US Livorno – Pomezia 2-1

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Visto il caldo estivo invece di correre le due squadre scelgono di riunirsi in capannelli itineranti sul terreno di gioco per discutere di geopolitica e filosofia teoretica. Ne escono fuori comunque tre gol e un numero incalcolabile di risse.

Pulidori 6
Prende gol dopo due minuti, poi il Pomezia sparisce e lui ha tutto il tempo di andare a votare per il referendum. Ma i quesiti sono talmente incomprensibili che preferisce tornare tra i pali rassegnandosi a più di 90 minuti di nullafacenza. Portiere non votante.

Milianti 5
Dopo mesi di panchina e un sabato sera di lavoro in cui ha sfornato centinaia di cocktail fino a tardi, il mister lo mette tragicamente al centro della difesa, probabilmente con l’unico scopo di ripristinare il livello d’ignoranza perduta a causa delle assenze di Luci, Vantaggiato e Mazzoni. Risultato: un gran casino e sostituzione dopo un tempo.

Russo 6
Difese a 3, 4 o 5, per lui non fa differenza, è nato per picchiare e resta fedele alla linea (difensiva) anche quando la linea non c’è.

Giampà 6
Vorrebbe buttarsi in avanti e spaccare tutto ma il continuo cambio di modulo gli fa perdere il carattere. Terzino a sua insaputa.

Pecchia 5,5
Come direbbe Allegri: “quando i cavalli sono stanchi bisogna mandarli al prato.” Spompato dopo aver tirato la carretta per mesi. Minnesota.

Apolloni 6,5
A differenza di Pecchia lui ha ancora benzina nelle gambe a causa delle inspiegabili panchine durante l’anno. Quando recupera palla e sventaglia sulla fascia è bello come il terzo mojito a stomaco vuoto al tramonto a Calafuria.

Panebianco 4,5
I fornai la domenica sono chiusi e così al mister viene la malaugurata idea di toglierlo dal congelatore dopo mesi di ibernazione. Nonostante la temperatura la mollica rimane dura e il sapore non c’è. Raffermo.

Gargiulo 5,5
Mi sono accorto che era in campo e che ha giocato 90 minuti dopo aver guardato i tabellini su Livorno Today a fine partita. Invisible man.

Dal 52’ Franzoni 5
Entra e sbaglia i passaggi facili e quelli facilissimi. Quelli difficili non li prova nemmeno ed è meglio così.

Dal 78’ Petronelli 6
Tutto lo stadio ha la sensazione che tra quelli rimasti fuori sia l’unico che possa rendersi pericoloso. Tutti meno uno, il mister, che lo tiene seduto nella sauna della panchina fino a dieci minuti dal termine. E allora continuiamo a farci del male.

Frati 6,5
I suoi tempi di reazione sul campo di gioco sono tre volte superiori a quelli di Ferretti, non che ci voglia molto, però in quella specie di deserto australiano che è il Picchi in un pomeriggio d’estate si trova a suo agio e saltella qua e là come un cucciolo di canguro. Beata gioventù.

Ferretti 6
Dopo mesi di infortuni e panchine si ritrova titolare a 37 anni e 37 gradi all’ombra. Passa 90 minuti in uno stato di pre-morte in cui ha l’opportunità di vivere un’esperienza extracorporea, incontrare strani esseri luminosi e di ripercorrere le tappe principali della sua esistenza. Ma al 95’ vede una luce in fondo al tunnel, ritorna tra i vivi e si conquista il rigore decisivo. Lo trasforma e poi corre tutto quello che non ha corso mai, arrivando sotto la nord in piena crisi respiratoria. Riportato a braccia a centrocampo si abbandona in un pianto liberatorio. Per grazia ricevuta.

Torromino 6,5
Capitano per esclusione, il nostro Bud non soffre la mancanza di Terence Hill, riesce a piazzare il gol del pareggio e, per una volta, evita di farsi buttare fuori dopo aver deviato il setto nasale di un paio di avversari con i suoi famigerati ceffoni.

Mr. Angelini 5
Preso dal panico si fa suggerire l’undici di partenza dopo un consulto astrologico con Wanna Marchi e il Mago do Nascimento. Ne esce fuori una formazione ai confini della realtà che non ha molto a che vedere col gioco del calcio, ma almeno ha il buonsenso di sistemare le cose in corso di gara. Gran maestro dell’occulto.

Pomezia voto 2
Segnano dopo tre minuti a cui ne fanno seguire 94 di sceneggiate, dando fondo a tutto il repertorio del Grande Libro delle Perdite di Tempo. Finti crampi, svenimenti a catena, palloni buttati in campo con l’avversario nella propria area, risse e punizioni battute prima del fischio dell’arbitro, riducono il tempo di gioco a 12 minuti effettivi. Giustamente puniti dal karma prendono gol allo scadere, cosa che li fa uscire dal campo incazzati come delle scimmie urlatrici. Ma è bene ricordare che in caso di sconfitte all’ultimo secondo vale sempre la legge del Menga: chi lo piglia in culo se lo tenga.

Nella foto: Ferretti mentre vede la luce in fondo al tunnel.