Un amore per la vita

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Del Livorno si scrive sempre con il cuore, questo è uno dei principali comandamenti del tifoso amaranto.

Stasera però, mi sento di scrivere queste poche righe anche un po’ di pancia, cercando di coinvolgere chi ci segue in un vortice di ricordi e di speranze che la nuova società ha avuto il merito di riaccendere.

Nei giorni del suo 107° compleanno, il Livorno torna finalmente alla ribalta rivivendo il suo glorioso passato e gettando le basi per un futuro che tutti quanti ci auguriamo radioso.

Gli affetti degli sportivi sono tornati ad abbracciare il loro grande amore, dopo che per troppe stagioni, nell’indifferenza di un padre-padrone milionario avidamente privo di un minimo di attaccamento e di riconoscenza, l’inedia aveva ormai preso il sopravvento.

Eppure Livorno si accontenta con poco e l’ennesima dimostrazione è arrivata dalle gioie e dalle emozioni provate tra i presenti al Parco del Levante, durante la premiazione dei personaggi che hanno avuto il privilegio di far parte del “Pianeta Amaranto”.

Il presidente Paolo Toccafondi, molto rispettoso dei ruoli, ha lasciato il posto di padrone di casa ad un Enrico Fernandez visibilmente commosso e la cerimonia è stata sapientemente gestita dal duo di conduttori formato da Martina Parigi e Gianni Tacchi.

Prime ovazioni per due leggende assolute come Mauro Lessi e Miguel Vitulano, degnamente rappresentate dai loro familiari. A seguire l’intervento di Vezio Benetti, ironico e spigliato come al solito, che ha ricordato l’anno 1949 quale inizio del suo amore per l’amaranto.

Subito dopo è stata la volta di un altro mito come Corrado Nastasio, il record-man di presenze in trasferta a sostegno dei nostri colori. Così, tra scroscianti applausi e qualche lacrima sincera, è stata la volta dei vari Bruschini, Niccolai, Grossi, Ammannati, Spigoni, Manetti, Cardinali, Moschetti, Boccafogli, Bagnoli, Scalzo, l’altro Niccolai, Carli, Lazzerini, Tancredi, Fanucci, Doga e, ovviamente, Igor Protti.

Un tripudio di emozioni che si intrecciavano, tra il passato ed il presente, accomunate dalla magia che solo il grande amore per questa maglia riesce a dare. Pacche sulle spalle, strette di mano, sorrisi e la voglia di dimostrare al mondo che la nostra passione non è sopita, ma anzi freme dalla voglia di riprendersi tutto ciò che le è stato tolto premeditatamente ed in maniera sciagurata.

Livorno ha sempre dato più di ciò che ha ricevuto e chi lo ha capito ha deciso di fermarsi proprio qui a vivere, godendosi questi momenti, travolti dall’affetto e dall’amore della gente comune che riesce a cogliere l’uomo oltre al calciatore, apprezzandone le qualità morali più di quelle pedatorie.

Livorno è questa e non ci vuole molto per capirlo. “Non abbiamo bisogno di campioni ma di uomini veri” diceva il “Vozd” Osvaldo Jaconi ed in questa frase c’è tutta l’essenza della livornesità.

C’è ancora tanta strada da fare e soltanto il tempo ci dirà chi si meriterà l’Olimpo amaranto, ma queste operazioni fanno bene al cuore ed allo spirito e soprattutto fortificano l’ambiente.

Buon compleanno Livorno.