Buon compleanno Fabino

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Per loro è la partita della vita, per noi quella del rilancio.

Curva Nord Fabio Bettinetti Livorno

Così la Curva Nord Fabio Bettinetti incita i supporters labronici ad invadere Arezzo, per affrontare una gara molto importante, arrivata dopo una settimana folle, fatta di vicende rocambolesche a cui noi livornesi ci siamo purtroppo abituati nel corso degli anni.

Nonostante l’inesorabile involuzione della squadra, la risposta alla chiamata della Curva è importante, con 7-800 livornesi che si presentano per la trasferta in terra aretina.

Collacchioni, prima esonerato e poi reintegrato grazie all’intervento dei giocatori, stavolta cambia modulo e schiera una formazione più accorta, con un centrocampo più robusto a cercare di limitare il gioco degli avversari: Fogli tra i pali, terzetto difensivo collaudato Russo-Fancelli-Karkalis, una linea centrale composta da Cretella-Neri-Luci con Lucarelli-Zanolla sulle fasce, Frati-Lo Faso davanti per creare grattacapi ai difensori aretini. Alla lettura della formazione iniziale, sinceramente c’è già più di qualche perplessità sulle scelte del mister.

Inizia la partita e l’Arezzo si dimostra da subito squadra di grande qualità (non a caso è in testa alla classifica e considerata la grande favorita per la vittoria finale), con un centrocampo di alto spessore tecnico che corre, gioca veloce e fraseggia quasi alla perfezione. Sin dai primi minuti gli uomini di mister Indiani collezionano possesso palla e calci d’angolo, senza però impensierire seriamente la difesa del Livorno.

A metà della prima frazione di gioco però, una topica clamorosa del portiere Trombini cambia la storia della partita: si addormenta col pallone fra i piedi, Frati lo pressa rubandogli il pallone e lui lo stende. Rigore e rosso diretto.

In tutto questo sugli spalti era appena avvenuta una di quelle cose che fanno venire i brividi: i tifosi livornesi, qualche secondo prima del fallo da rigore, avevano esposto uno striscione per omaggiare il compianto Fabio Bettinetti nel giorno del suo compleanno. Niente accade per caso e nessuno dei presenti scorderà mai questo momento; buon compleanno Fabino.

Lo stesso Frati comunque si presenta sul dischetto e segna spiazzando il portiere di riserva appena entrato, andando poi ad esultare in faccia ai tifosi locali; francamente poteva risparmiarselo e giustamente i giocatori dell’Arezzo glielo fanno notare in maniera perentoria. Quando succede a noi a parti invertite, vorremmo la stessa reazione, non l’emulazione di queste esultanze antisportive nei confronti del pubblico.

Comunque mancano 70 minuti alla fine, siamo in vantaggio e in superiorità numerica ed ovviamente invece di sfruttare la situazione, iniziamo ad assistere ad un assedio, dal punto di vista del gioco, da parte dell’Arezzo.

Gli uomini di Indiani giocano a memoria, sanno cercarsi e trovarsi e arrivano sul fondo con facilità; dall’altro lato il Livorno mostra di non avere assolutamente idee e cerca solo di contenere fisicamente il fraseggio avversario, rilanciando subito in avanti su una delle punte, sperando nelle loro incursioni in velocità.

Per fortuna anche l’Arezzo ha palesi difficoltà a segnare, nonostante davanti schieri Diallo, che conquista e difende un sacco di palloni facendo salire la squadra.

Noi invece quest’anno abbiamo deciso che il centravanti è un ruolo che non va di moda e proseguiamo a giocare con due punte a cui non arriva un pallone, perché i rilanci sono ovviamente sempre catturati dai difensori avversari.

Si va comunque al riposo in vantaggio, la Curva capisce le difficoltà della squadra ed intona il classico “Forza ragazzi” che fa sempre bene.

La ripresa inizia sulla stessa falsa riga del primo tempo, con i giocatori di casa che arrivano sempre prima sul pallone e vanno al cross con una facilità disarmante; alla fine la statistica sui calci d’angolo registrerà un impietoso 12-0.

L’Arezzo risulta comprensibilmente più stanco, ma come detto le idee degli uomini di Collacchioni sono poche e non riusciamo mai a sfruttare un contropiede. Anzi la leziosità dei centrocampisti porta spesso a perdere il pallone e a “restituire” il contropiede agli avversari.

Nonostante ciò i padroni di casa non riescono a creare pericoli, ma come spesso avviene interveniamo noi a colmare questa lacuna: al 20esimo uno stop clamorosamente sbagliato da Cretella (inspiegabile la sua continua involuzione) regala palla agli avversari, lucidi a lanciare subito a rete Diallo, il quale brucia in velocità Russo e viene abbattuto in area da un indeciso Fogli in uscita. Rigore netto a favore dell’Arezzo, conquistato in ripartenza da una squadra in inferiorità numerica…scene purtroppo già viste e riviste a queste latitudini.

Nonostante questo, il portierino amaranto riesce a parare la conclusione di Settembrini, ma il funambolo aretino ribatte in rete sulla respinta, avventandosi sulla palla prima dei nostri dormienti difensori.

Anche se non ci saranno più pericoli dalle parti di Fogli, l’ultima mezz’ora (recupero compreso) è una continua sagra di palle perse malamente e passaggi sbagliati. Collacchioni dimostra di essere in confusione totale con questo “nuovo” modulo e non riesce (o non ha il coraggio) di fare cambi tempestivi. L’inserimento di Torromino a due minuti dalla fine ne è la degna sintesi.

Ogni tifoso livornese fino al giorno prima della gara ci avrebbe messo la firma per un pareggio in terra aretina, a maggior ragione dopo la settimana vissuta. Eppure non si può essere felici dello spettacolo a cui abbiamo assistito: in superiorità numerica e in vantaggio da metà del primo tempo, non abbiamo visto uno schema, una parvenza di gioco, ma anche soltanto tre passaggi di fila e abbiamo subito costantemente il pressing e la velocità degli avversari, che fino alla fine hanno sempre corso il doppio dei nostri e addirittura erano in superiorità numerica in molti fraseggi in zona offensiva.

Non possiamo imputare nulla all’impegno dei nostri ragazzi, ma è frustrante vederli giocare in questo modo, sempre impacciati e senza idee, sempre a testa bassa e senza un briciolo di cattiveria. Ogni settimana che passa aumenta l’involuzione di questa squadra e siamo arrivati al punto di sperare di limitare i danni, in attesa che avvenga un qualche miracolo che ci regali 2-3 giocatori di spessore nel mercato invernale.

In tutto questo rimane però la bellezza di aver vissuto una trasferta d’altri tempi e la consapevolezza che i tifosi amaranto non abbandoneranno mai il magico Livorno.

Non parliamo volutamente di quel che è successo prima e dopo la partita, perché non vogliamo contribuire allo sciacallaggio di certa stampa che con queste cose ci andrà a nozze almeno per una settimana (come per il sasso al pullman del Grosseto, dove si è parlato addirittura di tentata strage) e nemmeno dare adito a polemiche virtuali del tutto inutili.

Avanti Vecchia Unione