Bari da capocannoniere, e Cristiano Lucarelli, quello del gran rifiuto al Torino al grido di “tenetevi il miliardo”. Quello offerto dai granata per risolvere a proprio favore la comproprietà del giocatore, e rispedito al mittente da quest'ultimo.

Ci sarebbe spazio anche per Mutu, in un attacco così collaudato? Probabilmente sì. Ma è una questione che nemmeno si pone. Perché il Livorno è solo un ponte per far arrivare l'ex Chelsea alla Juventus. L'alleanza si concretizza a metà gennaio 2005: Mutu viene tesserato dai toscani, che lo girano immediatamente in prestito alla Juve, con cui il giocatore firma un contratto quinquennale. A Livorno, qualche mese dopo, andrà Raffaele Palladino come compensazione. Un simile escamotage viene adottato dall'Inter con il Chievo, usato come “sponda” per Julio Cesar nella stessa finestra di mercato dopo aver fatto lo stesso con Gamarra qualche anno prima.

Mutu è della Juventus, quindi. Ma solo per modo di dire. Perché il transfer dall'Inghilterra non arriva: il Chelsea gioca duro e pretende un risarcimento di una quindicina di milioni di sterline. Per qualche settimana Adrian non può rilasciare interviste da giocatore bianconero e non può nemmeno allenarsi agli ordini di Capello con l'abbigliamento ufficiale della squadra. Il 19 gennaio è la data scelta per la presentazione a giornalisti e tifosi, che però viene rinviata. E il giorno dopo in sala stampa si vede solo Moggi, per il disappunto dei reporter giunti dalla Romania.

“Tutto regolare ed alla luce del sole – spiega il dg, come si legge sulla 'Gazzetta dello Sport' dell'epoca – Mutu non lo presenteremo e non si allenerà con la squadra fino a quando non arriverà il transfer dall'Inghilterra. Dov'è ora? Sarà sui tetti che si allena. Questione di giorni, appena arriverà il via libera dalla federazione inglese Adrian inizierà ad allenarsi con noi e resterà alla Juve, nessuna pedina di scambio”.

“Adrian l'ho seguito personalmente da quando è arrivato in Italia – svela ancora Moggi – e già in un paio di occasioni ho provato a portarlo alla Juve. La cocaina? Errare è umano, perseverare è diabolico: conosco il giocatore so che non ci ricascherà. Prima di prenderlo abbiamo fatto tutte le verifiche del caso”.

Il tanto atteso transfer dall'Inghilterra arriva verso fine mese. Mutu è finalmente libero di comportarsi a tutti gli effetti come un giocatore della Juventus. Pazienza se potrà esordire solo all'ultima di campionato, in un 4-2 contro il Cagliari al Delle Alpi, schierato da Capello per l'ultima mezz'ora a Scudetto già conquistato: durante la stagione l'ex nerazzurro ha già avuto modo di integrarsi in una rosa piena zeppa di campioni, partecipando al day by day che porterà al trionfo, poi revocato dalle sentenze di Calciopoli.

“Mi hanno sempre protetto – ha raccontato quando gli è stato chiesto di quel periodo – era il periodo della sospensione e non potevo giocare partite ufficiali, ma loro mi hanno tenuto in forma e mi facevano fare partite vere con Ibrahimovic, Del Piero e Trezeguet. Quegli allenamenti erano gare a tutti gli effetti, vista la qualità e intensità. Mi facevano fare un'amichevole a settimana, così non ho mai perso il ritmo partita”.

Va meglio nella stagione successiva. 32 presenze in campionato, 8 in Champions League, 4 in Coppa Italia. Con 11 reti totali. Sul secondo titolo di Capello, poi assegnato a tavolino all'Inter, c'è anche il suo timbro. Poi lo scoppio del bubbone Calciopoli, la retrocessione d'ufficio in Serie B, una dirigenza azzerata e un nuovo board costretto a lasciar partire mezza rosa. Tra gli addii illustri ci sono Zlatan Ibrahimovic, Patrick Vieira, Fabio Cannavaro, Lilian Thuram. E c'è anche Mutu, che prende la strada di Firenze in cambio di Valeri Bojinov.

“Eravamo in maggio, ma è come se fosse stato dicembre – ha ricordato a 'La Nazione' Moggi, suo grande estimatore – perché la nuova dirigenza della Juve fece alla Fiorentina un bellissimo regalo di Natale”.

Il resto è storia abbastanza recente. A Firenze Mutu ritrova Gilardino e Prandelli, incanta, trascina la Viola a un passo dalla finale di Coppa UEFA. Poi il declino. Viene nuovamente trovato positivo all'antidoping, passa al Cesena nel 2011, retrocede in B, colleziona qualche esperienza poco fortunata prima di chiudere la carriera 5 anni più tardi. Ma se è vero che il passato oscuro non tarda a tornare a galla, gli effetti dell'intreccio Chelsea-Livorno-Juventus lo perseguitano nel corso del tempo: nel 2009 i Blues chiedono formalmente un risarcimento di 17,7 milioni di euro, diventati poi più di 21 con gli interessi. Una battaglia legale che va avanti per una decina d'anni tra giustizia sportiva e ordinaria, FIFA e TAS. Fino a quando, nel 2018, gli inglesi si vedono dare ragione dalla Corte dei Diritti dell'Uomo.

Chi dovrebbe sborsare una simile somma? Intanto la Juventus, che per più di un anno ha effettivamente goduto dei servigi di Mutu. Ma anche il Livorno, per via di quell'alleanza stretta nel gennaio del 2005. L'agente Becali esplode: “Tutta colpa della Juve”. L'avvocato Mattia Grassani è perplesso: “Non sono stati i due club a indurre Mutu a liberarsi dal Chelsea: la decisione di interrompere il rapporto con il calciatore è stata autonomamente assunta dagli inglesi”. E in Toscana insorgono: Mutu non ha giocato nemmeno mezzo minuto da noi, perché dobbiamo essere messi in mezzo?

“La Juventus aveva parcheggiato Mutu a Livorno soltanto per mezz’ora e quindi lo ha subito tesserato – si lamenta il presidente Spinelli al 'Corriere dello Sport' – Non vedo pertanto cosa c'entri la nostra società e la richiesta di un eventuale pagamento. È bene mettere subito le cose in chiaro”.

Mutu il Livorno lo sfiderà nella stagione successiva, da titolare all'andata e da subentrato al ritorno. Nel 3-1 bianconero al Picchi lancia verso la porta Del Piero, autore del tris in pieno recupero. Qualche buontempone si divertirà a inserirlo nella top 11 di tutti i tempi del club labronico, assieme a Mario Magnozzi, a Protti, a Lucarelli. Ma la realtà è ben diversa. E parla di un attaccante talentuoso, di un giocatore di altissimo livello, che la maglia amaranto l'ha indossata, peraltro solo idealmente, per appena mezz'ora.


https://www.goal.com/it/notizie/quando- ... zliidklw0q

IPGP dé... che storia, che pezzi.
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Cuccu
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da Cuccu »

Eptah ha scritto: mar 11 feb 2025, 19:17 Surreale...per mezz'ora circa...

Mi ricordo che quando parlavano del risarcimento al chelsea di 21 milioni per Livorno e i gobbacci, al giallone quando gli tocchi i vaini si sente male.
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19=L=15
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Re: Potevano essere Fenomeni Amaranto

Messaggio da 19=L=15 »

Poi l'anno dopo ci mandarono palladino a gratisse cosi risparmio' anche i vaini di in ingaggi
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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