La disamina di Etruria è perfetta al 100%.
Io, personalmente, sono molto perplesso. Con questa mossa e, soprattutto, se scatenasse una vera e propria guerra in Ucraina, Putin andrebbe incontro a sanzioni economiche che lo stritolerebbero, a fronte di benefici minimi.
La situazione è degenerata nel 2014, quando gli americani hanno allestito la rivolta di Maidan e la cacciata di Janukovich; da quel momento in poi, l'Ucraina ha smesso di essere un satellite/cuscinetto dei russi (come la Bielorussia di Lukashenko) e si è avvicinata all'orbita occidentale. Sorvolo sul merito e sull'opportunità di tale mossa, anche se un'idea ce l'ho, ma chiunque si intenda un minimo di geopolitica sa che, dal tempo dei sumeri, quando una potenza si sente attaccata nella sua sfera di influenza, la tensione si alza. Come diceva Etruria, poi, la Russia ha sempre avuto il terrore di essere invasa da ovest, come è successo per ben tre volte in poco più di duecento anni, perché il suo cuore economico e demografico si trova lì, nella Russia europea, dunque ha sempre puntato a creare dei cuscinetti tra sé e le forze potenzialmente ostili. La sublimazione di questa politica è stata il Patto di Varsavia, con lo scudo protettivo che arrivava fino a Berlino.
Perché dico che non ci sarebbero pro, ma solo contro?
Perché ormai l'Ucraina non rientrerà mai più nella sfera di influenza russa, nemmeno in caso di sconfitta in guerra. È una realtà che conosco personalmente; se è vero che c'è una fortissima minoranza russofona (o addirittura russa in tutto e per tutto) nell'est, è altrettanto vero che, da Kiev a Leopoli, gli ucraini sono fortemente e tradizionalmente filo occidentali, nazionalisti e antirussi, per motivi storici e culturali che ho avuto modo di verificare in prima persona. Non accetterebbero mai il ritorno dello Janukovich di turno, il Paese si spaccherebbe in due e scoppierebbe una guerra civile, foraggiata dai russi da un lato e dalla NATO dall'altro, polacchi e baltici in testa.
Quindi, l'obiettivo "massimo" di Putin è irraggiungibile e quello minimo (stabilizzazione delle due repubbliche separatiste, tipo Ossezia e Abkhazia nel 2008? Annessione della zona di Mariupol, lì accanto?) gli costerebbe talmente tanto in termini di sanzioni economiche e di isolamento internazionale (i cinesi non sono loro amici, ma solo partner di convenienza e non aspettano altro che i russi gli caschino in bocca) da rendere insensato un intervento militare.
Certo, l'ingresso dell'Ucraina nella NATO sarebbe un colpo quasi letale per la Russia, ma non c'è modo di impedirlo, se non con un'impossibile e anacronistica annessione totale. A me viene da pensare che, intorno a Putin, inizi a tirare una brutta aria e che sia alla disperata ricerca di consenso interno, come Galtieri nell'82 (una guerra vinta ti rende molto popolare, però una guerra persa ti costa la testa e si sa che in Russia gli avvicendamenti al vertice non si fanno a discorsi).
Sia chiaro, lo dico a scanso di equivoci: premesso che in situazioni del genere non esistono i buoni, io mi sto solo limitando ad analizzare la situazione, quindi non bollatemi come filo x o filo y

Certo è che le dichiarazioni di Putin di ieri sera sono state pesantissime, perché ha praticamente negato il diritto all'indipendenza di un altro Stato in diretta tv (l'Ucraina è parte della Russia... Luhansk e Donbass sono indipendenti... ecc.).
Capitolo USA: caro Baldo, ti devo contraddire; gli americani sono talmente potenti militarmente che, in un conflitto convenzionale, potrebbero sconfiggere a calci in culo tutto il mondo coalizzato contro di loro. Hanno le tecnologie più avanzate, una supremazia aerea invincibile e, soprattutto, il potere di proiettarsi in tutto il mondo nel giro di poche ore, grazie ai loro gruppi di superportaerei, il tutto senza contare la leva economica, finanziaria, mediatica, ecc.
Però non vincono mai dai tempi della guerra nel Pacifico contro i giapponesi. Perché? Perché la loro potenza è logistica e tecnologica, ma non "mentale"; hanno un punto debole da cui non riescono mai a liberarsi, ossia l'arroganza, mescolata con la miopia. Sottovalutano SEMPRE il nemico e, soprattutto, il suo mondo. In questo senso, l'Impero Britannico, potenza egemone prima di loro, era infinitamente superiore, perché era molto più pragmatico e lungimirante.
Se pensate a tutto il casino scoppiato in Libia, in Siria, in Iraq post-2011 (e l'amministrazione non era quella di Trump...), ecc., così come alla gestione dell'Afghanistan, vi accorgerete di quanto sia stata nefasta la miopia degli Stati Uniti nell'approcciarsi a un mondo culturalmente diverso dal loro. Non pensano di essere superiori, semplicemente pensano che tutti ragionino come loro e si comportano di conseguenza, incassando solo calci in bocca.
Nel caso ucraino, gli americani fanno il loro gioco di superpotenza egemone e, pur incazzandomi perché la pelle in gioco è quella di altri, in un certo senso li capisco, anche perché l'Europa sta a guardare.
Già, l'Europa... pagherà per sempre il suicidio collettivo del '14-'45. Del benessere assicuratoci dalla protezione americana ci siamo approfittati alla grandissima per decenni, ma c'è da dire che sono stati gli americani stessi, di concerto con l'allora URSS, a decidere che l'Europa (intesa sia come singole potenze egemoni, leggasi Germania, sia come insieme di Paesi) dovesse passare definitivamente a un ruolo subalterno, sia in economia che in politica. È un vero peccato, perché avremmo mentalità, cultura e esperienza per imporci, anche se va detto che non supereremmo mai le nostre divisioni ancestrali.
Quanto alla Cina, per me rimane sempre un po' in bilico, si giocherà molto con la questione Taiwan e non so se gli americani accetteranno la nuova via della seta (autentica sfida in casa loro, come diceva Etruria), senza opporre resistenza. A volte, sospetto che siano un bluff.