Non è certamente il miglior lunedì possibile per noi tifosi amaranto, visto il deludente pareggio casalingo di ieri col Tau Altopascio, squadra che naviga nei bassifondi della classifica e che torna anche stavolta a casa col sorriso dall’Armando Picchi.
La settimana appena vissuta è stata ancor più movimentata della precedente, con il nuovo esonero (stavolta definitivo) di Lorenzo Collacchioni ed il conseguente arrivo di Vincenzo Esposito, uomo di fiducia storico del presidente Toccafondi, chiamato per riportare serenità ad un gruppo ferito.
Il mister ovviamente non poteva fare miracoli sin da subito, anche perchè la sua avventura è iniziata con l’indisponibilità di diverse pedine importanti (squalifica di Russo e 5 titolari infortunati), ma non ha sicuramente giocato sulla difensiva ed ha cercato di plasmare la squadra secondo i suoi credo e va detto che la sua mano soprattutto nel secondo tempo si è vista.
Esposito comunque schiera un 4-4-2 a rombo, con la coppia di centrali Giampà-Karkalis e i terzini Fancelli-Zanolla. Linea mediana a tre con Bruzzo-Luci-Cretella e Maresca sulla trequarti. Frati e il rientrante Rodriguez in avanti.
Passano meno di 5 minuti ed è proprio il cubano ad approfittare di una disattenzione difensiva del Tau, impossessandosi del pallone, dribblando il portiere Di Biagio e depositando facilmente in rete il pallone del vantaggio.
Nonostante gli avversari si dimostrino tecnicamente inferiori, gli amaranto mostrano un’evidente mancanza di serenità e di sicurezza. Il Livorno riesce infatti ad arrivare con molta facilità al limite dell’area ospite, ma nessun giocatore sembra voglia tentare l’ultima giocata (che sia un passaggio in profondità, un dribbling o un tiro) e la palla viene quasi sempre scaricata dietro per far riniziare lo stesso fraseggio, a tratti molto frustrante.
Come ormai sappiamo, queste situazioni finiscono sempre con il peggior epilogo: Rodriguez è di nuovo protagonista, ma stavolta in negativo, con un retropassaggio insensato di 40 metri, che coglie impreparata la nostra difesa ma non Carcani, che è lesto ad approfittare del regalo, per depositare in rete il pallone del pareggio.
Inspiegabile quanto successo, anche perchè il Tau non riusciva a venir fuori dalla propria trequarti e senza l’aiuto degli amaranto non sarebbero mai riusciti a rendersi pericolosi.
Nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione di gara ci pensa il solito Matteino Frati a lottare per tutti come un leone e il suo coraggio viene premiato a tempo scaduto, quando riesce a procurarsi un calcio di rigore, che lui stesso va a trasformare (statistica curiosa la sua: capocannoniere amaranto con tre gol realizzati tutti dal dischetto, anche se uno su ribattuta dopo averlo sbagliato).
Si rientra dunque dagli spogliatoi in vantaggio, con mister Esposito che sceglie di sostituire subito Rodriguez e Maresca, a nostro avviso giustamente, visto che il primo sembra sempre giocare come se ci facesse un favore e il secondo continua a non convincere.
I due subentranti, Belli e Torromino, entrano subito in partita facendo aumentare la velocità del gioco e contemporaneamente, la mossa del mister di spostare Cretella sulla trequarti, fa finalmente apprezzare il giocatore che tutti aspettavamo da quando è arrivato da Grosseto.
Il Livorno inizia a macinare gioco e crea una marea di occasioni da gol, avendo però l’unico non trascurabile problema di non buttarla dentro (clamorosa l’occasione fallita da Torromino a tu per tu col portiere avversario, con la palla calciata incredibilmente a lato).
E come spesso capita, quando non chiudi queste partite, la beffa è dietro l’angolo. Così a cinque minuti dalla fine, un’azione confusionaria del Tau coglie di nuovo impreparata la nostra difesa e il solito Carcani pareggia i conti.
Il Livorno prova a reagire ma, come nel primo tempo, la squadra subisce un’involuzione a livello di personalità e di serenità. C’è però ancora spazio per un’ultimissima occasione, ma Torromino anche stavolta non riesce a inquadrare lo specchio della porta con un’ottima girata.
Termina così la gara e assistiamo al solito teatrino della squadra che viene a testa bassa sotto la Curva, quasi a cercare un’evitabile contestazione (che a parte qualche fischio non è avvenuta).
Dopo questa ennesima doccia fredda per i tifosi amaranto, si è aperto un acceso dibattito e si passa da un estremo all’altro, da coloro che sono ormai rassegnati ad un campionato anonimo da sfruttare per gettare le basi per il prossimo anno, a quelli che invece credono ancora fermamente nella promozione diretta.
Dato che non siamo ancora a dicembre e soprattutto si deve aprire la finestra di mercato invernale, proviamo a ragionare a mente fredda di quello che possiamo fare da qui in avanti, senza continuare a rimpiangere quello che poteva essere e non è stato e cercando di correggere in corsa gli errori compiuti.
Fare solo i conti in tasca ad Arezzo e Pianese, visto che mancano ben 21 partite, è solo dannoso, soprattutto a fronte del gran momento di forma della squadra in vetta, che continua a guadagnare punti sulle inseguitrici partita dopo partita e oltretutto non ci serve a nulla.
Bisogna innanzitutto pensare per noi, cercando di capire perchè, come capitato già la scorsa stagione, ad un certo punto la squadra perde il carattere e invece di andare avanti, subisce un’involuzione e si smarrisce.
L’ambiente oltretutto è giustamente critico, ma non getta benzina sul fuoco, quindi speriamo di non risentire i discorsi ridicoli della pressione che metterebbe la piazza di Livorno ai giocatori.
Mister Esposito è stato chiamato proprio per questo e siamo consapevoli che sarà un processo difficile, ma al tempo stesso auspichiamo che alla fine si arrivi a una soluzione per non rivivere lo stesso film dell’anno scorso, con giocatori senza palle che non fanno un passo sulla mattonella in campo.
A tal proposito, la società sa benissimo che questa sessione invernale di mercato sarà fondamentale sia per puntellare le zone di gioco in cui siamo maggiormente in difficoltà (arriverà il famoso numero 9?), sia per sfoltire una lunga rosa da giocatori che per un motivo o per un altro, non possono dare il giusto contributo alla causa.
Massima fiducia in Toccafondi e nei suoi collaboratori, ma sarà vietato sbagliare. Nessun processo alle intenzioni, con la consapevolezza però che rimediare una situazione come questa, implica riconoscere anche gli sbagli commessi finora.
Noi tifosi compattiamoci invece che dividerci, sosteniamo la squadra e proviamo a risalire insieme.
Combatti Livorno.