Guerrieri Amaranto

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Marchino66
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Re: Guerrieri Amaranto

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piazza ha scritto: sab 4 giu 2022, 18:01 BRUNO SANTON

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All'inizio del campionato di Serie B 1967-1968 fu squalificato per tre turni a causa di un comportamento irriguardoso nei confronti di un avversario: durante la partita Reggina-Livorno valevole per la prima giornata, Santon venne più volte stuzzicato dal portiere della Reggina Bruno Jacoboni, il quale ripeteva al giocatore del Livorno che nel corso di quell'incontro non sarebbe riuscito a realizzare una rete; durante la partita arrivò un cross in area per Santon, ed egli, prima di colpire di testa, fece il gesto dell'ombrello al portiere reggino e successivamente realizzò la rete che valse la vittoria finale.

Rimasto legato alla città di Livorno, una volta chiusa l'attività di calciatore ha aperto un distributore di benzina nella città labronica.


Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Santon
Che bellezza un la sapevo mia...... :lol: :lol: :lol:
Vedrai se oggi scendesse in campo 11 Santon si vincerebbe 12-0.
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19=L=15
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Re: Guerrieri Amaranto

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piazza ha scritto: sab 4 giu 2022, 18:01 BRUNO SANTON

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All'inizio del campionato di Serie B 1967-1968 fu squalificato per tre turni a causa di un comportamento irriguardoso nei confronti di un avversario: durante la partita Reggina-Livorno valevole per la prima giornata, Santon venne più volte stuzzicato dal portiere della Reggina Bruno Jacoboni, il quale ripeteva al giocatore del Livorno che nel corso di quell'incontro non sarebbe riuscito a realizzare una rete; durante la partita arrivò un cross in area per Santon, ed egli, prima di colpire di testa, fece il gesto dell'ombrello al portiere reggino e successivamente realizzò la rete che valse la vittoria finale.

Rimasto legato alla città di Livorno, una volta chiusa l'attività di calciatore ha aperto un distributore di benzina nella città labronica.


Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Santon
Era l'agip in via marradi se non mi sbaglio
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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piazza
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da piazza »

JURIY CANNARSA
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Nel 2000 passò al Livorno dove alla seconda stagione vince il campionato di Serie C1.
Rimane poi nella città labronica anche in Serie B nelle due successive annate, conquistando la promozione in massima serie nel 2004 con in panchina Walter Mazzarri.


Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Juriy_Cannarsa

Ritornato poi da allenatore delle giovanili, si è fatto apprezzare anche in quel ruolo.




ALESSANDRO GRANDONI
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Uno dei più presenti in serie A con la maglia amaranto, 146 presenze in massima serie con 2 gol.




MATTEO MELARA
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Amaranto per sempre, intervista a Melara: “Che ricordi a Livorno, per sempre nel cuore”
scritto da Lorenzo Muffato 20/03/2020

Livorno – Eccoci con una nuova puntata di Amaranto per sempre, la rubrica pronta a tenervi compagnia in questo momento che definirlo difficile sarebbe riduttivo. Con noi lo storico centrale amaranto Matteo Melara, protagonista della cavalcata del Livorno dalla Serie C1 fino alla Serie A. Ha indossato la gloriosa maglia amaranto dal 2001 al 2006, collezionando 117 presenze condite da 6 gol. Nel 2008 tornò tra le fila del Livorno nel mercato di riparazione calcando il campo, però, soltanto in 4 occasioni. Tra i suoi gol spicca il colpo dell’1-2 del 17 febbraio del 2002 quando il coriaceo Livorno di mister Osvaldo Jaconi si prese l’intera posta in palio contro gli storici rivali del Pisa, con il match che terminò con il punteggio di 1-3 (15′ Doga, 33′ Guariniello, 72′ Melara, 87′ Protti).

Difensore roccioso, uno di quelli che in campo era l’ultimo a gettare la spugna e quando c’era da mettere la gamba, non la tirava certo indietro. Ha giocato sia come centrale che, inizialmente, come terzino. Per Melara Livorno è stata una delle tappe più belle della sua carriera, uomo di grande umiltà ha saputo plasmarsi nella mentalità labronica ed in un gruppo fantastico condotto da campioni del calibro di Cristiano Lucarelli, Igor Protti, Gennaro Ruotolo e tanti altri. Il gol di Piacenza per la massima serie, ma anche quello con la Juventus in Serie A (seppur inutile ai fini del risultato) rendono indimenticabile il suo trascorso in amaranto.

Matteo, quali sono i tuoi ricordi più belli con indosso la maglia del Livorno?
“Ce ne sarebbero tantissimi, son ricordi così belli. Sono stato 6 anni a Livorno, diciamo cinque e mezzo più una parentesi di sei mesi. Avevo venti anni quando ho indossato per la prima volta la maglia amaranto, ma devo dire di aver avuto la fortuna di essere stato in un gruppo fantastico. Puoi essere un gran giocatore, ma senza una squadra vera è difficile raggiungere obiettivi importanti. I miei compagni non erano solo fortissimi calciatori, ma grandi uomini. Ad ogni modo scelgo 3 momenti: la promozione dalla C1 alla B a Treviso con la festa poi all’Armando Picchi, la sera di Piacenza ed il gol nel derby. Anche segnare a Buffon fu una bella soddisfazione. Con questa maglia mi sono tolto delle grandi soddisfazioni, per la squadra ma anche per la città”.

Ci racconti le emozioni di quel derby?
“Fu una giornata incredibile. I derby erano già straordinari di per sé, ma quello in particolare aprì la cavalcata alla realizzazione del sogno Serie B. Già alla partenza per andare a Pisa c’erano tantissimi tifosi pronti a caricarci, ma quando entrammo all’Arena fu uno spettacolo: otto, novemila livornesi ad accompagnarci con fervore e passione. Queste son cose che ti restano dentro…”.

L’attaccante più forte che hai dovuto marcare?
“Di centravanti con grandi qualità abbiamo avuto la possibilità di incontrarne molti. Ibrahimovic, Totti, Del Piero, Kakà, Shevchenko e tanti altri, ma se proprio devo dirne uno, beh Ibrahimovic. Mi ha impressionato molto: doti fisiche e tecniche straordinarie”.

Una città che ti è rimasta sempre nel cuore, che rapporto hai avuto con i tifosi?
“Certamente, a livello umano ho amato molto Livorno e la porto sempre nel cuore. Ho tantissimi amici in città, anche se non riusciamo a vederci, ci sentiamo sui social. I tifosi e gli abitanti della città si sono sempre comportati benissimo. Dico la verità, non penso tanto per le mie doti da calciatore, ma quanto per aver dimostrato amore e impegno per la maglia”.

E il suo rapporto con la proprietà? In particolare con Spinelli?
Il presidente lo devo ringraziare e lo farò sempre. Mi ha preso dalle giovanili del Bologna portandomi all’Alessandria, dove il patron al tempo era il figlio Roberto. Aldo mi ha sempre trattato come un figlio, poi diceva sempre che ero un porta fortuna. Quando andavo a rinnovare diceva. “Al di là di quello che mi chiedi, non posso rifiutare perché mi porti fortuna” (ride, ndr). Il presidente è passionale e particolare, ma ha sempre vissuto il calcio con grande amore. Sono passati tanti anni, ma penso che volesse veramente bene a Livorno. E’ sempre stata una persona molto umorale, perciò vive questi momenti dimostrando grande sconforto, un po’ come mostrava grande entusiasmo ai bei tempi”.

Sulla trattativa in corso per la cessione della società? E’ giusto che lasci?
“Sono passati tanti anni, magari anche l’età è un fattore che potrebbe influire molto. Nel calcio ci sono dei cicli che hanno un inizio ed una fine, può darsi che sia arrivato il suo momento di lasciare. Però Livorno ed i livornesi dovranno ricordare che tra alti e bassi ha fatto vedere un calcio importante, sono cose che restano”.

Cosa pensi della stagione attuale? Segui sempre il Livorno?
“Assolutamente, non posso non seguire le vicende della squadra. Sinceramente pensavo che la rosa di quest’anno fosse più forte di quella precedente, eccezion fatta per Alino Diamanti: un grandissimo giocatore a livello di qualità ma anche di carattere. Forse sono mancati un po’ di “attributi”, perché non bastano soltanto le qualità tecniche. Penso che sia mancata un po’ di coesione nelle difficoltà e qualche giocatore che prendesse in mano lo spogliatoio nel momento del bisogno. Dispiace perché oggettivamente la qualità del campionato non è così alta. La Serie B ai nostri tempi? Pensate che la Fiorentina arrivò sesta in classifica e vinse lo spareggio con il Perugia che al tempo era in A. C’erano Toni, i nostri Lucarelli e Protti, ma anche Diego Milito e altri calciatori che sapete benissimo dove sono arrivati…”.

Cosa può dare Antonio Filippini a questo Livorno?
“E’ senza dubbio una persona carismatica ed intelligente. Ha tutte le caratteristiche per fare bene, mi auguro che trovi la soluzione per salvare il Livorno. Indubbiamente dovrebbe dare un miracolo, ma nel calcio non si sa mai: devi lottare sempre fino all’ultimo minuto”.

Concludiamo…cosa fa oggi Matteo Melara?
“Sto allenando una società di Promozione a Reggio Emilia, attualmente siamo terzi in classifica e stavamo disputando un bellissimo campionato. Ora c’è il blocco dovuto al Coronavirus, la salute giustamente prima di tutto. Porto con me le esperienze degli eccezionali allenatori che ho avuto. Il calcio è la mia passione, poi chiaramente ho altri impegni e progetti. Se mi dovesse chiamare il Livorno? Sarei onorato di guidarlo, sono sempre partito dal basso quindi nella vita non si sa mai: bisogna credere in quello che si fa”.
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Il professore
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Il professore »

Marco Amelia
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Plinio
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Plinio »

Comunque la sicurezza che ti dava Ivan non te l’ha data mai più nessuno. Qui fori di vi e all’estero. Io cazzate di Ivan non me ne ricordo… Amelia a iosa

Livorno-pisa 14/10/2001


Una delle tante vinte da lui.
Poi le bloccava… con facilità disarmante… a demoralizzare gli avversari.
Sai’osa lui la sentiva la pressione …
Ultima modifica di Plinio il mer 29 giu 2022, 21:38, modificato 3 volte in totale.
Quando scenderai
in campo un grido
s' alzera' nel cielo
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Lejesonfe amaranto
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Lejesonfe amaranto »

Gianmatteo Mareggini
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L'anno di Mazzarri... Entrò al posto di Pavarini che faceva papere assurde e dette sicurezza alla difesa... Ricordo parate a Bergamo con l'Atalanta e in casa con la Fiorentina decisive.
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Lejesonfe amaranto
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Lejesonfe amaranto »

Plinio ha scritto: mer 29 giu 2022, 21:31 Comunque la sicurezza che ti dava Ivan non te l’ha data mai più nessuno. Qui fori di vi e all’estero. Io cazzate di Ivan non me ne ricordo… Amelia a iosa

Livorno-pisa 14/10/2001


Una delle tante vinte da lui.
Poi le bloccava… con facilità disarmante… a demoralizzare gli avversari.
Sai’osa lui la sentiva la pressione …
Agilità tra i pali e nelle uscite e piedi da centrocampista, faceva rilanci perfetti sempre ricordo.
Grande portiere
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diego#22
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da diego#22 »

Mi ricordo uno 0-0 in quel di como (serie c, forse, l'anno nemmeno sotto ipnosi lo ricordo) dove parò il mondo. Grande Ivan.
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19=L=15
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da 19=L=15 »

Grande Pfertzel

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"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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piazza
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Re: Guerrieri Amaranto

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János Nehadoma
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121 anni fa a Budapest nasceva János Nehadoma.........uno dei più grandi centravanti della storia del Livorno Calcio. In maglia amaranto rimase una sola stagione (serie B 1932/33 ai tempi dello stadio di Villa Chayes) realizzando 26 reti in 32 presenze e riportando la vecchia "Unione" in serie A. 🇱🇻

Link wiki: https://it.wikipedia.org/wiki/J%C3%A1no ... FIZmQMFGUA
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