Ultras in gradinata
- Stenterello 2
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Re: Ultras in gradinata
"Visione del tifo apolitico".
Mai piaciuta questa cosa in generale, perché, dove si dice così, ci ho sempre sentito odore di destrume che non si palesa apertamente, ma c'è.
Mai piaciuta questa cosa in generale, perché, dove si dice così, ci ho sempre sentito odore di destrume che non si palesa apertamente, ma c'è.
BER MI' PIANO B
Re: Ultras in gradinata
Ovvio a Livorno è sempre stato argomento (e in alcuni casi una vera e propria scusa) per 'attaccare' un gruppo.
Io parlo come già ripetuto più volte per conto di un altro gruppo (di gradinata), per cui non mi spendo troppo al riguardo.
Capisco anche che qui sopra scrivano più 'tifosi' o comunque persone molto lontane delle logiche di stadio, altro motivo per cui eviterei di parlare riguardo cose e dinamiche di cui non si sanno i dettagli e di cui non se ne capisce il funzionamento.
Io parlo come già ripetuto più volte per conto di un altro gruppo (di gradinata), per cui non mi spendo troppo al riguardo.
Capisco anche che qui sopra scrivano più 'tifosi' o comunque persone molto lontane delle logiche di stadio, altro motivo per cui eviterei di parlare riguardo cose e dinamiche di cui non si sanno i dettagli e di cui non se ne capisce il funzionamento.
20/10 DARIO E ROGER LIBERI
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Re: Ultras in gradinata
Evito altre osservazioni, solo una per rimanere in tema prettamente calcistico e non ultras.
Il fatto che il primo a rilanciare la cosa sia stato quel sito li mi da da pensare che la cosa verrà fatta passare (sottolineo che non ho detto è, non perché penso che non possa essere ma semplicemente perché non lo so anche se qualcosa me lo farebbe pensare, ma "verrà fatta passare") come situazione o segnale di riavvicinamento alla società
Più che il passaggio sulla visione politica mi ha colpito quello su "...solo per la maglia amaranto" che, nella possibile logica di cui sopra, mi pare un distinguo dalla curva (non credo, per dire, che l'idea fosse di fare un distinguo dal magnozzi o dal campanile) nel volere andare nel verso contrario alla stessa ovvero nel verso del riavvicinamento alla società. E fin qui, sempre sottolineo se così fosse, legittimissimo per carità.
Un sottinteso che mi pare non trascurabile e che nemmeno tanto fra le righe ci si potrebbe leggere un puntare l'attenzione verso qualcuno che non pensa solo alla maglia amaranto (che anche qui nel caso dubito si intendesse il magnozzi o lo stua) Ergo a chi non piace questa società è perché non pensa alla maglia amaranto...
Il fatto che il primo a rilanciare la cosa sia stato quel sito li mi da da pensare che la cosa verrà fatta passare (sottolineo che non ho detto è, non perché penso che non possa essere ma semplicemente perché non lo so anche se qualcosa me lo farebbe pensare, ma "verrà fatta passare") come situazione o segnale di riavvicinamento alla società
Più che il passaggio sulla visione politica mi ha colpito quello su "...solo per la maglia amaranto" che, nella possibile logica di cui sopra, mi pare un distinguo dalla curva (non credo, per dire, che l'idea fosse di fare un distinguo dal magnozzi o dal campanile) nel volere andare nel verso contrario alla stessa ovvero nel verso del riavvicinamento alla società. E fin qui, sempre sottolineo se così fosse, legittimissimo per carità.
Un sottinteso che mi pare non trascurabile e che nemmeno tanto fra le righe ci si potrebbe leggere un puntare l'attenzione verso qualcuno che non pensa solo alla maglia amaranto (che anche qui nel caso dubito si intendesse il magnozzi o lo stua) Ergo a chi non piace questa società è perché non pensa alla maglia amaranto...
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
Re: Ultras in gradinata
Commento di Lenny:
Mi è stato a più riprese chiesto un commento, lo farò dettagliato, alla mia, perché questo serve per spazzare via gli ignavi inadeguati. Che sia un monito per chi verrà. Perché le cose vanno sempre spiegate, e motivate bene.
Molti anni fa quando tanti ancora giocavano alla playstation, noi combattevamo l'ipocrisia di definirsi “apolitici” di molte curve o gruppi. Il termine paraculo ha una radice chiara: codardia o inadeguatezza sociale, quasi sempre peculiarità mischiate all'opportunismo.
Che cosa sarebbe un apolitico? Un essere che non ha idea su niente? Che non ha reazioni verso tutto ció che gli accade intorno, che non ha idee su come vada gestito, se non la società, il proprio nucleo? Che non si occupa di niente se non del ristretto e limitato ruolo di tifare la propria squadra di calcio?
Ovviamente tutto ciò è impossibile. L'apoliticità non esiste, se non – appunto – nei casi in cui questa scelta ha un senso strategico che prima o poi implode e finisce, o viene ingoiato e sostituito (solitamente da idee destrorse, più facili da pregnare nel qualunquismo che questa scelta genera) tramutandosi in ciò che tende a diventare per propria natura. Non è una semplice opinione, è empirismo, chiunque conosce bene la storia del movimento del tifo sa bene che dall'apoliticità si è arrivati in maniera piú o meno diretta, e naturale, a destra. Semplicemente perché è più facile ed è un pensiero meno vincolante di una coscienza sociale che rivolge attenzione alla collettività ed alla giustizia sociale. L'apoliticità è il mezzo che fa dimenticare le contraddizioni di uno sport, un mondo, che vuole essere popolare, che si rivolge al popolo, perché senza di esso non sarebbe niente, ma crea enormi differenze sociali e vorrebbe relegare gli spettatori a stupidi e vuoti consumatori di uno spettacolo sportivo, individui che non si chiedono più di poter essere semplici clienti. E così la domenica si dimenticano di tutto ciò che gli accade durante la settimana e pensano solamente al calcio giocato, così da non turbare nessuno con le proprie rimostranze da esseri pensanti. L'apoliticità è comoda ai giocatori che fanno le bizze per contratti milionari e che vorrebbero essere tutelati in queste richieste da chi nella vita il pari di uno stipendio di un anno di questi, non lo vedrà forse nella sua intera esistenza di miseri salari fatti di sudore e rischio di morte. L'apoliticità, per andare nel concreto e nello specifico locale, è il mezzo che ti fa essere simpatico e spendibile ad un presidente che bela per due bottigliette in campo, "perchè ci sono i bambini' ma poi difende un governo che ne ha ammazzati 17.000 tra donne e bambini, e solo perché i soldi che spende provengono da quelle parti. L'apoliticità è il vestito comodo con il quale puoi solidarizzare col padrone mentre gli operai muoiono di fame e sono sottopagati, con il quale puoi far pensare che il "nemico" è il rivale del campanile della domenica e non chi ti vorrebbe morto. L'apoliticità è la scusa di chi non ha la dignità di avere un'idea da rivendicare. L'apoliticità è il mezzo per prendere i like dagli stupidi destri che vorrebbero spazio. È il mezzo per sputare su chi ha data il sangue per la nostra libertà.
L'apoliticità è il giaciglio di chi non vuole prendersi la responsabilità delle proprie idee, ammesso che ne abbia, e della propria esistenza. L'apoliticità è il mezzo con il quale si risponde in maniera confusa a tutto ciò che ci circonda, e quando ti capita un dramma tra le mani non sai neppure capire da cosa è derivato. L'apoliticità, in quanto a conti fatti non esiste, perchè un uomo che non ha idee non merita di esprimersi, è la morte.
Morte all'apoliticità!
Tutto questo non si coniuga con la storia della nostra città, mai stata apolitica e ignava, dal 1496 al risorgimento, per non parlare del resto, dal '21 al dopoguerra, e tantomeno di una squadra che ha un inno fatto da chi aveva ub chiaro respiro politico, basta ascoltarlo, quindi di una società la cui storia è legata alla tradizione operaia e popolare, senza la quale Livorno non sarebbe la stessa. Forse avete semplicemente sbagliato città, come il presidente.
Tenete lontano questo germe insano dagli spazi che hanno fatto la storia per averla combattuta, o sarete condannati ad essere degli ignavi, nemici, più dei rivali. Indifferenti da odiare, come diceva Gramsci. Preferisco un nemico che si schiera di un "amico" che non ne sente il bisogno. Per questo quando sento parlare di apoliticità so che chi la nomina o è un utile stupido, o una persona in malafede. In entrambe i casi pericoloso e da ridurre al silenzio.
Mi è stato a più riprese chiesto un commento, lo farò dettagliato, alla mia, perché questo serve per spazzare via gli ignavi inadeguati. Che sia un monito per chi verrà. Perché le cose vanno sempre spiegate, e motivate bene.
Molti anni fa quando tanti ancora giocavano alla playstation, noi combattevamo l'ipocrisia di definirsi “apolitici” di molte curve o gruppi. Il termine paraculo ha una radice chiara: codardia o inadeguatezza sociale, quasi sempre peculiarità mischiate all'opportunismo.
Che cosa sarebbe un apolitico? Un essere che non ha idea su niente? Che non ha reazioni verso tutto ció che gli accade intorno, che non ha idee su come vada gestito, se non la società, il proprio nucleo? Che non si occupa di niente se non del ristretto e limitato ruolo di tifare la propria squadra di calcio?
Ovviamente tutto ciò è impossibile. L'apoliticità non esiste, se non – appunto – nei casi in cui questa scelta ha un senso strategico che prima o poi implode e finisce, o viene ingoiato e sostituito (solitamente da idee destrorse, più facili da pregnare nel qualunquismo che questa scelta genera) tramutandosi in ciò che tende a diventare per propria natura. Non è una semplice opinione, è empirismo, chiunque conosce bene la storia del movimento del tifo sa bene che dall'apoliticità si è arrivati in maniera piú o meno diretta, e naturale, a destra. Semplicemente perché è più facile ed è un pensiero meno vincolante di una coscienza sociale che rivolge attenzione alla collettività ed alla giustizia sociale. L'apoliticità è il mezzo che fa dimenticare le contraddizioni di uno sport, un mondo, che vuole essere popolare, che si rivolge al popolo, perché senza di esso non sarebbe niente, ma crea enormi differenze sociali e vorrebbe relegare gli spettatori a stupidi e vuoti consumatori di uno spettacolo sportivo, individui che non si chiedono più di poter essere semplici clienti. E così la domenica si dimenticano di tutto ciò che gli accade durante la settimana e pensano solamente al calcio giocato, così da non turbare nessuno con le proprie rimostranze da esseri pensanti. L'apoliticità è comoda ai giocatori che fanno le bizze per contratti milionari e che vorrebbero essere tutelati in queste richieste da chi nella vita il pari di uno stipendio di un anno di questi, non lo vedrà forse nella sua intera esistenza di miseri salari fatti di sudore e rischio di morte. L'apoliticità, per andare nel concreto e nello specifico locale, è il mezzo che ti fa essere simpatico e spendibile ad un presidente che bela per due bottigliette in campo, "perchè ci sono i bambini' ma poi difende un governo che ne ha ammazzati 17.000 tra donne e bambini, e solo perché i soldi che spende provengono da quelle parti. L'apoliticità è il vestito comodo con il quale puoi solidarizzare col padrone mentre gli operai muoiono di fame e sono sottopagati, con il quale puoi far pensare che il "nemico" è il rivale del campanile della domenica e non chi ti vorrebbe morto. L'apoliticità è la scusa di chi non ha la dignità di avere un'idea da rivendicare. L'apoliticità è il mezzo per prendere i like dagli stupidi destri che vorrebbero spazio. È il mezzo per sputare su chi ha data il sangue per la nostra libertà.
L'apoliticità è il giaciglio di chi non vuole prendersi la responsabilità delle proprie idee, ammesso che ne abbia, e della propria esistenza. L'apoliticità è il mezzo con il quale si risponde in maniera confusa a tutto ciò che ci circonda, e quando ti capita un dramma tra le mani non sai neppure capire da cosa è derivato. L'apoliticità, in quanto a conti fatti non esiste, perchè un uomo che non ha idee non merita di esprimersi, è la morte.
Morte all'apoliticità!
Tutto questo non si coniuga con la storia della nostra città, mai stata apolitica e ignava, dal 1496 al risorgimento, per non parlare del resto, dal '21 al dopoguerra, e tantomeno di una squadra che ha un inno fatto da chi aveva ub chiaro respiro politico, basta ascoltarlo, quindi di una società la cui storia è legata alla tradizione operaia e popolare, senza la quale Livorno non sarebbe la stessa. Forse avete semplicemente sbagliato città, come il presidente.
Tenete lontano questo germe insano dagli spazi che hanno fatto la storia per averla combattuta, o sarete condannati ad essere degli ignavi, nemici, più dei rivali. Indifferenti da odiare, come diceva Gramsci. Preferisco un nemico che si schiera di un "amico" che non ne sente il bisogno. Per questo quando sento parlare di apoliticità so che chi la nomina o è un utile stupido, o una persona in malafede. In entrambe i casi pericoloso e da ridurre al silenzio.
= There is always hope =
Re: Ultras in gradinata
Non fa una grinza.
- Stenterello 2
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- Iscritto il: ven 2 dic 2022, 17:38
Re: Ultras in gradinata
Strano che certe cose ci sia bisogno di dirle.
6 agosto 1284: l'estinzione dei pisani
Re: Ultras in gradinata
Io non la vedo così
Non è che chi non sceglie di fare politica allo stadio
Può essere tacciato con leggerezza di fascista o parafascista.
Allo stesso modo non credo che i ragazzi di gradinata
Possano essere tacciati come tali.
In ogni caso sono anni che sono presenti sia a Livorno che in trasferta,.se fossero stati fascisti mascherati i ragazzi della nord se ne sarebbero accorti.
Non è che chi non sceglie di fare politica allo stadio
Può essere tacciato con leggerezza di fascista o parafascista.
Allo stesso modo non credo che i ragazzi di gradinata
Possano essere tacciati come tali.
In ogni caso sono anni che sono presenti sia a Livorno che in trasferta,.se fossero stati fascisti mascherati i ragazzi della nord se ne sarebbero accorti.
Livorno ovunque giocherai
Noi siamo della Nord e non ti lasceremo mai
E tutti uniti..
Magnozzi Stua Silvestri Merlo Bimbi Lessi Picchi
Lupo Balleri Maggini Miguel Cristiano Lucarelli IGOR
Noi siamo della Nord e non ti lasceremo mai
E tutti uniti..
Magnozzi Stua Silvestri Merlo Bimbi Lessi Picchi
Lupo Balleri Maggini Miguel Cristiano Lucarelli IGOR
Re: Ultras in gradinata
L'apoliticità come segno distintivo. Poi come simbolo uno scudo crociato, un font per lo striscione che ricorda quello del fronte della gioventù e, almeno dalle foto viste, tutti vestiti di nero. Stile casual? Nel migliore dei casi tanta tristezza per quest'omologazione. La gentrificazione ultras.