S’è preso nel Gavorrano

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Prima trasferta stagionale per il Livorno, che scende a Gavorrano per affrontare il Follonica di Mr Masi. Si gioca di mercoledì alle 15 per recuperare quella che avrebbe dovuto essere la prima giornata di campionato, non disputata per allerta meteo.

Il campetto nella provincia di Grosseto evoca tristissimi ricordi nella mente dei tifosi livornesi: fu proprio qui che gli amaranto di Fossati, lo scorso anno, abbandonarono del tutto le speranze di promozione, perdendo una partita in cui il Follonica sembrava il Real Madrid ed il Livorno il Follonica.

300 livornesi nonostante tutto, sono presenti sugli spalti del Matteini, perché l’amore per questi colori è come il sole sul regno di Carlo V d’Asburgo: non tramonta mai.

Mister Indiani schiera la squadra con l’ormai consueto e spericolato 4-2-3-1, con quote sui terzini e la coppia Bellini-Hamlili a sostenere il centrocampo, sia in spinta che in fase di ripiego.

Il primo tempo è favorevole al Livorno: la squadra spinge, i due in mediana corrono per cinque, Ndoye fa il bello e il cattivo tempo sulla destra e nel complesso si vede la mano dell’esperto allenatore.

Il vantaggio arriva su calcio di rigore, trasformato da Capparella, ma il predominio territoriale non produce tantissime palle goal. Di contro, la difesa scricchiola in più di un’occasione: la linea lavora alta, ben sopra la trequarti e i due bimbi sui lati spingono a più non posso.

Ovviamente quando gli avversari recuperano palla, sono dolori e gli amaranto rischiano in un paio di occasioni di vedere vanificati i propri sforzi. Si va al riposo in vantaggio appena prima che sul campo si scateni un nubifragio.

Al rientro delle squadre la pioggia cade battente ed il campo si allenta col passare dei minuti. Il Follonica spinge per raddrizzare la gara e si divora due goal in rapida successione. Il calo degli amaranto è evidente e dopo 15 minuti, tutti si aspettano che Indiani rinforzi gli ormeggi, togliendo lo sfinito Ndoye per aggiungere un centrocampista nel motore della squadra. Il mister non è di questo avviso e si limita a togliere Regoli, inutile come prima punta, per inserire Rossetti.

Passano tre minuti ed il Follonica pareggia sul primo disastro difensivo amaranto della giornata. La gara ora è aperta ed i bianchi grossetani hanno la palla per ribaltarla, ma D’ancona salva sulla linea.

Restano una decina di minuti da giocare, quando Dionisi fa il suo ingresso in campo. Due-tre tocchi di altra pasta e poi la rete: traversone dalla destra a rientrare e stacco di testa, con la palla che si insacca alla sinistra del portiere. È festa alla rete che separa gli spalti dal campo, il tifo è a mille.

Al termine della gara mancano ormai solo i minuti di recupero, si tratta di guadagnare un paio di punizioni, rinviare fuori dall’impianto tre palloni, commettere qualche fallo lontano dall’area, tutta roba vista mille volte, che una squadra che vuol vincere il campionato fa ad occhi chiusi.

Invece no. Come al solito da mille anni, un pomeriggio che potrebbe essere dolce come il miele, si trasforma in uno sbuffo di veleno. A trenta secondi dalla fine c’è una palla che arriva innocua dalle parti di Risaliti, Cardelli e Calvosa, tre amaranto ad un passo dalla sfera, ma nessuno la colpisce per mandarla sulla cintura degli asteroidi e quindi arriva un avversario indisturbato, che si fa largo e viene steso. Rigore, 2-2, tre fischi e tutti a casa. Inutile parlare di sfortuna, il Follonica non ha rubato niente.

Il Livorno ha giocato benino, a tratti è sembrato poter dominare la gara, ma l’inconsistenza difensiva è un problema assoluto che rischia di offuscare tutto il resto.

Le quote sugli esterni difensivi faticano da matti a contenere gli avversari, anche a causa del modulo tutto sbilanciato in avanti che li costringe quasi sempre, a subire degli uno contro uno devastanti.

Quelli che erano i dubbi della vigilia si stanno concretizzando nei fantasmi di sempre: manca di sicuro un centrale difensivo forte, che possa dare respiro ai due titolari, manca almeno un centrocampista centrale di struttura che consenta al mister di poter pensare anche ad un più equilibrato 4-3-3 e là davanti, ma cosa lo diciamo a fare, manca la punta di peso che voleva l’allenatore.

Siamo al 19 settembre, ma la società pensa ai rinfreschi, a difendere le indifendibili maglie verdi, a fare pubblicità al Dollino ed alle miss bionde o more, anziché a completare una rosa monca che mostra già crepe ed amnesie preoccupanti.

Purtroppo il Livorno non è neanche lontanamente una squadra che possa pensare di dominare il campionato. Se non arrivano i rinforzi necessari rischiamo di disputare l’ennesimo insopportabile campionato anonimo. Il Mister non perde occasione per lanciare messaggi di allarme, bisogna sperare che qualcuno li raccolga.