Re: Esciua do Brazil
Inviato: gio 2 nov 2023, 19:35
Non è per niente semplicistico e non poteva essere detto megliopottineamorte ha scritto: ↑gio 2 nov 2023, 15:45 Su Toccafondi non dico nulla, perché mi sono già espresso in passato e, allo stato attuale, non ha senso mettersi a rivangare più di tanto.
Venendo al discorso generale e alla domanda che avete posto in molti, riassumibile con "Ma cosa cazzo abbiamo che non va, qui a Livorno? Perché certe situazioni capitano solo a noi?", premesso che, come diceva Piazza, non è vero che succedono solo qui, per me la questione è la seguente.
Livorno è una città di provincia in piena decadenza economica, sociale e demografica, governata da cento anni dalla stessa parte, tolta una breve quanto infelice parentesi. Lasciate stare il colore politico, non è quello il punto, ma sta di fatto che è così. Non sto dicendo che solo qui funzioni in questo modo, ma è di Livorno che stiamo parlando. In un contesto simile, quando l'amministrazione locale è più simile a un feudo medievale che a un moderno comune europeo, dal momento che è sempre stata quella, al di là dei cambiamenti di nome e di simbolo, è inevitabile che si creino dei rapporti di convivenza tra potere politico e potere economico un po' "particolari", se mi passate il termine. Nulla di illecito, nulla di illegale, però è così, lo sappiamo tutti: a Livorno, piaccia o no, lavorano sempre gli stessi e i vaini li fanno girare sempre gli stessi.
Ora, sappiamo tutti che il mondo del calcio è una giungla, popolata da avventurieri, banditi e filibustieri di ogni genere; gli imprenditori solidi e "seri" che, nel 2023, decidono di avventurarvisi sono pochissimi, perché il calcio è un affare in perdita per definizione e l'esigenza di abbattere un po' di imponibile non basta (più) a sostenere certi rischi. Ho detto nel 2023 non a caso, perché il mondo è cambiato, c'è una crisi economica costante da quindici anni e nessun soggetto serio ha più la voglia o la forza di svenarsi per un giocattolo così costoso e pericoloso. Se ci si limita all'Italia, le società solide fanno riferimento a realtà medio-piccole e appartengono a imprenditori non solo solidi, ma anche dotato di una "visione", di un progetto ben definito. In soldoni, gente che non si limita a buttare vaini, ma che lo fa con competenza. Atalanta e, soprattutto, Sassuolo e Monza sono l'esempio più lampante. Le ultime due sono città piccole, piazze con pochissima storia e con ancora meno pressione, dove la società ha investito tanto e ha sposato una visione chiara, tanto sul campo quanto fuori dal campo. Empoli è un altro esempio, lì la vecchia gestione padronale si è evoluta in un approccio più manageriale, soprattutto con riferimento alle strutture e alle giovanili, perché solo così una società del genere può sopravvivere a certi livelli a lungo e senza fare la botta. Prendere una società professionistica così, tanto per vivacchiare alla giornata, non usa più, per i motivi che dicevo sopra. Gestioni come quella del genovese si fanno sempre più rare, complice anche l'arrivo in massa di proprietà straniere, spesso costituite da fondi d'investimento, il cui modus operandi è completamente diverso.
Vengo finalmente al punto. Senza scomodare Bill Gates o Jeff Bezos, mi metto nei panni di un investitore solido, danaroso e serio che, per qualche motivo, vuole entrare nel mondo del calcio.
Di sicuro, lo farei per guadagnarci e per far fruttare l'investimento, quindi cercherei una piazza dove rilanciare le giovanili e dove investire in maniera cospicua sulle strutture (stadio, centro sportivo, ecc.). Magari mi accorgerei che Livorno fa al caso mio, mi avvicinerei all'attuale proprietario e all'amministrazione cittadina ed esporrei i miei progetti, ma poi mi ritroverei di fronte a un sistema che non potrei piegare. Mi sentirei dire che, se voglio fare lo stadio, devo mettere in mezzo Tizio, che per il centro sportivo devo lavorare con Caio, che per i campi delle giovanili devo per forza sentire Sempronio, che per la gestione dello stadio non posso prescindere da un altro Tizio e da un altro Caio, che in società ci devo mettere un altro Sempronio, e così via, altrimenti mi attacco.
Ecco, io, a quel punto, farei un bel pernacchione a Livorno e andrei a investire, che so, a Savona o a Grosseto, perché, quando si tratta di vaini, il fatto che Livorno non cai nemmeno Savona e Grosseto passa inevitabilmente in secondo piano.
Purtroppo, come disse tempo fa Gozzata (anche se riferendosi ad altro, credo), Livorno è vittima di sé stessa da sempre, perché si regge su un sistema che va avanti da decenni e che coinvolge tutti i gangli della città, non solo del calcio. Poi ci sarebbero altre cose da dire, anche con riferimento alla piazza nel senso calcistico del termine, perché ci sono molti più abbocconi di quanto si voglia ammettere e non mi riferisco solo a chi si è pisciato addosso per il brasiliano, ma anche a chi si è fatto andare bene qualsiasi cosa della precedente gestione (perché tanto c'era Igor nella dirigenza e le garanzie erano "pese") e, prima ancora, a chi ha difeso fino all'ultimo le nefandezze del ligure, arrivando ad addossare ai critici la colpa del fallimento e della sparizione nei dilettanti.
Mio parere personale, sicuramente semplicistico, ma la vedo così.