A Livorno è arrivato l’inverno e in un clima uggioso, all’Armando Picchi giunge il Cenaia fanalino di coda, con ben 8 assenti tra squalificati ed infortunati. Gli amaranto non possono sbagliare e devono sfatare il tabù delle mura amiche.
Mister Favarin stupisce tutti e mischia completamente le carte in tavola: solito 3-5-2 con Biagini in porta, Ronchi, Bassini e il redivivo Savshak a formare in terzetto difensivo dei centrali, Luci affiancato da Nardi e Sabattini a centrocampo, il nuovo acquisto Curcio e Bellini a completare il pacchetto sulle fasce e l’inedito duo offensivo composto da Menga e Mutton.
Francamente alla lettura della formazione iniziale, sono non pochi i dubbi che ne maturano, visto l’ennesimo stravolgimento operato dall’allenatore, che a nostro avviso dovrebbe fare le cose semplici e invece sembra divertirsi a sperimentare ogni domenica. Non bastano il discorso quote, il numero di infortunati che aumenta ad ogni partita e il turno infrasettimanale a giustificare questa continua girandola. E anche fosse, probabilmente sarebbe stato meglio studiare a tempo debito le soluzioni da proporre, soprattutto in fase di mercato.
Inizia la partita e lo spettacolo è modesto e il gioco latita: davanti Mutton è un fantasma, il giro palla lento certamente non aiuta e dietro si ha come sempre la sensazione che la frittata possa essere fatta da un momento all’altro.
Il Cenaia dimostra perchè si trova ultimo in classifica e non riesce praticamente a superare la metà campo, ma il Livorno si affida solo alla tecnica di Sabattini, uno dei migliori anche oggi e all’imprevedibilità del funambolo Menga, che non si capisce come mai fino ad oggi sia sempre stato ai margini, giocando soltanto una manciata di minuti, nei primi turni di questo campionato.
La partita si sblocca al 32esimo, proprio grazie all’ex Pianese che dopo un’azione solitaria, costringe un incerto Baroni alla respinta corta ed avventandosi sul pallone prima degli avversari, porta in vantaggio la squadra di casa con un tap-in vincente.
Non passano neanche tre minuti, che ci pensa ancora una volta Nardi a gonfiare la rete (complice una deviazione), dopo un’azione elegante del solito generosissimo Luci e un intelligente velo di Menga: 2-0 e partita in discesa.
C’è anche il tempo per Sabattini di cogliere la traversa su un bel tiro dalla distanza, con un Cenaia che sembra in bambola, come un pugile suonato.
Come per magia però, troviamo il modo di complicarci la vita: al 40esimo, il Cenaia a sorpresa accorcia le distanze con Macchia, incredibilmente su contropiede e soprattutto dopo un liscio clamoroso di Ronchi, incapace di intercettare un passaggio apparentemente innocuo della punta avversaria. Finisce il primo tempo con il vantaggio di misura e qualche borbottio del pubblico.
Nella ripresa il capolavoro tattico di Favarin: il Livorno si schiera con un osceno 5-3-2 che richiama il vecchio catenaccio all’italiana, che galvanizza il modesto Cenaia e manda di conseguenza in confusione i nostri ragazzi. Nonostante non ci siano pericoli evidenti nei pressi della porta di Biagini, la sensazione è sempre quella che gli avversari possano segnare da un momento all’altro.
Il pallone sembra scottare per gli amaranto e non a caso si cerca sempre di scaricare la sfera a capitan Luci, che anche in quest’occasione canta e porta la croce. Sarà interessante vedere come si comporterà la squadra nel prossimo impegno, dato che il buon Andrea, uscito tra l’altro per infortunio, dovrà saltare il match per squalifica.
Gli ingressi di Giordani e Cesarini danno un po’ di brio alla manovra e non a caso gli unici due tiri in porta portano il loro nome, ma la partita si chiude soltanto al 90esimo con un colpo di testa di Brenna (entrato nella seconda frazione) su un calcio d’angolo perfettamente calciato da Sabattini. I tifosi quindi si vedono stranamente risparmiare 6 minuti di recupero nel segno della sofferenza e il Livorno torna finalmente alla vittoria casalinga, ma di buono ci sono soltanto i tre punti.
Quello che preoccupa di più è l’atteggiamento: è inconcepibile che con l’ultima in classifica e con un tempo da giocare, si lasci l’iniziativa all’avversario, chiudendosi a riccio in difesa e subendo la pressione di una squadra che, con tutto il rispetto, vale più l’Eccellenza che la serie D.
Sarebbe forse meglio che invece di guardare a cosa fanno i tifosi, Favarin pensasse di più che qui siamo a Livorno e che certi spettacoli ce li dovrebbe risparmiare. Del resto lui stesso ha detto che la squadra è a posto così e che le critiche avanzate dagli sportivi amaranto (i famosi leoni da tastiera) sono fuori luogo.
Quindi ci dimostri coi fatti che siamo meglio di quello che ci ha fatto vedere fino a ora e lo stesso faccia la società, perchè i discorsi li porta via il vento e il resto lo sapete.
Alla squadra invece va come sempre il nostro massimo sostegno e l’esultanza di Brenna al suo gol, fa capire che i bimbi che scendono in campo lo sanno e lo sentono.
Avanti Vecchia Unione!