Tutti i nodi vengono al pettine

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In una domenica di fine ottobre, con temperature sempre estive, il Livorno visita la borgata romana di Montespaccato per la nona giornata di campionato.

Durante la settimana si è parlato molto dei nostri avversari, che stanno vivendo una situazione decisamente particolare, con la società posta addirittura sotto sequestro. L’impianto sportivo è quindi ancora abbandonato a se stesso, dato che non possono essere effettuati lavori di ristrutturazione fino a che non finirà questa vicenda.

Resta inspiegabile come sia possibile conferire l’agibilità ad un campo composto da almeno quattro varianti di terreno sintetico, anche se oggi abbiamo pensato poco a questo fattore, dato che gli uomini di mister Collacchioni avrebbero dovuto dimostrare (nuovamente) di essere usciti da un periodo difficile, soprattutto dal punto di vista del gioco, senza scuse o pretesti legati alle condizioni del terreno di gioco.

La squadra scende in campo con il consueto modulo ad albero di Natale, con il tridente offensivo ancora composto da nessuna punta di ruolo e con Neri che “vince” la maglia da “falso nove”.

Si rischia di essere ripetitivi nel raccontare le partite del Livorno: partenza a mille, ma con molta frenesia e altrettanta confusione, per poi passare ad un calo inesorabile.

Nonostante il palo di Frati dopo due minuti infatti, i nostri avversari dimostrano da subito di saper intelligentemente gestire la tattica degli amaranto, come se dopo una fase iniziale di studio, chiunque riesca a prenderti agilmente le misure.

Al quarto d’ora di gioco per di più, sono proprio i romani a passare in vantaggio: cross di facile lettura dalla trequarti (zona in cui ogni pallone lanciato DEVE essere facilmente intercettato), dormita dei nostri centrali, uscita a vuoto di Fogli e Calì può insaccare comodamente di testa.

Il Livorno come da copione non riesce a reagire e non potrebbe essere altrimenti, con questo modulo che di fatto cancella il centrocampo e toglie ogni punto di riferimento offensivo. Luci si ritrova nuovamente a fare il regista con scarsissimi risultati. I terzini quando spingono si ritrovano sul fondo e non possono crossare perchè gli attaccanti non sono in area, ma accanto a loro sulle fasce. Rodriguez che dovrebbe agire da prima punta, si ritrova spesso a giocare a centrocampo.

Le conclusioni da fuori e le palle inattive dunque continuano ad essere l’unica speranza di poter creare occasioni pericolose, ma punizioni al limite e calci d’angolo continuano ad essere gestiti in maniera a dir poco imbarazzante (anche oggi abbiamo assistito all’infame schema da angolo, dove il giro di passaggi porta Luci a perdere palla sulla trequarti e subire il contropiede).

Il Montespaccato, come detto, si dimostra squadra intelligente e aggira facilmente ogni nostro tentativo, anche aiutata dal fatto di trovarsi di fronte un avversario che è ormai un libro aperto per i propri avversari. Prima di andare al riposo c’è anche tempo di assistere ad un rigore (dubbio) assegnato ai romani, conquistato sull’ennesima ripartenza che ci trova scoperti. Per fortuna nostra, il tiro sbatte sulla traversa e si rimane sotto solo di un gol.

Nella ripresa Collacchioni toglie subito Rodriguez per Torromino, creando ancor più confusione nel nostro schema tattico, visto che alla presunta nostra prima punta, subentra un’altra ala.

Il Torro dimostra di essersi ripreso dal lungo infortunio e crea da subito diversi grattacapi ai difensori di casa, ma resta sempre l’enorme problema di non riuscire a creare occasioni da rete, con una manovra sempre lenta e impacciata.

Il Montespaccato gestisce senza particolari problemi il vantaggio, consapevole delle difficoltà del Livorno, che si palesano sempre più ogni minuto che passa.

Dopo l’ennesima sostituzione scolastica (Maresca per Belli), il mister decide finalmente di inserire una prima punta di ruolo, ovvero Vantaggiato. Il Toro di Brindisi fa vedere da subito di essere il punto di riferimento per la squadra, che lo cerca con lanci che vengono sempre spizzati di testa o gestiti con degli ottimi appoggi che fanno salire la squadra.

Peccato però che con l’ingresso di Rossi, ci ritroviamo davanti all’ennesimo cambio modulo discutibile, passando da essere senza punte centrali ad averne bene due, sguarnendo pericolosamente un centrocampo che già funziona pochino di suo.

È proprio l’ex PLS comunque a divorarsi l’occasione del pareggio nel tentativo di forcing finale, ma non possiamo recriminare su questo episodio più di tanto, dopo essere stati inguardabili per tutti i 90 minuti più recupero.

Finisce così con un’altra sconfitta, la terza in nove partite, con un misero bottino di 8 gol segnati e la sensazione di star facendo come i gamberi.

Ormai sono settimane che parliamo degli stessi problemi e nonostante alcune vittorie apparse ad onor del vero molto casuali, tutti i nodi vengono sempre al pettine:

  • A che serve ruotare tre esterni d’attacco, senza avere un riferimento fisso come Vantaggiato o Rossi, preferendo insistere con Rodriguez che si vede benissimo essere totalmente fuori ruolo sia da punta centrale che da esterno?
  • Con la mancanza di Pecchia, perché insistere con un centrocampo leggerissimo con Belli al suo posto, trovandosi sempre con un centrocampo in inferiorità e Luci costretto alla regia?
  • Com’è possibile impostare il gioco su due terzini offensivi e farli arrivare inutilmente sul fondo, perché poi non c’è nessun giocatore in mezzo all’area da servire?
  • Possiamo continuare ad assistere a schemi imbarazzanti sulle palle inattive che portano quasi sempre ad un pericolosissimo contropiede?
  • È mai possibile che tutti i nostri avversari abbiano la cattiveria giusta per la categoria mentre noi siamo l’unica squadra “dorciona” del girone?

Forse l’ultimo punto è l’unico di cui il mister non ha colpa, ma diciamo forse perché la sensazione che Collacchioni stia perdendo la squadra, inizia comunque ad essere evidente. Non vorremmo che la squadra fosse così contratta proprio perchè non a proprio agio con le indicazioni date dal tecnico.

Sapevamo che sarebbe stato difficile quest’anno, specie dovendo competere con un Arezzo che partiva da super favorito, però abbiamo la netta sensazione che non si sia ancora trovato il bandolo della matassa e che non ci si stia muovendo nella giusta direzione per esprimere al meglio il nostro potenziale.

Nel momento peggiore e di maggior riflessione ci aspetta la settimana che ci separa dallo scontro appunto contro gli aretini e non ci possiamo permettere di gettare la spugna agli inizi di novembre.

Sempre al tuo fianco, sveglia Livorno!