Livorno anni 40

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Livorno anni 40

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Re: Livorno anni 40

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LIVORNO 1940-41
Dopo la pronta risalita nella massima serie dell'anno prima, la panchina venne riaffidata al magiaro József Viola, coadiuvato da Renato Nigiotti.
La squadra nella prima parte della stagione giocò bene e divertì i tifosi e dopo aver battuto il Bari alla 18ª giornata si ritrovò in quinta posizione in classifica, ma poi arrivò un improvviso crollo e l'undici amaranto sprofondò in piena zona retrocessione.
Ci volle un'impennata di orgoglio per non rovinare tutto e la svolta arrivò alla penultima giornata con il roboante 6-1 inflitto alla Roma, che permise al Livorno di affrontare serenamente l'ostacolo Torino all'ultima di campionato.
Gli amaranto si piazzarono in tredicesima posizione con 28 punti.
Lo scudetto lo vinse il Bologna con 39 punti, seconda l'Ambrosiana Inter con 35 punti, terze Milan e Fiorentina con 34 punti.


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LIVORNO 1941-42
Nella stagione 1941-42 il Livorno disputò il suo ottavo campionato di Serie A e per i labronici fu un campionato in salita, sempre in lotta per non retrocedere,.
Nel finale di stagione, la lotta per la salvezza si fece serrata, coinvolgendo squadre blasonate come Ambrosiana Inter, Napoli e Fiorentina.
Alla penultima giornata giunse la sconfitta interna con la Roma ed il Livorno si ritrovò penultimo in classifica scavalcato dal Napoli.
Sembrava finita, ma arrivò il colpo di scena, che restituì il sorriso agli amaranto, con la vittoria in trasferta con il Milan e la contemporanea disfatta partenopea a Genova.
Retrocessero il Modena e il Napoli; lo scudetto tricolore fu conquistato dalla Roma, che vinse il campionato con tre punti di vantaggio sul Torino.


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LIVORNO 1942-43
Il nono campionato di Serie A della sua storia, per il Livorno fu una fantastica galoppata.
I ragazzi di Ivo Fiorentini lottarono infatti fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata di campionato per vincere lo scudetto tricolore, pur non godendo di alcuna considerazione all'inizio del torneo.
I labronici presero la testa della classifica dalla prima giornata fino alla ventiseiesima e solo la battuta d'arresto di Roma permise al Torino il sorpasso, esattamente il 4 aprile.
Gli amaranto in seguito vinsero in scioltezza gli ultimi tre incontri, ma il Torino, pur stentando riuscì a rimanergli davanti; infatti i granata, impegnati a Bari nell'ultima partita di campionato, riuscirono a pareggiare a tre minuti dal termine con un gol di Valentino Mazzola e sopravanzarono di un solo punto gli amaranto, che chiusero quindi con un prestigioso secondo posto conquistando 43 punti.


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LIVORNO 1945-46
Il primo campionato del secondo dopoguerra non fu a girone unico.
Con le linee di comunicazione disastrate, fu deciso di far disputare due tornei di squadre miste di Serie A e B, al Nord ed al Centro Sud, con le migliori che si affrontarono in un girone finale.
La vecchia U.S. Livorno, rimasta inattiva fin dal 1943, nell'aprile 1945 venne assorbita dalla rifondata compagine biancoverde della Società Sportiva Pro Livorno, che mantenne le casacche biancoverdi anche dopo la fusione (con la mera aggiunta di uno scudetto amaranto al centro) e nel frattempo intavolò trattative per una ulteriore fusione con la società amaranto dell'U.S. Livorno 1944, la quale, pur non detenendone il titolo sportivo (acquisito dalla Pro), rivendicò l'eredità del vecchio Livorno avendone assunto i colori e la denominazione.
Nell'assemblea del 5 agosto 1945 venne stabilito che la nuova società sorta dalla fusione avrebbe assunto la denominazione U.S. Pro Livorno e gli storici colori amaranto.
Agli ordini del tecnico Enrico Carpitelli la Pro, potè contare su molti vicecampioni del 1942-43 in rosa, mancavano soltanto Del Bianco, Tori e Traversa.
Il presidente Paggini, che aveva progetti ambiziosi, dopo alcuni passi falsi della squadra, decise di esonerare Carpitelli e di richiamare Fiorentini.
Gli amaranto riuscirono ad arrivare quarti nel campionato misto del Centro-Sud, beffando la Fiorentina ed ebbero così l'accesso al girone finale.
Gli squadroni del Nord però erano attrezzati a dovere e la squadra livornese non fu all'altezza di ritentare il "quasi miracolo" di due anni prima.
Nel gruppo finale a 8 squadre, valevole per l'assegnazione del titolo, la Pro Livorno terminò al 7º posto, con 10 punti.


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LIVORNO 1946-47
Nella stagione 1946-47, la Serie A venne riunificata in un campionato a 20 squadre, un torneo interminabile con 38 giornate e la società labronica riprese la vecchia denominazione di Unione Sportiva Livorno.
Il portiere Gino Merlo prese il posto del "vecchio" Porthus Silingardi e venne ingaggiato quella che poi sarà una futura bandiera amaranto: Mido Bimbi.
L'allenatore fu ancora Ivo Fiorentini, che però venne esonerato dopo sette partite per gli scarsi risultati ottenuti; al suo posto tornò di nuovo Enzo Carpitelli.
Il Livorno con 33 punti ottenne una tranquilla salvezza in un torneo dominato dal grande Torino, che vinse lo scudetto con 63 punti, ben 10 in più della Juventus seconda con 53 punti.


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LIVORNO 1947-48
La stagione 1947-48 fu dominata dal Torino, che con 65 punti staccò di ben sedici punti Milan, Juventus e Triestina, seconde con 49 punti.
Le armi del Livorno in questo campionato furono l'umiltà, lo spirito di sacrificio ed il fattore campo dell'Ardenza, dove si costruì gran parte della salvezza che venne alla fine raggiunta.
L'allenatore fu Mario Magnozzi, l'uomo giusto per interpretare questa filosofia.
Alla quinta giornata accadde un fatto spiacevole, un'invasione di campo all'Ardenza, per una rete assegnata al Milan oltre il novantesimo, che di conseguenza portò a una pesante squalifica.
Nonostante tutto questo, il Livorno perse in casa solo una volta, cedendo al grande Torino.
Grazie a questo rendimento interno, gli amaranto si piazzarono al 14º posto, al pari di Sampdoria e Lucchese.
Il goleador stagionale fu Guido Tieghi con 14 centri.


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LIVORNO 1948-49
Al termine della stagione 1948-49 per il Livorno fu la fine di un'epoca: salutò la la Serie A, rivedendola soltanto dopo oltre mezzo secolo.
La squadra partì male, poi una timida reazione fece sperare nell'atteso cambio di marcia, ma fu soltanto un fuoco di paglia.
Pur barcollando però il Livorno riuscì a rimanere in corsa per la salvezza sino all'ultima giornata, nonostante l'Ardenza fosse diventata terra di conquista.
Non bastarono tre allenatori a risollevare morale e risultati: Mario Magnozzi all'inizio, il mago del Bologna Hermann Felsner successivamente ed infine Ostilio Capaccioli come giocatore-allenatore.
La speranza rimase accesa fino al 5 giugno, quando per ironia della sorte, il Livorno fu contrapposto nell'ultima gara all'Atalanta di Ivo Fiorentini; l'ex allenatore degli amaranto dei miracoli spinse in B la squadra labronica, sconfiggendola in quello che fu lo stadio dei suoi epici trascorsi livornesi.
L'unico sorriso in questa sciagurata stagione furono le 19 reti realizzate dall'attaccante Carlo Stradella, quarto nella classifica marcatori, nonostante la retrocessione.
La stagione 1948-49 fu funestata dalla tragedia di Superga, nella quale perì l'intera squadra del Grande Torino, dopo aver conquistato cinque scudetti di fila.


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LIVORNO 1949-50
Dopo la retrocessione in Serie B, all' inizio della stagione 1949-50, il presidente Ricciotti Paggini passò la mano e venne sostituito da Luigi Nesti.
Nel lungo campionato della serie cadetta (22 squadre per 42 giornate complessive) il Livorno si piazzò in ottava posizione con 46 punti.
Il nuovo allenatore fu Giuseppe Galluzzi, sostituito nel finale di stagione da Ermelindo Bonilauri.
L'attaccante Fabrizio Bartolini, acquistato dal Grosseto, realizzò 19 reti, mentre Ugo Conti ne mise a segno 11.
A togliere serenità all'ambiente intervenne l'improvvisa e tragica morte in un incidente stradale del calciatore ungherese István Pakó, 18 presenze nella stagione precedente in maglia amaranto.
Furono promosse in Serie A il Napoli con 61 punti e l'Udinese, seconda, con 60 punti.


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19=L=15
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Re: Livorno anni 40

Messaggio da 19=L=15 »

Talmente belle che solo a vederle vien voglia di anda' a sfranella'con uno dei 4 mori al pamiglione
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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Dattero
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Re: Livorno anni 40

Messaggio da Dattero »

Contributo eccezionale.
Grazie al Piazza per queste perle assolute
Cianciua ci fai veni' l'antua
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quinto moro
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Re: Livorno anni 40

Messaggio da quinto moro »

Bellissime testimonianze!
Tra l’altro mi è venuto in mente che i reduci e gli eredi dello squadrone del 42/43 erano stati premiati ai tempi di achilli una volta allo stadio…potrebbe essere stato il 1993 visto che erano giusto passati 50 anni.
Di sicuro era presente Eto Soldani, a cui fu fatto anche il coro dalla curva 🇱🇻
Livorno la mia vita...non solo alla partita...
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Trappola70
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Re: Livorno anni 40

Messaggio da Trappola70 »

Mi raccontava il mio nonno che siccome non avevano una lira, di solito andava con il mio babbo e il mio zio ai cancelli dello stadio perché poi ad un quarto d'ora dalla fine li aprivano a tutti e così avevano visto la serie A
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Re: Livorno anni 40

Messaggio da 19=L=15 »

Trappola70 ha scritto: gio 15 dic 2022, 15:38 Mi raccontava il mio nonno che siccome non avevano una lira, di solito andava con il mio babbo e il mio zio ai cancelli dello stadio perché poi ad un quarto d'ora dalla fine li aprivano a tutti e così avevano visto la serie A
A ma quello fino al 96-97-98 o giù di lì è continuato a usare eh :D :D
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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