La prima crisi stagionale

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In una caldissima domenica di ottobre va in scena la settima giornata di campionato. Gli uomini di mister Collacchioni sono ospiti del Città di Castello, squadra dell’omonimo borgo in provincia di Perugia, che in classifica insegue proprio gli Amaranto al quarto posto. Un discreto numero di tifosi segue la squadra in quello che, si spera, possa essere un punto di svolta per la stagione.

Capitan Luci prende nuovamente il timone del centrocampo, dietro debutta il nuovo arrivo Zanolla (si rivelerà uno dei migliori in campo) e davanti nel “toto tridente” il sacrificato stavolta è Rossi, al suo posto Lo Faso.

Pronti via e dopo circa sei minuti è proprio l’ex Palermo a fallire incredibilmente la rete a porta vuota, servito sulla corsa da un generoso Rodriguez.

Non passano neanche 10 minuti però che il fantasista si fa perdonare: uscita sicura di Fogli che fa ripartire intelligentemente Luci, passaggio per Cretella, assist a Lo Faso che scarica in rete un diagonale imprendibile con tutta la rabbia che ha in corpo. Il Livorno gioca bene a pallone, non è una novità; e stavolta sblocca subito il risultato.

Il primo tempo scorre tranquillo, con il Livorno padrone del campo e i locali quasi impauriti. Purtroppo da un po’ di tempo a questa parte assistiamo a dei veri e propri blackout generali improvvisi e anche stavolta, da un’azione offensiva, subiamo un contropiede che porta il funambolo Calderini a procurarsi un calcio di rigore.

Il fantasista di casa si incarica della battuta ma, forse intimorito dalla sicurezza di Fogli, spara clamorosamente alto. Pericolo scampato, primo tempo terminato e forse abbiamo imparato l’ennesima lezione.

La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo, con il Livorno a tenere il pallino del gioco e il Castello ad aspettare. Dopo pochi minuti un altro blackout collettivo lancia a rete l’attaccante di casa, il quale salta il nostro portiere e reclama un rigore, ma per fortuna l’arbitro non è della stessa opinione.

Alla mezz’ora di gioco arriva uno snodo importante del match: Rodriguez servito in profondità si trova a tu per tu col portiere di casa e tenta di saltarlo con un pallonetto, ottimamente stoppato da quest’ultimo. Purtroppo quando non riesci a chiudere le partite, la situazione può sfuggire di mano.

Puntualmente l’ultimo quarto d’ora più recupero è solo a tinte biancorosse. Il Livorno non ne ha veramente più, dagli spalti si vedono i giocatori spompati fisicamente e incapaci di stare dietro agli avversari.

Due minuti dopo l’occasione capitata al cubano, un’uscita a vuoto di Fogli (la prima della stagione) porta alla rete del pareggio.

Nel giro di dieci minuti succede di tutto: espulso l’assist man di casa per un contrasto aereo su Luci, Livorno che non sfrutta minimamente la superiorità numerica in quanto senza energie e parità numerica ristabilita dopo cinque minuti per un rosso diretto, molto generoso, nei confronti del nostro Apolloni, ingenuo nell’occasione.

Gli ultimi minuti, recupero compreso, sono un assedio allucinante del Castello, che attacca a testa bassa per cercare la vittoria.

Il Livorno non riesce a difendersi a dovere, Collacchioni inserisce Lucarelli e Vantaggiato, ma i cambi non danno la freschezza necessaria. La compagine amaranto commette un fallo dopo l’altro perché incapace di contrastare il forcing dei biancorossi.

Al 95esimo, stavolta, la beffa arriva per noi: un tiro non irresistibile dalla distanza di Gorini sorprende Fogli ed è apoteosi per il Città di Castello. Ci ritroviamo a regalare un’altra giornata di gioia all’ennesimo paesino.

I tifosi di casa, fino a lì comprensibilmente anonimi, intonano il coro “Livornese pezzo di pisa”, galvanizzati dalla vittoria. Gli amaranto si vedono superare in classifica proprio dalla compagine di mister Alessandria, nel giorno in cui la Pianese ha perso e l’Arezzo ha pareggiato.

Dopo il triplice fischio, tra i tifosi livornesi, ognuno sentenzia come da prassi, indicando i propri colpevoli: gli attaccanti sterili, il portiere oggi impreciso, l’allenatore che ha fatto cambi tardivi e sbagliati. Di certo c’è che bisogna essere onesti: i nostri avversari si sono dimostrati più compatti, esperti e di conseguenza superiori a noi. La sconfitta è meritata.

Rimane però la grossa delusione di aver visto una partita controllata per più di 70 minuti, nonostante i famosi blackout collettivi, salvo poi vedere l’intera squadra crollare atleticamente e soccombere sul pressing degli avversari.

Anche se 4 punti in 3 partite possono essere un bottino onesto, bisogna analizzare la situazione complessiva e ammettere che da un po’ di tempo a questa parte, nonostante la striscia di gare a porta inviolata, era sempre nell’aria la sensazione di poter subire una disfatta come quella di oggi, in quanto non siamo mai riusciti a chiudere con facilità le partite e abbiamo sempre regalato occasioni agli avversari.

Alla settima giornata di campionato, possiamo parlare di piccola crisi. C’è tutto il tempo per rimediare, tuttavia oggi abbiamo avuto la conferma che questa squadra per il momento non può ambire a vincere il campionato.

Speriamo di riuscire a trovare una quadra, magari con un cambio modulo in avanti e con una consapevolezza diversa dei propri mezzi, per poterci togliere le soddisfazioni che meritiamo.

Di certo c’è che noi saremo sempre lì a sostenere il Livorno, anche se oggi è andata male, anzi, proprio perché è andata male. È facile quando si vince…

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