In una domenica di settembre che sembra luglio, inizia la terza stagione tra i dilettanti dell’Unione, la prima sotto la presidenza di Joel Esciua.
L’esordio in campionato avviene dopo una campagna acquisti molto discussa, soprattutto per ciò che ha riguardato i tempi biblici più che i calciatori arrivati a vestire la maglia amaranto, considerando che alcune delle pedine cardine della formazione, fra cui la famosa prima punta, sono arrivate solo all’ultimo tuffo.
A tutto questo va aggiunta una gestione pessima della comunicazione da parte della nuova società, a partire dalla presentazione della squadra spostata senza motivo di un mese, passando per amichevoli di lusso dichiarate e mai giocate, arrivando ad una campagna abbonamenti che invece di avvicinare la gente alla squadra come era stato detto, ha avuto l’effetto contrario, anche a causa dell’aumento del 50% dei prezzi anche nel settore popolare, la Curva Nord.
Tornando al calcio giocato, il Livorno è in scena a Poggibonsi che ha chiuso al terzo posto la scorsa stagione, quindi il test è già probante. La formazione schierata da Mister Favarin è quella che ha sbancato Seravezza in coppa Italia: centrali di difesa Ronchi e Brenna supportati a destra da Nizzoli e a sinistra da Brisciani, terzetto in mezzo al campo composto da Bellini, Bartolini e Nardi e davanti il trio letale Cesarini, Giordani, Mutton.
Il Poggibonsi gioca a viso aperto e davanti punge con un paio di validi elementi, ma scoprirsi contro questo Livorno non pare una grande idea: nel giro di due minuti (10′ e 11′) gli amaranto si portano sul doppio vantaggio, prima con Giordani di testa e poi con un’azione da manuale conclusa in rete da Nardi.
La reazione rabbiosa dei senesi dà comunque i suoi frutti, con Motti che segna l’1-2, dopo che già la squadra di casa si era resa pericolosissima, con la gara che si riapre.
In questo frangente è bravo il Livorno a non disunirsi, continuando a spingere, fino a procurarsi con Bellini un calcio di rigore successivamente trasformato in modo impeccabile da Cesarini. Sul 3-1 per gli amaranto la partita si affievolisce e termina così il primo tempo senza altri sussulti.
Nella ripresa i ritmi calano moltissimo, anche a causa del caldo che condiziona non poco i calciatori in campo e gli amaranto amministrano bene, rischiando poco o nulla e chiudendo la contesa con Mutton.
Il Livorno quindi porta a casa una vittoria fondamentale, iniziando alla grande il suo cammino e facendo vedere delle grandissime potenzialità, che al momento superano nettamente qualche brivido di troppo in fase difensiva. La squadra gioca bene, prediligendo la fase offensiva e concedendo giocoforza qualcosa agli avversari. Sugli scudi Bellini, Nardi, Giordani, Mutton ed anche il portiere Biagini, che ha effettuato due-tre interventi decisivi nel primo tempo. Da rivedere soprattutto Nizzoli e la fase difensiva in generale.
Non dimentichiamo inoltre che in questo roster saranno inseriti Cori come terminale offensivo, e Caponi, altro elemento di categoria superiore, che dovrebbe gestire il centrocampo e che ieri ha giocato solo uno scampolo a risultato acquisito. Una rondine non fa primavera, ma le impressioni sono buone.
La squadra corre e lotta e le esultanze sfrenate sotto il settore amaranto in occasione delle reti segnate, sono segnali evidenti della ricerca di coesione col tifo più caldo. Il sentiero che s’intravede è quello giusto, bisogna imboccarlo subito e senza esitazioni.
Domenica prossima arriva la presunta corazzata Grosseto e i nostri ragazzi sono chiamati a dare un segnale importante, perchè non importa se siamo solo alla seconda giornata. Vincendo contro i maremmani si accenderebbe una miccia che potrebbe infiammare tutto l’ambiente, generando una reazione a catena incontenibile, che porterebbe benefici a tutto l’ambiente. Scatenare il fattore Armando Picchi vorrebbe dire sfruttare un’arma che in serie D (ma anche più in alto) nessuno ha.
Ieri pomeriggio al Lotti c’erano 600 sostenitori amaranto, incuranti del caldo, delle polemiche, di un allenatore che ha straparlato nel precampionato, di un presidente che sta facendo di tutto per non farsi benvolere dall’ambiente, dimostrando di aver capito poco dello spirito livornese. In 600 a sostenere la squadra oltre ogni logica e pensiero razionale.
È questa follia collettiva che deve essere alimentata a partire dalla prossima gara: vincere per poi andare a Ponsacco in non si sa quanti e cominciare a fare risultato ben prima del fischio d’inizio. A Livorno può succedere, l’abbiamo già visto accadere. Questa squadra ha le caratteristiche per poterci esaltare, mettiamole a frutto.
Favarin parli meno dei tifosi, anzi parli solo di cose nelle sue competenze e si goda quella moltitudine sugli spalti che soffia nelle ali della sua/nostra squadra. Questo campionato va vinto di prepotenza ed il primo mattone va posato tra una settimana.
Forza Livorno, tutto il resto non conta.