Mihajlovic

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Pippoamaranto87
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Mihajlovic

Messaggio da Pippoamaranto87 »

Oggi se n’è andato un grande calciatore e allenatore
Ciao Sinisa Riposa in pace 🙏😭
E non ci interessa dove giocherai alza gli occhi e ci saremo noi 🇱🇻
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piazza
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Re: Mihajlovic

Messaggio da piazza »

Rispetto per il simbolo che era diventato nella lotta alla leucemia.
Grandissimo giocatore e non si discute; come allenatore un po’ meno.
Su quello che è stato l’uomo, soprattutto prima della malattia però stendiamo un velo pietoso.
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ateo
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Re: Mihajlovic

Messaggio da ateo »

piazza ha scritto: ven 16 dic 2022, 17:38 Rispetto per il simbolo che era diventato nella lotta alla leucemia.
Grandissimo giocatore e non si discute; come allenatore un po’ meno.
Su quello che è stato l’uomo, soprattutto prima della malattia però stendiamo un velo pietoso.
In matematia ero bravino quindi :
RISPETTO + (più)
GRANDISSIMO - (meno)
QUELLO CHE è stato l'uomo = (uguale)

UNA MERDA IN MENO
Scusate ma non sono ipocrita chi è una merda ,rimane tale SEMPRE
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Ferro
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Re: Mihajlovic

Messaggio da Ferro »

:)
ateo ha scritto: ven 16 dic 2022, 19:16
piazza ha scritto: ven 16 dic 2022, 17:38 Rispetto per il simbolo che era diventato nella lotta alla leucemia.
Grandissimo giocatore e non si discute; come allenatore un po’ meno.
Su quello che è stato l’uomo, soprattutto prima della malattia però stendiamo un velo pietoso.
In matematia ero bravino quindi :
RISPETTO + (più)
GRANDISSIMO - (meno)
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UNA MERDA IN MENO
Scusate ma non sono ipocrita chi è una merda ,rimane tale SEMPRE
caro ateo la questione è spinosa da una parte cmq il rispetto dovuto ad una persona che ha lottato contro un male infame dall'altro certamente i ricordi di sue uscite a dir poco discutibili fatte in passato....le amicizie con criminali di guerra gli sputi e le offese razziste a vieira...niente di tutto questo viene menzionato naturalmente e nei vari tg si sprecano i peana....
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Amarantite
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Re: Mihajlovic

Messaggio da Amarantite »

ateo ha scritto: ven 16 dic 2022, 19:16
piazza ha scritto: ven 16 dic 2022, 17:38 Rispetto per il simbolo che era diventato nella lotta alla leucemia.
Grandissimo giocatore e non si discute; come allenatore un po’ meno.
Su quello che è stato l’uomo, soprattutto prima della malattia però stendiamo un velo pietoso.
In matematia ero bravino quindi :
RISPETTO + (più)
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mesci
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Re: Mihajlovic

Messaggio da mesci »

A me umanamente dispiace molto...
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alexis
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Re: Mihajlovic

Messaggio da alexis »

era un cetnici , dobbiamo piangere per lui?
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mastacchi
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Re: Mihajlovic

Messaggio da mastacchi »

du' parole su Sinisa mi tocca spenderle, se non altro perché m'è capitato di conoscerlo.
nel '98 facevo parte d'un'associazione pacifista, mi occupavo in particolare degli orfanotrofi Jugoslavi; c'era stata l'aggressione della nato alla decapitata Jugoslavia, che era rimasta ormai solo con le federazioni della Serbia e del Montenegro, dopo che le guerre fratricide di inizio anni '90 avevano dissolto la precedente unità federativa.
ero stato diverse volte in Jugoslavia, mi ero sentito chiamare fascista, visto che consideravano anche noi bombardatori di mercati, di scuole, di treni, di fabbriche, di centrali elettriche, di treni, dell'edificio della televisione pubblica; avevo ampiamente fraternizzato con i reidui di socialismo che erano palesi (il consiglio di fabbrica della Zastava, dove si costruivano automobili), mi ero commosso per la profonda memoria della resistenza all'invasione nazifascista, e avevo ammirato il sistema di accoglienza dei piccoli orfani, che veniva attuato perlopiù non attraverso istituti, ma attraverso l'affidamento a famiglie che ricevevano un contributo dallo stato ed erano coordinati da un insieme di appassionati assistenti sociali "nomadi", che coordinavano le famiglie con una professionalità gentile e attenta.
ed è stato in questa situazione che mi è capitato di conoscere Sinisa; contribuì alle nostre iniziative, ma soprattutto si faceva raccontare di un paese che considerava suo e che nello stesso tempo stentava a riconoscere.
questi piccoli confronti che ci furono con lui mi fecero capire parecchie cose non tanto di lui, quanto delle dinamiche stravolgenti che avevano messo nel tritacarne una popolazione intera.
Alexis lo chiama cetnico, e in parte credo che non si sbagli. ma posso assicurarvi che da ragazzo Sinisa non aveva la benché minima coscienza neanche di essere serbo; nella sua confusa sfera identitaria sicuramente c'era l'orgoglio di appartenere ad un popolo indipendente, che aveva saputo dire di no all'occidente e anche all'Unione Sovietica, e che aveva saputo trasformare una serie di paesi ai margini degli imperi in uno stato che aveva un ruolo e un'importanza strategica a livello mondiale. Sinisa come migliaia di altri ragazzi era e si sentiva semplicemente jugoslavo, e fu il tritacarne della guerra civile a indurre in lui una sindrome dell'accerchiamento, una vera e propria paranoia identitaria.
nè i tagliagole musulmani (al qaida si fece le ossa nel conflitto jugoslavo) né gli ustascia (questo era il vocabolario degli ex-jugoslavi dopo la guerra civile, non certo il mio, che avevo visto la sofferenza di tutti i popoli, dal cimitero di Tuzla al ponte di Mostar ai rifugiati superstiti degli eccidi in Krajina) avevano meno colpe dei cetnici, eppure erano alleati e buoni amici dell'occidente, mentre ai serbi era rimasto il disprezzo di tutto il mondo, e un'alleanza possibile solo con i correligionari ortodossi russi.
ecco, Sinisa stava pienamente in questo trip identitario, che a me ovviamente ripugnava: e glielo dicevo, cercavo di fargli capire che la trappola identitaria era proprio quello che aveva distrutto i luoghi e l'ambiente della sua infanzia.
i bombardamenti della nato, partiti dai nostri aeroporti, spinsero questa paranoia identitaria all'eccesso, non solo per Sinisa, ma per molti, moltissimi che si sentivano jugoslavi e che erano diventati serbi e della parte peggiore, più razzista e nazionalista.
mi ero fatto dare del fascista senza reagire, al mercato di Nis, mentre guardavo con orrore gli effetti delle bomba a grappolo, comprendendo che per chi stava sotto quelle bombe tutti noi italiani avevamo una responsabilità. con Sinisa invece ero molto rigido, lui non c'era stato, sotto le bombe, e aveva il dovere di ragionare. gli spiegavo con molta nettezza che i nazionalismi ci facevano schifo, che che tra i ragazzi che avremmo aiutato c'erano musulmani, cristiani e rom, che noi non volevamo distinguere tra l'uno e l'altro popolo, che i bambini erano tutti sicuramente innocenti.
non posso dire che mi approvasse, mi ascoltava con molto scetticismo, ma ragionava e seppure non fosse certo convinto delle mie argomentazioni, certamente finì per rispettarle.
ma da "fuoriuscito", e da privilegiato, non sapeva sottrarsi agli identitarismi più radicali: abbandonarli lo avrebbe fatto sentire un traditore, un "disertore".
dopo quel breve periodo non mi capitò più di incontrarlo, e francamente non ci tenevo neanche, anzi per la verità contestai apertamente la strategia dell'organizzazione di rivolgersi a persone famose per sostenere la propria causa, ero molto più a favore di una diffusione del sostegno a livello di base, piuttosto che rivolgersi a "personaggi", anche lontani dalle nostre idee. in breve infatti ne uscii.
ora che se n'è andato, più giovane di me, non posso nascondere il mio dispiacere e la mia tristezza. Sinisa mi fa pensare a quelli che oggi sono nello stesso tritacarne che ha vissuto lui da ragazzo, dentro guerre non scelte e non volute che cambiano il panorama a forza di bombe ma soprattutto a forza di ideologie imposte che condizioneranno le vite e la storia dei popoli, sempre in nome di insensate identità nazionali, che nascondono le schifezze di interessi economici e geopolitici e trasformano le popolazioni in soldati, in automi, in oggetti senza una propria personalità, costretti in una identità che prima neanche conoscevano.
scusate la lunghezza, ma mi sembrava una storia da raccontare, non solo il ricordo di una persona che se ne è andata.
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Budiulik
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Re: Mihajlovic

Messaggio da Budiulik »

Amarantite ha scritto: ven 16 dic 2022, 20:52
ateo ha scritto: ven 16 dic 2022, 19:16
piazza ha scritto: ven 16 dic 2022, 17:38 Rispetto per il simbolo che era diventato nella lotta alla leucemia.
Grandissimo giocatore e non si discute; come allenatore un po’ meno.
Su quello che è stato l’uomo, soprattutto prima della malattia però stendiamo un velo pietoso.
In matematia ero bravino quindi :
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UNA MERDA IN MENO
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Lo so si puo passare da merde anche noi ma condivido in pieno,condoglianze alla famiglia
Una nazione che ha scordato il proprio passato non ha un futuro.
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piazza
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Re: Mihajlovic

Messaggio da piazza »

mastacchi ha scritto: sab 17 dic 2022, 10:54 du' parole su Sinisa mi tocca spenderle, se non altro perché m'è capitato di conoscerlo.
nel '98 facevo parte d'un'associazione pacifista, mi occupavo in particolare degli orfanotrofi Jugoslavi; c'era stata l'aggressione della nato alla decapitata Jugoslavia, che era rimasta ormai solo con le federazioni della Serbia e del Montenegro, dopo che le guerre fratricide di inizio anni '90 avevano dissolto la precedente unità federativa.
ero stato diverse volte in Jugoslavia, mi ero sentito chiamare fascista, visto che consideravano anche noi bombardatori di mercati, di scuole, di treni, di fabbriche, di centrali elettriche, di treni, dell'edificio della televisione pubblica; avevo ampiamente fraternizzato con i reidui di socialismo che erano palesi (il consiglio di fabbrica della Zastava, dove si costruivano automobili), mi ero commosso per la profonda memoria della resistenza all'invasione nazifascista, e avevo ammirato il sistema di accoglienza dei piccoli orfani, che veniva attuato perlopiù non attraverso istituti, ma attraverso l'affidamento a famiglie che ricevevano un contributo dallo stato ed erano coordinati da un insieme di appassionati assistenti sociali "nomadi", che coordinavano le famiglie con una professionalità gentile e attenta.
ed è stato in questa situazione che mi è capitato di conoscere Sinisa; contribuì alle nostre iniziative, ma soprattutto si faceva raccontare di un paese che considerava suo e che nello stesso tempo stentava a riconoscere.
questi piccoli confronti che ci furono con lui mi fecero capire parecchie cose non tanto di lui, quanto delle dinamiche stravolgenti che avevano messo nel tritacarne una popolazione intera.
Alexis lo chiama cetnico, e in parte credo che non si sbagli. ma posso assicurarvi che da ragazzo Sinisa non aveva la benché minima coscienza neanche di essere serbo; nella sua confusa sfera identitaria sicuramente c'era l'orgoglio di appartenere ad un popolo indipendente, che aveva saputo dire di no all'occidente e anche all'Unione Sovietica, e che aveva saputo trasformare una serie di paesi ai margini degli imperi in uno stato che aveva un ruolo e un'importanza strategica a livello mondiale. Sinisa come migliaia di altri ragazzi era e si sentiva semplicemente jugoslavo, e fu il tritacarne della guerra civile a indurre in lui una sindrome dell'accerchiamento, una vera e propria paranoia identitaria.
nè i tagliagole musulmani (al qaida si fece le ossa nel conflitto jugoslavo) né gli ustascia (questo era il vocabolario degli ex-jugoslavi dopo la guerra civile, non certo il mio, che avevo visto la sofferenza di tutti i popoli, dal cimitero di Tuzla al ponte di Mostar ai rifugiati superstiti degli eccidi in Krajina) avevano meno colpe dei cetnici, eppure erano alleati e buoni amici dell'occidente, mentre ai serbi era rimasto il disprezzo di tutto il mondo, e un'alleanza possibile solo con i correligionari ortodossi russi.
ecco, Sinisa stava pienamente in questo trip identitario, che a me ovviamente ripugnava: e glielo dicevo, cercavo di fargli capire che la trappola identitaria era proprio quello che aveva distrutto i luoghi e l'ambiente della sua infanzia.
i bombardamenti della nato, partiti dai nostri aeroporti, spinsero questa paranoia identitaria all'eccesso, non solo per Sinisa, ma per molti, moltissimi che si sentivano jugoslavi e che erano diventati serbi e della parte peggiore, più razzista e nazionalista.
mi ero fatto dare del fascista senza reagire, al mercato di Nis, mentre guardavo con orrore gli effetti delle bomba a grappolo, comprendendo che per chi stava sotto quelle bombe tutti noi italiani avevamo una responsabilità. con Sinisa invece ero molto rigido, lui non c'era stato, sotto le bombe, e aveva il dovere di ragionare. gli spiegavo con molta nettezza che i nazionalismi ci facevano schifo, che che tra i ragazzi che avremmo aiutato c'erano musulmani, cristiani e rom, che noi non volevamo distinguere tra l'uno e l'altro popolo, che i bambini erano tutti sicuramente innocenti.
non posso dire che mi approvasse, mi ascoltava con molto scetticismo, ma ragionava e seppure non fosse certo convinto delle mie argomentazioni, certamente finì per rispettarle.
ma da "fuoriuscito", e da privilegiato, non sapeva sottrarsi agli identitarismi più radicali: abbandonarli lo avrebbe fatto sentire un traditore, un "disertore".
dopo quel breve periodo non mi capitò più di incontrarlo, e francamente non ci tenevo neanche, anzi per la verità contestai apertamente la strategia dell'organizzazione di rivolgersi a persone famose per sostenere la propria causa, ero molto più a favore di una diffusione del sostegno a livello di base, piuttosto che rivolgersi a "personaggi", anche lontani dalle nostre idee. in breve infatti ne uscii.
ora che se n'è andato, più giovane di me, non posso nascondere il mio dispiacere e la mia tristezza. Sinisa mi fa pensare a quelli che oggi sono nello stesso tritacarne che ha vissuto lui da ragazzo, dentro guerre non scelte e non volute che cambiano il panorama a forza di bombe ma soprattutto a forza di ideologie imposte che condizioneranno le vite e la storia dei popoli, sempre in nome di insensate identità nazionali, che nascondono le schifezze di interessi economici e geopolitici e trasformano le popolazioni in soldati, in automi, in oggetti senza una propria personalità, costretti in una identità che prima neanche conoscevano.
scusate la lunghezza, ma mi sembrava una storia da raccontare, non solo il ricordo di una persona che se ne è andata.
Valgono più queste parole che hai scritto qui te che mille discorsi banali e distaccati dalla realtà che ho sentito fà da quando si è ammalato a ora che è morto.
Senza piaggeria alcuna, ti dico che sei la classica persona di cui si dice che è interessante leggere anche quando scrive la lista della spesa.
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