Follonica Gavorrano – US Livorno 1-2

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Approdiamo ai playoff per questione di sguardi, quelli degli arbitri, e di millimetri, quelli del pallone che danza sulla nostra riga di porta. Per una volta nella vita ci è andata bene, nonostante noi.

Bagheria 6,5
Finalmente si ricorda di avere dei santini nascosti nei parastinchi e sul finale della partita decide saggiamente di appendere l’immagine di San Calogero sul palo alla sua sinistra. Risultato: tiro del Gavorrano che colpisce il legno e poi danza (forse) al di là della riga, non visto dagli arbitri. Ai playoff voglio vedere l’intero specchio della porta tappezzato di crocifissi e madonne di Montenero.

Fancelli 6,5
A un tratto si arrampica sulla testa di un avversario e atterra rovinosamente girandosi mezzo ginocchio. Inspiegabilmente si rialza pochi istanti dopo senza batter ciglio. Fosse capitato a me avrei fatto la fine di Dr. House. Beata gioventù.

Benassi 6
Vista la pochezza offensiva del Gavorrano decide di andarsi a prendersi l’ammonizione cercando avversari da pestare a caso a centrocampo. Se il cartellino giallo non va da Benassi, Benassi va dal cartellino giallo.

Giuliani 7
Da quando Diamanti non gioca più non è più domenica, ma il nostro ci ricorda che se vesti la maglia amaranto è ancora possibile segnare su punizione. Non accadeva appunto dai tempi di Alino.

Lorenzoni 6
In due minuti di follia sceglie di fare l’attaccante e gli capitano due occasioni. Alla prima finisce a terra dopo un grattino sul collo da parte dell’avversario. Alla seconda il suo tiro raggiunge il centro storico di Scarlino. Ma la sua spinta sulla fascia qualche volta ha un senso.

Pecchia 5,5
Un paio di autoscontri degni di nota, ma più che la solita violenza a cui ci ha abituato questa volta sono solo scaramucce.

Dal 60′ Bamba 6
Entra in tempo per partecipare al contest “sbaglia anche tu un gol a porta vuota” riuscendo a fare peggio di Greselin. Poi segna su contropiede decidendo di scartare il portiere e ignorando il suo principale competitor nella vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti, El Bakhtaoui. Se sbagliavi anche quello non sarebbero bastate tutte le strisce del mondo per calmare la nostra rabbia.

Luci 6,5
Come dice un antico adagio “non si insegna a trombare a babbo”, e il nostro capitano fa valere tutta la sua esperienza calcistica, sessuale e nelle arti bestemmiatorie.

Bruzzo 6,5
Prestazione aerea del nostro che prima sale ai piani alti con un colpo di testa salvato sulla linea, poi fa partire un piattone che si infrange sui pini di Gavorrano. A fine partita cerca di andare a recuperare il pallone tra i rami, ma, così come non possono segnare fuori casa, gli struzzi non possono nemmeno alzarsi in cielo. Lezioni di volo.

Greselin 5
Secondo le ultime ricerche scientifiche il corpo umano non ha solo cinque sensi, ma molti di più, a seconda delle capacità percettive di ciascun individuo. Tra quelli di Greselin sicuramente non c’è il senso del gol. Ogni volta che si trova a tu per tu con il portiere un attaccante muore.

Lucarelli 5,5
Per impazienza, molestia e disagio post adolescenziale, mi ricorda quei ragazzi in motorino, fermi al semaforo rosso, che sgasano pronti a partire a manetta per poi fermarsi 40 metri dopo, al semaforo successivo.

Dal 55′ Zanolla 6
Entra per dare il cambio a Lucarelli nella corsa illegale degli scooter truccati ma anche il suo Booster frena davanti al portiere avversario.

Lucatti 5
A un tratto si trova nelle condizioni di crossare al centro e lui trasforma l’opportunità in un tentato omicidio ai danni di un tifoso del Follonica seduto all’ultimo gradone della tribuna.

Dal 80′ El Bakhtaoui s.v.
La sua corsa a fianco di Bamba nel gol del due a zero ricorda quella di Simone Barone accanto a Pippo Inzaghi ai mondiali del 2006. E anche lui resta vittima dell’egoismo del compagno di squadra che non gliela passa nemmeno a porta vuota. Perché se giochi in questa squadra fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

All. Collacchioni 6
Non vincevamo in trasferta da 8 mesi, e lo facciamo all’ultima di campionato, fondamentalmente per caso e nonostante tutti i nostri consueti tentativi di autosabotaggio.

Nella foto: San Calogero