LIVORNO-Inter 31 marzo 2014

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Pippoamaranto87
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LIVORNO-Inter 31 marzo 2014

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Una partita pazzesca da 0-2 a 2-2.
La Nord era in delirio al gol di Emeghara (uno dei pochi scarponi che fece gol a caso 😂).

SINTESI:



LIVORNO - Una pazza Inter getta al vento due punti all'Ardenza e fa felice il Livorno che mette in carniere un altro prezioso tassello in chiave salvezza. I nerazzurri possono davvero recriminare: hanno dominato per 50', poi, malgrado il gol di Paulinho che ha riaperto i conti, hanno controllato la gara, hanno fallito a più riprese il tris e alla fine hanno combinato un pasticcio difensivo che ha consentito ad Emeghara di regalare ai labronici un pareggio ormai insperato.

GUARIN, INGRESSO DISASTROSO - Mazzarri ha tutte le ragioni per avere i nervi a fior di pelle. L'Inter della ripresa è sembrata un film dell'orrore. Dopo aver dimostrato per un tempo di essere di un'altra categoria rispetto agli avversari si è improvvisamente seduta, beandosi davanti allo specchio. Ha prima cercato di controllare il risultato, poi non ha avuto la cattiveria per chiuderlo, infine ha impacchettato ai rivali il pareggio. L'emblema della serataccia nerazzurra è Guarin: è lui che a porta vuota ha fallito l'1-3 e che poi ha lanciato Emeghara verso la porta, consegnandogli il pallone del 2-2.

LIVORNO, PREMIATO IL CORAGGIO - Il Livorno ringrazia ma, comunque, qualche merito lo ha. Ha costruito sull'asse Greco-Paulinho il gol che lo ha rianimato dopo essere finito al tappeto. Ha ripreso fiducia grazie al nuovo assetto (4-3-1-2) e agli innesti (Duncan, Emeghara e Siligardi) proposti da Di Carlo e ha finito per essere premiato. La strada verso la salvezza resta in salita ma con questo spirito può tranquillamente sperare di farcela.

MAZZARRI, RIVOLUZIONE A CENTROCAMPO - Mazzarri ha deciso di far rifiatare mezzo centrocampo (Guarin, Cambiasso e Nagatomo), dando fiducia a Alvarez, Kuzmanovic e D'Ambrosio. Di contro Di Carlo ha lanciato l'ex di turno Belfodil al fianco di Paulinho, preferendo Valentini a Ceccherini in difesa. L'Inter ha preso il comando delle operazioni fin dai primi minuti e ha subito lambito i pali difesi da Bardi con Hernanes (2) e Jonathan.

IL LIVORNO NON SPAVENTA HANDANOVIC - Col passare dei minuti, però, i nerazzurri hanno calato i ritmi consentendo al Livorno di prendere fiducia. Gli amaranto hanno provato a far male in ripartenza appoggiandosi soprattutto sulla fascia sinistra ma i cross da qual versante non hanno trovato pronti alla devizione aerea vincente prima Belfodil e poi Mesbah.

HERNANES-PALACIO, UNO DUE MICIDIALE - L'Inter non si è spaventata e, sfruttando la buona vena di Alvarez, è riuscita a passare (37'): dal piede dell'argentino è partito un cross per Palacio che ha fatto da torre per Icardi; l'ex doriano ha lisciato il destro al volo consentendo all'accorrente Hernanes di siglare il primo gol in nerazzurro. Al Livorno è crollato il mondo addosso e prima della fine nel tempo ha incassato lo 0-2, opera di Palacio con una bella mezza girata al volo su cross dalla destra di Jonathan.

PAULINHO RIAPRE I GIOCHI - Nella ripresa l'Inter ha sfiorato subito il tris con Palacio poi, però, è stata gelata da Paulinho che ha chiuso meravigliosamente uno schema su calcio d'angolo con Greco infilando il pallone di prima intenzione sotto l'incrocio. I toscani hanno ripreso fiducia, complice anche il più offensivo 4-3-1-2 varato da Di Carlo con Emeghara e Duncan al posto di Belfodil ed Emerson, ma l'Inter non ha tremato. Ha continuato a mantenere il predominio del centrocampo, fallendo a più riprese il colpo del ko con Rolando, Icardi, Guarin (2) e Palacio.

GUARIN REGALA IL PARI AD EMEGHARA - Il Livorno si è difeso con i denti, è rimasto in partita e, all'85', ha visto piovere un regalo dal cielo: Guarin ha fatto un cervellotico retropassaggio dalla metà campo amaranto a Samuel che, preso in contropiede, è stato superato in velocità da Emeghara, bravo a battere anche Handanovic sulla sinistra. Mazzarri ha tentato il tutto per tutto inserendo nella mischia Botta ma ancora Icardi e poi lo stesso centrocampista dell'Inter non hanno trovato l'attimo giusto per raddrizzare il risultato. E così sfuma l'occasione di allungare il passo nei confronti delle dirette inseguitrici.

LIVORNO-INTER 2-2 (0-2)
Livorno (3-5-2): Bardi 6, Valentini 6, Emerson 5.5 (10′ st Duncan 6), Castellini 6.5, Mbaye 7, Benassi 6.5, Biagianti 6, Greco 6.5 (28′ st Siligardi sv), Mesbah 6, Paulinho 7, Belfodil 5.5 (10′ st Emeghara 7). (22 Anania, 37 Aldegani, 77 Rinaudo, 17 Ceccherini, 3 Gemiti, 85 Coda, 2 Piccini, 14 Mosquera, 29 Borja,) All.: Di Carlo.
Inter (3-5-2): Handanovic 6, Rolando 6.5, Samuel 5, Juan Jesus 5.5, Jonathan 6.5 (34′ st Zanetti sv), Kuzmanovic 6.5, Hernanes 7 (24′ st Guarin 4.5), Alvarez 6.5 (40′ st Botta sv), D'Ambrosio 5.5, Palacio 7, Icardi 5. (30 Carrizo, 12 Castellazzi, 23 Ranocchia, 6 Andreolli, 10 Kovacic, 55 Nagatomo, 19 Cambiasso, 21 Taider, 22 Milito). All.: Mazzarri.
Arbitro: Calvarese di Teramo 6.
Reti: 37′ pt Hernanes, 45′ pt Palacio, 9′ st Paulinho, 39′ st Emeghara.
Angoli: 5-4 per il Livorno.
Recupero: 1′ e 4′.
Espulsi: 30′ st il viceallenatore del Livorno Foschi per proteste
Ammoniti: Hernanes per gioco scorretto, Castellini per gioco scorretto, Samuel per proteste, Botta per condotta non regolamentare.
Spettatori: 15 mila circa.


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E non ci interessa dove giocherai alza gli occhi e ci saremo noi 🇱🇻
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piazza
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Re: LIVORNO-Inter 31 marzo 2014

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È la solita storia di quando una provinciale ospita una grande squadra: stadio pieno, euforia a mille, invasione quasi scontata e facce dipinte che ormai in Europa non vanno più di moda. Genitori con bambini, pessime sciarpe legate al collo, maglie non ufficiali della squadra indossate sotto ampi giacconi. Tutto questo è quel che rappresenta una partita di cartello che tale lo è solo per i tanti, ed a volte indesiderati, occasionali.

La Beneamata è uno squadrone, malgrado i risultati recenti parlino di giocatori un po’ alle corde, con una società ancora non del tutto organizzata e soprattutto non ancora convinta di aver preso una bella patata bollente. Però l’Inter si porta dietro sempre un bel numero di tifosi, simpatizzanti ed ultras, e, malgrado questa partita si giochi di lunedì sera, lo stadio presenta un colpo d’occhio veramente bello. I posti vuoti sono pochi, pochissimi, con qualche inevitabile ritardatario che entra quando il gioco già si sviluppa da qualche minuto. Ma chi entra regolarmente sui gradoni sono gli ultras delle due curve.

Il settore destinato agli ospiti vede qualche vuoto, non c’è il tutto esaurito e non si può perciò parlare d’invasione. Gli ultras interisti provenienti da Milano si possono stimare sulle duecento unità; poi ci sono quelli extra-Lombardia (che comunque fanno numero) ed infine i tifosi provenienti dalle zone toscane o immediatamente limitrofi. Mi sarei aspettato una presenza interista minore, in fin dei conti il giorno lavorativo, l’orario inusuale ed un andamento della squadra non proprio ottimo sono fattori che inevitabilmente influenzano la presenza numerica, ed invece, alla fine dei conti, gli Interisti portano numeri più che dignitosi.

Il pubblico di casa risponde alla grande: la Curva Nord è piena in ogni ordine di posto, e anche la Gradinata presenta un impatto visivo ottimo; è pur vero che tra i presenti c’è inevitabilmente qualche interista “camuffato”, però la stragrande parte dei presenti è di fede amaranto. Il pubblico di casa crede alla salvezza, le dirette concorrenti durante il week end non hanno fatto punti e nonostante l’avversario non sia dei più abbordabili, questa sera non c’è in fondo niente da perdere: una sconfitta sarebbe normale, strappare un punto sarebbe un ottimo risultato, vincere un sogno.

Gli ultras interisti, come abitualmente succede, fanno gruppo dietro lo striscione CN 69, sul quale non passa inosservata la pezza dei gemellati dei Blood Honour Varese, nemici dichiarati della curva livornese. Indovinare per quale motivo ci sia questa poca simpatia tra i due gruppi è sin troppo scontato. Inevitabili, già nel prepartita, i saluti di rito tra i due schieramenti: gli Interisti accendono la miccia con “Livornese pezzo di merda” e “Comunista pezzo di merda”; dall’altro versante, in un primo tempo si mostra disinteresse, poi, viste le ripetute offese, si risponde per le rime.

Se il prepartita è incentrato sui convenevoli, l’orario serale lascerebbe sperare in qualcosa dal punto di vista coreografico ed invece poco o nulla succede: gli Interisti salutano l’ingresso in campo delle squadre con tante bandiere a due aste ed un paio di bandieroni marcati Curva Nord agitati ai lati del gruppo centrale, mentre più defilata la Banda Bagaj si fa notare anch’essa per una paio di bei bandieroni.

La Curva Nord di casa mostra uno striscione rivolto alla squadra, “Fuori i coglioni”, accompagnato da un paio di cori che non hanno bisogno di ulteriori commenti: “Tirate fuori i coglioni” e “Se andiamo in B vi facciamo un culo così…”. La vena polemica si esaurisce quando l’arbitro decreta il via delle ostilità, allorquando il sostegno è incondizionato.

I numeri a disposizione degli ultras livornesi sono notevoli ed il tifo può viaggiare su di un livello per nulla da disprezzare: tanti battimani, cori potenti ed ottima partecipazione, con tutto il settore che risponde bene alle sollecitazioni. Qualche pausa è inevitabile per coordinare al meglio il sostegno. È ovvio che l’organizzazione non è delle più semplici e che, in questi casi, l’utilizzo di megafoni porterebbe ad una semplificazione che genererebbe una qualità dei cori nettamente migliore, ma ormai non c’è neanche più da piangere su quel che era ed ora non è più, a questo punto ci si è fatto il “callo” a vedersi vietare tutto ciò che è possibile vietare.

La curva di casa incentra tutto sull’incitamento alla squadra: tanti cori e poco colore, qualche bandierone viene sventolato nella parte bassa della curva ma, in questa serata, si bada poco all’estetica e molto alla sostanza.

Gli Interisti hanno la capacità di fare gruppo dietro lo striscione Curva Nord e riescono a coalizzare ultras ed accaniti tifosi. Il tifo ha, anche in questo caso, pochissime pause ed i cori sono seguitissimi; pure le persone che si trovano ai margini del gruppo principale, spesso e volentieri, partecipano ai cori, così il tifo che ne vien fuori non è assolutamente da disprezzare. A livello di colore le bandiere a due aste fanno in pieno il proprio dovere e vengono alzate ripetutamente, mentre i due bandieroni marcati Curva Nord vengono agitati ai lati del gruppo principale.

Gli Interisti, nel tifo, sono favoriti dal risultato che prende forma sul terreno di gioco. L’Inter riesce a sbloccare già nella prima frazione, poi resta, per gran parte del primo tempo, padrona del gioco e, proprio sul filo di lana, raddoppia. Il doppio svantaggio tarpa un po’ le ali al pubblico di casa, che nella prima frazione si è fatto sentire con un buon tifo e non ha mancato di inviare messaggi extracalcistici: “Cure palliative tagliate? Attenzione a cosa fate!”. Lo striscione riceve un bel po’ di applausi da tutto lo stadio, i tagli alla sanità non possono certo far felici i comuni cittadini.

La ripresa si prevede più emozionante sugli spalti che non sul campo e l’inizio avvalora questa tesi, con gli Interisti che si fanno notare ancora con le bandiere a due aste alzate e con i bandieroni a fare da contorno. Poi riprendono con i cori ed i battimani, indirizzando il tutto alla squadra, anche se non mancano i cori offensivi che di tanto in tanto si scambiano le due tifoserie.

La Curva Nord di fede amaranto, in questo secondo tempo, non lesina messaggi sotto forma di striscioni. Dopo pochi minuti dall’inizio delle ostilità, un lungo striscione si apre a centro curva ed il destinatario del pensiero è il presidente: “Spinelli: la nostra idea non cambia… siamo solo per la maglia!!”. A seguire qualche coro contro lo stesso presidente, accusato ormai da tempo immemore di investire in una squadra che, con qualche innesto di qualità, avrebbe avuto qualche possibilità in più di salvezza. Per vedere chi ha ragione, basta attendere il finale di campionato.

Un altro striscione ricorda il gemellaggio tra AEK di Atene e la curva livornese: la prima parte del messaggio è ad appannaggio di chi mastica il greco, la seconda vede impressa la frase “C’è solo Aek Livorno”.

Il tifo dei padroni di casa, pur con un risultato sfavorevole, non è male, anche se a cantare resta la sola zona centrale della curva. I cori si mantengono abbastanza potenti, le pause non sono prolungate e il movimento è perenne. Quando la squadra sul terreno di gioco sembra dare segni di risveglio, anche il pubblico sugli spalti comincia a credere di poter riaprire la partita e lo fa intendere con qualche coro più seguito e perciò più incisivo. Il Livorno accorcia le distanze con Paulinho, lasciato colpevolmente libero dalla difesa neroazzurra. Il tifo prende vigore ed i cori tornano ad essere boati, con i battimani che praticamente abbracciano tutto il settore.

Anche in Gradinata c’è chi prova ad offrire il proprio contributo: un paio di cori vengono intonati ed in un’altra occasione viene seguita la curva. L’ambiente ora è decisamente caldo, i cori sono interrotti solamente dall’esposizione dell’ultimo striscione di giornata che prende in considerazione la problematica diffide post Livorno-Verona: “Liv–Ver: rispetto per chi ha come priorità… la difesa della sua città!!”.

La partita sul terreno di gioco è viva. L’Inter sembra desiderosa di chiudere l’incontro, il Livorno prova ad agguantare il pari ma, inevitabilmente, fatica a ripianare il gap tecnico con la squadra avversaria. Ci pensa però Guarin a combinare la frittata della giornata, con un passaggio all’indietro sbadato che mette in moto l’attaccante Emeghara, il quale fulmina l’incolpevole Handanovic.

Il pareggio rinvigorisce tutto l’ambiente, la curva di casa è naturalmente su di giri, ma anche nel settore ospiti c’è chi non si arrende e lo dimostra con i fatti. Le due squadre si danno battaglia, gli ultimi minuti sono un concentrato di emozioni sia sugli spalti che sul terreno verde, ma il risultato non cambia ed a festeggiare è il pubblico di casa che si prende un punto insperato.

Al termine dell’incontro si risentono le offese tra le due tifoserie ed anche il pubblico “normale” non manca di sbeffeggiare gli Interisti per il risultato sfavorevole. Il settore ospiti sembra non curarsi troppo del risultato e la butta sull’ironia; ormai i bocconi amari ingoiati in questi anni sono stati tanti ed anche in questa stagione c’è rimasto da inseguire solamente l’obiettivo Europa League, sempre meglio di niente.


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