Dario Bellandi

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Dattero
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Dario Bellandi

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Bella intervista sulla Gazzetta.
In mezzo a tante brutture un bel respiro di salmastro.

"Giocavo nel Livorno, ora sono campione di Mma e mi alzo alle 6 per lavorare al mercato"

L'INTERVISTA

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Battendo Stanton, "Neanderthal" è diventato il nuovo campione pesi medi di Cage Warriors: "Un successo che mi ha dato più attestati di stima degli ori europei. E pensare che ho giocato a calcio fino a 18 anni. Adesso obiettivo UFC per arrivare almeno nei primi 10 al mondo della mia categoria"
Lo chiamano “Neanderthal” per la sua forza fisica, ma sabato scorso a Newcastle in Inghilterra il ventisettenne livornese Dario Bellandi ha riconfermato di essere fortissimo anche tecnicamente. Ha infatti battuto, con verdetto unanime dei giudici inglesi, “il martello di Huyton” Mick Stanton ed ha conquistato il titolo Pesi Medi (al limite degli 84 kg NDR) di Cage Warriors, promotion britannica di MMA considerata la più prestigiosa d’Europa e una delle più importanti al mondo avendo lanciato tante future stelle dell’UFC, su tutte “The Notorious” Conor McGregor. Un avversario, Stanton, con quasi il triplo dei match da pro di Dario, alla terza difesa del titolo e già campione anche nella britannica Full Contact Contender.

Con questo successo il livornese diventa l’unico italiano a detenere in questo momento la cintura in una top promotion mondiale e questo dopo soli 8 match da pro, ben 6 in Cage Warriors. In precedenza Bellandi aveva vinto per ben 2 volte i Campionati Europei dilettanti nel 2017 e 2018, la prima volta dopo soli 6 mesi dal suo debutto nelle MMA. Da dilettante ha ottenuto anche un Bronzo ai Mondiali e ha cumulato un record di 12 vittorie e 2 sconfitte, perdendo solo ai punti contro il futuro campione Cage Warriors e attuale atleta UFC, nell’unico match perso prima del limite da quando è in attività, contro il fenomeno russo Dzhamal Medzhidov (21-0 da dilettante con 2 Mondiali vinti). Abbiamo sentito Dario dopo questo trionfo per chiedergli di raccontarci questa esperienza e di darci qualche anticipazione sul suo futuro.


Complimenti per la vittoria Dario. Te l’aspettavi vista l’esperienza del tuo avversario?

“Mi aspettavo che il match andasse tatticamente come poi è stato. Un incontro duro, giocato soprattutto in piedi, in cui dovevo muovermi molto e saper gestire la distanza. Quando poi siamo arrivati alla fine del quinto round ero sicuro della vittoria anche perché avevo chiuso l’incontro in crescendo il che è molto importante per il verdetto”.

Un successo che ti ha reso felice più dei due Ori Europei da dilettante?

“Si perché, se è vero che quei successi mi hanno fatto capire che avevo un futuro nelle MMA, il titolo in Cage Warriors ha tutta un’altra visibilità e mi ha fatto giungere molti più attestati di stima ed affetto, dall’Italia e non solo”.

Hai detto che le vittorie agli Europei ti hanno fatto capire di avere un futuro nelle MMA ma come sei arrivato a praticare questo sport? Hai sempre fatto arti marziali?

“Assolutamente no. Io ho sempre giocato a calcio fino ai 18 anni girando diverse squadre del livornese. Un anno sono stato anche nelle giovanili del Livorno e sono arrivato a disputare i campionati regionali a livello giovanile. Arrivato a quel punto però ho visto che non avevo più spazi in squadra e ho perso motivazione. Così mi sono fatto convincere da mio fratello, che è stato campione italiano di Kickboxing dilettanti, ad andare a provare nella sua palestra, e tuttora mia, il team Rendoki. E lì, io che lo avevo sempre preso in giro perché per sport prendeva botte, mi sono subito innamorato di questo sport. Dopo pochi mesi ho fatto già il mio primo incontro e dopo altri sei ero campione europeo, è stato allora che ho capito che questo era mio futuro”.

Tu adesso sei un fighter a tempo pieno?

"Purtroppo no, questo è stato un grande successo ma è ancora molto difficile in Italia poter vivere di sole MMA. Io continuo ad alzarmi alle 6 quattro giorni a settimana per lavorare con la mia famiglia che ha un banco di articoli per la casa al mercato centrale di Livorno. Mi alleno un minimo di 2 o 3 ore al giorno, in quelli in cui non lavoro la mattina faccio due sessioni concentrandomi nella prima sulla preparazione atletica. In totale circa 16-17 ore di allenamento a settimana".


È una vita molto pesante. Riesci a ritagliarti qualche momento di relax?

“Si. Mi piace leggere, guardare serie tv e, quando gioca in casa, andare a vedere il mio Livorno”.

In una tua vecchia intervista avevi detto che ti piace dormire: non sembra che si concili molto col tuo stile di vita.

“Beh diciamo che con una vita come la mia appena tocchi il letto dormi bene” (ride).

Guardando al futuro adesso speri in una chiamata dall’UFC o prima preferiresti difendere il titolo?

“L’UFC è il mio obiettivo e per arrivare almeno nei primi 10 al mondo della mia categoria. Allo stesso tempo però ritengo che è meglio non avere fretta, ho solo 27 anni e vorrei crescere ancora per non bruciarmi in UFC”.

Parlando di crescita tecnica, pensi di trasferirti all’estero?

“Sono già stato in palestre all’estero e c’è stato anche il mio maestro Massimo Rizzoli. Per come la vedo io sono esperienze molto utili soprattutto perché trovi molti più atleti di livello con cui fare sparring. Detto questo resterò a Livorno anche perché abbiamo dimostrato che sappiamo crescere mentre per contro all’estero sei solo un numero e non ti danno la giusta attenzione per migliorare”.


Al Rendoki si allena anche Chiara Penco di cui sei amico da prima di iniziare le MMA. Lei è sotto contratto con Bellator che è stato appena acquistato da PFL, puoi anticiparci qualcosa sul futuro di “Beasty Barbie”?

“Non posso dirvi i dettagli ma posso anticiparvi che a fine a dicembre Chiara combatterà in un match fuori da Bellator, a breve ci sarà l’annuncio ufficiale”.
Cianciua ci fai veni' l'antua
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