Il Livorno espugna il campo di Altopascio, vincendo il primo scontro diretto stagionale e balza incredibilmente al secondo posto in graduatoria, approfittando degli ennesimi passi falsi delle dirette concorrenti.
La vetta ora dista solo quattro punti e possiamo considerare il campionato riaperto anche se, a nostro avviso, la favorita assoluta per il salto di categoria era e resta il Grosseto, società strutturata che ha compiuto tutti i passi necessari per essere protagonista fino alla fine.
Nel giorno del 109esimo compleanno dell’Unione, gli amaranto sono di fronte all’ultima possibilità di restare in corsa in campionato ed affrontano l’insidioso TAU, con l’ormai consueto 3-5-2. In porta fa il suo esordio Facchetti, quinto portiere della stagione, mentre la difesa è giocoforza rivoluzionata date le numerose assenze e prevede Carcani nel ruolo di braccetto di sinistra insieme a Tanasa e Schiaroli. Sulle fasce la certezza Camara a destra e un timido Goffredi a sinistra, a fare da corredo alla cerniera centrale Bellini-Luci-Nardi. Davanti viene riproposta la coppia Giordani-Luis Enrique, l’unica che nelle ultime uscite ha garantito goal ed impegno sufficienti a risalire posizioni in classifica.
La gara è combattuta ed il campetto su cui si gioca non lascia spazio allo spettacolo. Il TAU passa in vantaggio sulla milionesima disattenzione difensiva stagionale del Livorno, ma stavolta i nostri sono bravi a non perdere la testa, rimanendo in partita fino al rigore conquistato da Nardi e trasformato con freddezza da Giordani.
Nel secondo tempo il Livorno ci crede ancora di più e spinge sull’acceleratore, sfiorando la rete in un paio di occasioni e passando a venti dalla fine con Tanasa, sugli sviluppi di un calcio di punizione.
I padroni di casa restano in 10 ed il Livorno potrebbe dilagare ma Rossetti, al debutto, si divora due goal a porta vuota. I lucchesi ci provano con la disperazione dei lanci lunghi, ma gli amaranto sono bravi a non rischiare più e possono festeggiare sotto il settore gremito dagli oltre 200 tifosi giunti da Livorno.
La partita di ieri conferma i progressi visti quindici giorni fa, il Livorno ora è una squadra determinata che ha delle certezze.
Il grande merito di Fossati è stato quello di apportare una serie di cambiamenti ed insistere su quelli: togliere Tanasa dal centro del campo arretrandolo nel terzetto difensivo, spingere a destra con Camara ed affidarsi davanti alla concretezza rude e ignorante di Luis Enrique, si sono rivelate armi vincenti. I ragazzi sembrano più uniti, corrono in 11, si aiutano, sono determinati a lottare per 90 minuti e non scompaiono dal campo alla prima difficoltà.
Non c’è niente di spettacolare nel gioco del Livorno, ma rispetto alla squadra apatica, svogliata e priva di idee guidata dallo scienziato Favarin, quella di oggi appartiene ad un’altra categoria e non è un caso che stia risalendo la graduatoria.
Ora serve umiltà. Rimanere tranquilli e sfruttare il momento positivo, insistendo sulle certezze acquisite. Inutile fare voli pindarici. La clamorosa rimonta resta un sogno di fine inverno per almeno due motivi evidenti: la Pianese è comunque prima e distante quattro punti, il Grosseto è la compagine più attrezzata, con alle spalle una società che da giugno ad oggi non ha lasciato niente di intentato.
Il Livorno può solo sperare in un finale di stagione perfetto in cui tutto fili liscio e in un calo ulteriore delle dirette avversarie.
Se ripensiamo ai punti lasciati per strada e alle occasioni sprecate, ci sarebbe da mangiarsi il cappello come Rockerduck. Sarebbe stata sufficiente una gestione societaria normale per essere primi in carrozza, distanti anni luce dalla seconda in classifica.
Purtroppo invece, dall’estate scorsa sono stati commessi una serie di errori imperdonabili, che non hanno permesso alla squadra di decollare e all’ambiente di soddisfare le sacrosante ambizioni.
Tornare in C al termine di una stagione del genere entrerebbe nel novero dei miracoli sportivi, ma pensare di affrontare un campionato professionistico con una dirigenza da “Scherzi a parte” mette i brividi.
Però stiamo a vedere e godiamoci almeno un finale di stagione con un senso, al resto penseremo dopo.