Un Livorno estremamente fortunato, vince nel deserto del Picchi ed accorcia in classifica scavalcando il Grosseto, che non va oltre un pareggio pirotecnico (3-3) in quel di Ghivizzano.
La squadra di Fossati, dopo la batosta di domenica scorsa a Gavorrano affronta il San Donato, compagine imbottita di ex, che si trova in una posizione tranquilla di classifica.
Chi si aspetta un 11 amaranto inferocito resta però deluso: la squadra appare svogliata, a tratti distratta, certamente non determinata a riscattare la figura meschina rimediata sul campo della capolista.
Lo schema è lo stesso delle ultime uscite, un 352 guardingo che stavolta prevede di punta Giordani e Tenkorang. Il primo tempo è roba per stomaci forti e soprattuto per un pubblico non propenso al pisolino pomeridiano. Le squadre trotterellano per il campo ed il Livorno mostra, in tutta la sua cruda evidenza, l’inconsistenza mostruosa dei suoi attaccanti.
Gli amaranto sono “bellini” fino ai sedici metri finali, zona del campo in cui diventano del tutto evanescenti a causa della pochezza degli avanti disponibili. Il più pericoloso è ancora Tanasa che in mischia non riesce a spingere la sfera in porta.
Nel secondo tempo, mister Fossati (squalificato anche oggi e quindi in tribuna), rivoluziona l’11 iniziale con una serie di cambi che vedono scendere in campo, tra gli altri, prima Sabattini nel ruolo di mezz’ala e poi Menga, largo a sinistra e in seguito di supporto a Cori, anche lui subentrato.
Serve un episodio casuale per far si che gli amaranto riescano a segnare: il centrale del San Donato non trova di meglio che scalciare Tenkorang in mezzo all’area di rigore. Sul dischetto va Curcio che batte magistralmente: 1-0.
Da questo momento fino al minuto 92, quando Sabattini troverà il raddoppio e chiuderà la contesa, il Livorno entra nel tunnel degli orrori e concede almeno tre palle gol limpide agli avversari.
Sulla prima è il palo a salvare gli amaranto, sulla seconda interviene un difensore a spazzare sulla linea a portiere battuto e sulla terza compie un intervento prodigioso Facchetti, riscattando in parte il disastro di sette giorni fa.
Purtroppo le sensazioni che lascia questa gara non sono buone. Gli amaranto sembrano involuti rispetto alla bella gara disputata contro la Pianese appena due settimane fa. La fortuna continua ad assisterci, ma non possiamo pensare di basare la nostra rincorsa e le nostre labili speranze residue solo sulla dea bendata. Serve una scossa che rianimi la squadra e quindi spetta a Fossati ed allo staff tecnico pizzicare le corde giuste che motivino questi calciatori.
Due parole le vogliamo spendere sulla punizione comminata alla società per i fatti di Follonica.
Si tratta a nostro avviso di una sanzione abnorme, assurdamente spropositata se si paragona all’unica giornata a porte chiuse affibbiata al Catania per l’invasione di campo dei suoi tifosi, con susseguente guerriglia in quel di Padova.
Ancora più assurda ci sembra la presa di posizione della società, che per bocca del suo massimo rappresentante ha parlato di alcuni tifosi definendoli persone pericolose penalmente e di clima intimidatorio che avrebbe di fatto contribuito alla scarsa prestazione di domenica scorsa, soprattutto nel finale.
Ci sembra che questo personaggio non perda mai l’occasione per mettere distanza tra sé e la parte più calda della tifoseria, senza peraltro preoccuparsi di reperire le giuste informazioni prima di sparare a zero su coloro che hanno davvero il Livorno e Livorno nel cuore. Tra l’altro sottolineiamo come, prima che fosse divulgato il comunicato della Lega, nessuno del Livorno Calcio avesse sollevato la questione “Hooligans”, neanche in maniera marginale.
Probabilmente nessuno si era accorto di niente, anche perché la partita non si è svolta al Bernabeu, ma in un campetto delimitato da una rete per polli, sicuramente non adatto ad ospitare un numero simile di spettatori.
Glissiamo per pietà su tutti i fenomeni da divano che senza sapere niente di ciò che è accaduto in terra maremmana, si sono precipitati a infangare i “vandali” che hanno messo a ferro e fuoco la povera cittadina grossetana.Purtroppo i mezzi moderni danno voce anche alle famose “puci” che non esitano un attimo a farci sentire la loro tosse.
L’invito, che siamo certi cadrà nel vuoto, è quello di abbandonare poltrona e telecomando e di farsi vivi al Picchi a squalifica scontata, in modo da poter discutere del nostro Livorno in presenza, “di ciccia”, magari condividendo un buon ponce o, per i più salutisti, un fresco bicchiere d’acqua.
Tutti a Pontedera per la sfida di giovedì e sempre forza Livorno.