spiritual ha scritto: ↑ven 27 ago 2021, 13:42
Sul nucleare la discussione è stata molto ideologica e naturalmente condizionata psicologicamente dagli eventi. Ciò non toglie che lo smaltimento delle scorie è un problema reale e che diventa difficile trovare ubicazioni sicure sia per le centrali che per le scorie stesse. C'è un altro aspetto da considerare: un mondo dove si sfrutta in modo primario l'energia nucleare alla fine metterebbe in condizione il primo dittatore imbecille di qualche piccola nazione di provare a costruirci l'atomica da usare come arma di ricatto.
D'altra parte, usare per intero l'energia elettrica sostituendo anche in gran parte l'uso dei combustibili sarebbe un'ottima soluzione, se la produzione dell'energia fosse pulita. Bisognerebbe capire quanta energia verde può essere prodotta massificando l'utilizzo delle fonti naturali: sole, vento, maree.
Fermo restando che chi ad oggi possiede il know how industriale per l'utilizzo del nucleare è anche fra i più inquinanti ed avanzati. Gli altri paesi, che hanno o dicono di avere le bombe atomiche, sono paesi dove il governo non ti dico è fantoccio ma quasi.
PEr quanto riguarda le scorie invece, leggendo gli ultimi dati e studi, mi sono ricreduto parecchio. Quando ero piccolo si parlava di inviare nello spazio, addirittura verso il sole, navicelle piene di scorie. Il tutto pagato dai paesi produttori. La realtà è ben diversa.
Giusto per conoscenza riporto quanto ho letto.
LE scorie vengono divise in 3 categorie:
-Rifiuti a bassa attività (LLW): tutto ciò che ha una radioattività superiore alla soglia consentita per i rifiuti comuni, ma che non richiede schermature particolari per essere maneggiato o trasportato.
-Rifiuti ad attività intermedia (ILW): tutto ciò che non ha una radioattività così alta da richiedere un raffreddamento, ma va comunque schermato anche durante il trasporto.
-Rifiuti ad alta attività (HLW): tutto ciò che ha una radioattività sufficientemente elevata da richiedere di essere raffreddato (i decadimenti radioattivi generano calore).
Durante il processo produttivo si generano tutti e 3 le tipologie. Ad esempio: le barre di combustibile esausto e i liquidi risultanti dal riprocessamento di quest'ultimo sono rifiuti di alto livello.
Il cladding metallico all'interno del quale vengono incorporate le pastiglie di combustibile prima dell'inserimento nel reattore e le resine che si utilizzano durante il trattamento iniziale del combustibile sono rifiuti di livello intermedio.
Qualunque altro tipo di materiale contaminato, inclusi i filtri dell'acqua di raffreddamento del reattore, le tute indossate dal personale, la strumentistica usa e getta, etc. viene considerato rifiuto di basso livello.
Tutta questa roba va inesorabilmente stoccata. Infatti, i rifiuti radioattivi di basso livello hanno un'attività molto debole e di breve durata, per questo generalmente vengono tenuti in depositi speciali per un tempo che può andare da pochi mesi a qualche anno, e poi possono essere smaltiti come rifiuti normali.
Per le scorie di livello intermedio il discorso sarebbe simile, solo con tempi più lunghi; tuttavia per motivi economici (e pratici) molti Stati preferiscono gestire i rifiuti ad attività intermedia assieme ai rifiuti ad alta attività, in modo da semplificare le procedure (normalmente in questo caso le scorie di livello intermedio vengono inglobate nel cemento). Ad oggi l'unica nazione che separa le scorie di livello intermedio da quelle di alto livello è la Francia.
I rifiuti radioattivi di alto livello possono andare incontro a destini diversi: dato che i tempi di decadimento sono molto lunghi, la soluzione di cui si sente parlare più spesso è lo stoccaggio in depositi di profondità, in luoghi dove la geologia garantisca terreno impermeabile e non soggetto a sismi di grande intensità. Tuttavia ad oggi solo pochi paesi hanno approntato depositi del genere (tra questi la Finlandia e la Norvegia, quest'ultima senza nemmeno avere un programma nucleare), mentre gli altri mantengono i rifiuti di alto livello in depositi di superficie adeguatamente schermati, e questo dipende essenzialmente da motivazioni di carattere economico: dal momento che i volumi di scorie di alto livello che si producono sono molto contenuti, è più conveniente affrontare i costi vivi legati allo stoccaggio superficiale che investire nella ricerca e nella predisposizione di un sito di profondità adeguato. Nella foto il capannone di stoccaggio canadese degli ultimi 70 anni di deposito di scorie alto/medio livello
Giusto per schematizzare cosa ci sia nel combustibile in entrata ed in uscita, supponendo realisticamente un combustibile arricchito al 5%,
In entrata:
95% Uranio 238
5% Uranio 235
In uscita:
92% Uranio 238
1,5% Uranio 235 + Uranio 236
1,5% Plutonio 239 + Plutonio 240 (fissili)
5% Prodotti di fissione
La parte utile l'Uranio 235 e l'1,5 % di plutonio è recuperabile quasi totalmente e può essere utilizzato come combustibile nei reattori MOX. In questa maniera rimane praticamente soltanto il 5% di prodotto fissile. Questi ultimi sono costituiti per i due terzi da isotopi stabili e per la parte rimanente da sostanze radioattive, alcune delle quali sono pericolose per la salute (in particolare il Cesio 137, lo Stronzio 90 e lo Iodio 131). Ma i prodotti di fissione non hanno tempi di decadimento millenari: tra tutti gli elementi che si generano dalla fissione dell'Uranio, il tempo di dimezzamento più lungo è quello del Cesio 137, ed è di circa 30 anni; il più pericoloso tra i prodotti di fissione, lo Iodio 131, si dimezza in appena 8 giorni. Dunque la componente più pericolosa delle scorie di alto livello esaurisce la sua radioattività in tempi relativamente brevi. L'Uranio esausto è invece quello che resta radioattivo per tempi molto lunghi, ma è assai meno tossico: innanzitutto perché i tempi di decadimento così lunghi sono proprio dovuti ad un'emissività radioattiva bassa, e in secondo luogo perché il principale modo di decadimento dell'Uranio è l'emissione di particelle alfa, che sono estremamente facili da schermare (in effetti la nostra pelle è più che sufficiente allo scopo). Per avere effetti sulla salute da emissioni alfa occorre avere irradiazione interna, cosa che sostanzialmente si potrebbe verificare solo se l'Uranio venisse ingerito o inalato, il che implica che l'unica cosa a cui bisogna fare realmente attenzione nello stoccaggio delle scorie radioattive è la possibile contaminazione di falde acquifere.
A me sta roba fa pensare, mi sembra una mera questione politica.