Perché il Livorno ha bisogno di noi

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Dopo una delle settimane più difficili degli ultimi anni, sicuramente la più pesante dell’era Toccafondi, arriviamo finalmente al giorno della partita contro il Terranuova Traiana.

Il Livorno non vince da 40 giorni, quindi per non trovarsi invischiato in brutte acque deve per forza conquistare i 3 punti, ma ormai siamo abituati a non viaggiare troppo con la fantasia, nonostante la nostra avversaria sia ultima in classifica.

Allo stadio Armando Picchi non c’è comprensibilmente il pubblico delle grandi occasioni, ma i fedelissimi accorsi sono venuti per sostenere la squadra amaranto in modo massiccio e senza tregua.

Mister Esposito propone nuovamente il cervellotico 4-2-3-1, ma almeno vediamo finalmente Greselin nel suo ruolo naturale e la differenza di rendimento è abissale, in quanto il lombardo gioca la sua miglior partita da quando veste la nostra maglia. Così Luci è libero di fare il Luci, recuperando e smistando palloni e dando equilibrio a quel centrocampo che troppo spesso si è rivelato il punto debole del Livorno.

La presenza di un centravanti di spessore come Lucatti, che fa a sportellate, tiene palla, fa salire la squadra e sfrutta i cross dal fondo, completa un quadro tattico che stavolta funziona bene. Sarà doppietta per il nostro numero 92, col Terranuova liquidato in scioltezza.

La partita è stata un monologo amaranto, con i giocatori dell’Unione che hanno gestito la gara dal primo all’ultimo minuto senza particolari affanni, complice anche la pochezza degli avversari.  La squadra si è dimostrata compatta come non mai e gli applausi a fine gara sono meritatissimi per i nostri ragazzi.

Speriamo che sia veramente arrivato il momento della rinascita, anche se dobbiamo continuare a stare coi piedi ben piantati a terra. L’auspicio infatti è che nella settimana che verrà, sui vari giornali locali non si leggano proclami di alcun tipo, perchè vorrebbe dire non aver imparato nulla. Comunque sotto con la prossima gara, che sarà la trasferta che ci vedrà impegnati in quel di Seravezza.

Ormai abbiamo capito che fuori dalle mura amiche giochiamo un campionato completamente diverso, dove spesso e volentieri i nostri giocatori vengono sempre sopraffatti dalla cattiveria agonistica delle squadre di casa, quindi proviamo a cambiare passo anche nella mentalità, mettendo in campo anche carattere oltre che tecnica.

Quello che sicuramente non può e non deve cambiare, a maggior ragione adesso che c’è bisogno di rimanere compatti, è il sostegno per questi ragazzi che indossano i nostri colori.

Tutta la curva deve cantare, perché il Livorno ha bisogno di noi.