Per questa sesta giornata di campionato, che vede il Livorno affrontare il Ponsacco, la copertina la vogliamo regalare al signor Giorgio Allori: classe 1922, livornese, internato per due anni nei campi di prigionia nazisti per non aver aderito alla Repubblica di Salò e simbolo della Resistenza.
Giorgio Allori aveva due desideri per festeggiare i 100 anni: una visita agli Uffizi di Firenze, il suo museo preferito e una partita dell’Us Livorno, la sua squadra del cuore. Così a maggio è stato invitato agli Uffizi, mentre oggi era con noi all’Armando Picchi (fonte: Unione Sportiva Livorno 1915).
Giorgio ha ricevuto una maglia amaranto in suo onore da Fernandez Africano, presente insieme alla nostra bandiera Igor Protti. Vederlo felicissimo e commosso è stato una grande emozione per tutti i tifosi presenti.
Ma veniamo alla partita. Gli uomini di mister Collacchioni si schierano con l’ormai collaudato 3-4-3, con Rodriguez preferito a Vantaggiato, il duo Neri/Rossi a supporto, Belli a sostituire Luci, Ivani al posto dell’infortunato Pecchia e l’affidabile terzetto difensivo confermato.
Sin da subito il copione appare chiaro: Livorno che gioca un buon calcio, con possesso palla nettamente a favore nostro, ma solita difficoltà a finalizzare l’azione e concludere a rete. Il primo tempo è un monologo amaranto, ma solo riguardo il possesso palla, perchè le occasioni da rete latitano e alla fine della frazione, di rilevante c’è da segnalare soltanto l’occasione iniziale creata da Neri e sventata dal portiere ospite.
Nel secondo tempo cambia l’inerzia della gara, col Ponsacco che vista l’incapacità del Livorno di concretizzare il gioco, prova a pungere in avanti di rimessa. La partita è brutta, ci sono errori banali da una parte e dall’altra, ma gli ospiti riescono ad essere più pericolosi dei nostri ragazzi.
Mister Collacchioni inserisce Maresca e Lo Faso e il tasso tecnico si alza notevolmente, ma si continua a non vedere un tiro in porta. Il Livorno continua a scambiare velocemente palla a terra, arriva con facilità al limite dell’area di rigore avversaria (a tratti anche dentro), ma nessun giocatore sembra avere il guizzo finale per concludere a rete.
La palla viene sempre scaricata sugli esterni che, a prescindere dall’esito del cross, si trovano sempre a dover buttare la palla in un’area con 10 giocatori ospiti a difendere ormai ben schierati.
I successivi ingressi di Frati e Vantaggiato portano finalmente a qualche occasione più pericolosa, ma la partita sembra destinata ad uno 0-0 che tutto sommato rispecchia ciò che si è visto in campo.
Al 95esimo però avviene il miracolo: Raffaele Maresca, che sin dall’ingresso è sembrato subito in palla, tira finalmente in porta da fuori area, invece di tentare l’ennesimo dai e vai o scaricare la palla sulle fasce.
La sua conclusione viene deviata, con la palla che beffardamente cambia traiettoria mettendo fuori causa il portiere avversario, che può solo guardare gonfiarsi la rete. È l’apoteosi amaranto, con l’Armando Picchi che esplode di gioia insperata. Arrivano tre punti che sembravano una chimera e con questa vittoria rimaniamo in scia dell’Arezzo (vincitore a sua volta con un gol allo scadere).
Oggi la partita è stata abbastanza chiara, sugli spalti si bubbolava per la mancanza di un centravanti di ruolo, altri puntavano il dito contro un modulo che probabilmente non esalta le doti dei nostri attaccanti. Criticare è normale e fa parte del DNA del tifoso, per cui è giusto rispettare le opinioni di tutti.
Il dato oggettivo è che il Livorno sostanzialmente crea buone trame di gioco, ha spesso il pallino in mano, ma spesso tergiversa col pallone, nonostante ci siano giocatori che hanno tanti gol nei piedi. Sembra sempre mancare il momento giusto per battere a rete.
Pur sottolineando l’ennesima prova senza sbavature della difesa (Fogli e Russo impeccabili), con la nostra porta rimasta inviolata anche oggi, non possiamo continuare a far finta di niente per quel che riguarda la squadra dalla cintola in su.
Gli attaccanti non hanno segnato nemmeno in questa occasione e ormai stiamo parlando di 6 partite e non può essere un caso. Inoltre la rete è arrivata nell’unica occasione in cui è stato tentato il tiro da fuori e questo deve essere di lezione per i giocatori in campo.
In una categoria come questa, spesso e volentieri, non conviene insistere con il tiki-taka per cercare di arrivare in porta con la palla, ma bisogna avere anche il coraggio di tirare. Per cui godiamoci questa importantissima vittoria, ma facciamo tesoro della lezione imparata!
Avanti Vecchia Unione!