In una domenica calda quanto ventosa, all’Armando Picchi è andata in scena la perfetta sintesi di questa stagione: lodevole dal punto di vista del coinvolgimento e riavvicinamento dei tifosi alla maglia amaranto, frustrante dal punto di vista del calcio giocato.
Doveva essere la giornata di Andrea Luci e così è stato: premiato prima del fischio d’inizio dal presidente Toccafondi, omaggiato dai propri compagni che sono scesi in campo con la maglietta “Capitano da Record” e dalla Curva Nord che ha esposto lo striscione “Dalla serie A all’Eccellenza 369 in amaranto, Andrea Luci nostro vanto”.
Ammirevole è stata la scelta societaria di ricordare Mauro Lessi, colui che fino ad oggi era stato il recordman inarrivabile di presenze, regalando un’altra maglia commemorativa ai suoi familiari. I record d’altronde sono fatti per essere superati e siamo sicuri che Mauro, ovunque sia, sarà felicissimo di essere stato raggiunto da un altro guerriero Livornese.
Doveva essere la giornata del ricordo di Piermario Morosini (sono già passati 11 anni!) e così è stato: cori e striscione da parte dalla curva e 25 bambini che sono scesi in campo con la maglietta commemorativa dello sfortunato Moro.
Doveva essere la giornata di Paolo Toccafondi in veste di “primo abbonato” della stagione 2023/2024 e così è stato: il presidente, dopo aver premiato Luci e la famiglia Lessi, è salito in Curva Nord nel cuore del tifo, scatenandosi con i tifosi, tra cori e fiumi di birra.
Dopo questo inizio di festa e di grande coinvolgimento emotivo, il campo purtroppo ha confermato l’irreversibile stato catatonico degli uomini di mister Ancelottoni, nonostante i soliti proclami durante la settimana circa l’importanza di centrare l’accesso ai playoff.
Il Livorno è sceso in campo con un 3-4-1-2, con Bagheria tra i pali, Giampà-Benassi-Fancelli nel pacchetto ormai collaudato dei centrali difensivi, Giuliani-Lorenzoni sugli esterni, Luci-Greselin in mezzo al campo, Bruzzo a riconquistare il ruolo sulla trequarti, alle spalle del tandem Longo-Lo Faso (i vincitori odierni del concorso “le scelte casuali in attacco di Pep Collacchiola”). In molti si potrebbero chiedere perchè sia stato lasciato fuori Bamba (3 gol in 2 partite) o perchè si continui ad insistere su Longo (un ectoplasma), ma come abbiamo detto, quando di mezzo c’è Jurgen Kloppacchioni, la logica non esiste.
Il Livorno ha comunque sempre tenuto il pallino del gioco, contro uno Sporting Club Trestina che difficilmente salverà la categoria, ma come sempre è risultato inconcludente e come purtroppo accade da qualche settimana a questa parte, anche parecchio svogliato e per niente affamato.
Il primo tempo è stato un monologo amaranto nonostante una traversa colpita dalla squadra ospite, culminato col vantaggio di Giuliani, ben servito da Bruzzo con un ottimo cross.
Anche il secondo tempo ha visto predominare gli amaranto, ma come successo contro la Pianese, sono arrivati quei 5 minuti di black-out che hanno compromesso l’incontro.
Prima Longo si è procurato un rigore con un’ottima giocata, ma poi lo ha calciato malamente (c’è da chiedersi perchè anche a questi livelli, valga la regola del “chi se lo procura, lo calcia”, come alle partite di calcetto tra amici).
Successivamente Josè Collacchinho ha stravolto modulo e giocatori col suo famigerato triplice cambio ad cazzum, come nella precedente gara casalinga contro la compagine del Monte Amiata.
Dulcis in fundo, è arrivato il pareggio ospite con l’unico tiro in porta subito nella ripresa, viziato da un evidente controllo di mano, ma onestamente non vale neanche la pena arrabbiarsi.
Il Livorno non riesce più a trovare un minimo di quadra e a rendersi pericoloso e la partita finisce con l’ennesimo deludente pareggio, con i giocatori del Trestina che possono tornare in Umbria vantandosi di aver strappato 1 punto (che oltretutto fa il paio con quello dell’andata) in casa del blasonato Livorno, in una stagione che li ha visti galleggiare sempre in zona retrocessione. Ormai aspettiamo a gloria la fine di questo infausto campionato, per poter programmare un futuro decisamente migliore.
Dal nostro punto di vista sarebbe meglio non andare ai playoff, onde evitare di inanellare altre figure di merda, già raccattate in buon numero quest’anno, ma siamo combattuti perchè comunque non si può MAI sperare di perdere. Non lo abbiamo fatto quando c’era l’Innominabile, non lo faremo ora.
Quindi forza Livorno e basta.