Doveva essere una delle due partite in cui fare bottino pieno prima della fine dell’anno. Doveva essere la partita della conferma o che comunque doveva consolidare il cambio di passo e ravvivare le speranze di risalita, una volta arrivati al giro di boa.
Purtroppo invece oggi l’Unione Sportiva Livorno ha toccato il fondo e i circa cento appassionati tifosi che si sono fatti quasi tre ore di macchina per sostenere la squadra, hanno assistito ad una delle prestazioni più umilianti della nostra storia recente.
Non scriveremo un articolo di analisi tattica del match, perché tanto si può riassumere tutto con il solito mantra: primo tempo superiori all’avversario anche se inconcludenti, inizio di secondo tempo in netto calo col solito gol regalato, il resto della partita vissuto in un trip di confusione e rassegnazione.
Mister Esposito ci ha messo del suo, andando avanti nel solco della tradizione degli allenatori amaranto che non riescono a fare le cose semplici. Così Fancelli è stato riproposto inspiegabilmente terzino, la coppia centrale di nuovo composta dal duo ad andamento lento Giampà-Russo, Luci in cabina di regia davanti alla difesa e per concludere i nuovi acquisti Greselin e Benassi solo in panchina.
L’Orvietana, che ricordiamo non si è mai schiodata dall’ultimo posto in classifica, è una neopromossa alla prima esperienza assoluta in serie D ed ha anche difficoltà economiche a gestire la categoria (a detta dei tifosi locali), è apparsa subito squadra non trascendentale e quindi l’illusione di poter fare bottino pieno, durante la prima frazione di gioco, ancora una volta ha fatto capolino nella mente dei tifosi livornesi. Quello a cui invece questi ultimi hanno assistito è stato l’ennesimo incubo, andato in onda come detto nell’avvilente inizio di ripresa.
Di solito si dice che “la squadra è rimasta negli spogliatoi”, ma non è questo il caso perché se così fosse stato, gli uomini di Esposito avrebbero fatto meno danni: è stato un susseguirsi di stop sbagliati, passaggi a vuoto, movimenti senza palla grotteschi e mancanza di comunicazione fra ogni interprete. Questo inconcepibile spettacolo ha portato alla rete del vantaggio di Rinaldi al 65esimo, direttamente da una punizione innocua rasoterra dalla trequarti, che ha sorpreso tutta la difesa amaranto, con Fogli che si è fatto uccellare sul suo palo col pallone che andava a 2 km/h.
Nonostante il tempo a disposizione fosse ancora dalla nostra parte, è stato palese che non ci avremmo levato le gambe, perché come sempre siamo crollati mentalmente. Esposito ha iniziato una girandola di cambi rivelatisi del tutto inutili, con la squadra che si è completamente disunita e innervosita, non creando più neanche mezza occasione.
Per la prima volta da quando Toccafondi ha rilevato la società, i tifosi hanno deciso di togliere ogni vessillo e abbandonare il settore, stanchi di queste figure oscene raccattate in ogni dove, come se fossimo noi la squadra di paese.
I giocatori sono sembrati quasi stupiti ed offesi dall’atteggiamento dei propri supporters, il che fa capire che qualcuno ancora non ha realizzato che dovrebbe fare autocritica, stare in silenzio senza fare proclami e tirare fuori le palle. In tutto questo, mister Esposito stava seduto in silenzio in panchina con le gambe accavallate …
Gli ultimi minuti di gioco sono stati un tripudio per la formazione di casa, incitata dai propri sostenitori, che al triplice fischio dell’arbitro hanno festeggiato increduli per questa insperata affermazione. Un’ altra figura di merda, una resa totale degli amaranto, una vergogna inaccettabile.
Gli ultimi ad arrendersi sono stati coloro che sono a Livorno da pochi giorni, segno che c’è chi non ha ancora capito cosa significhi indossare questa maglia nonostante ormai la porti da diverso tempo.
La notte porta consiglio e speriamo al presidente porti quello giusto. A nostro avviso il repulisti non è ancora finito.
Non amiamo giocatori e nemmeno presidenti; siamo solo per la maglia, tutto il resto passerà.