Oltre la categoria

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Cristiano Ronaldo lascia la Juve per ritornare al Manchester Utd e quella che è soltanto una mega operazione commerciale, viene spacciata come un atto di riconoscenza del calciatore nei confronti della società che lo consacrò al Grande Calcio.

Lionel Messi lascia in lacrime il Barcellona per andare a Parigi, solo perché il PSG è l’unica società che può continuare a garantirgli uno stipendio spropositato e qualcuno ha il coraggio di dire che lo fa per non mettere in difficoltà economiche la sua vecchia squadra, che non può più strapagarlo come in questi anni.

Gianluigi Donnarumma detto Gigio, lascia il Milan che lo aveva lanciato quando ancora era minorenne, andando a scadenza di contratto e non facendo prendere un euro alla sua società. C’è chi dice che, in fondo, il calciatore prima di tutto è un professionista e quindi va bene così.

Fra baci alla maglia, mani sul cuore e dichiarazioni d’amore imperituro, quest’estate si sono consumati questi teatrini, che ormai, in un mondo senz’anima come è diventato quello del pallone, sono la vergognosa regola.

Ci scuserete quindi se nonostante la caduta nel Girone B del Campionato di Eccellenza Toscana, siamo felicissimi di essere avulsi dal sistema Calcio Moderno e di chi lo comanda: il Dio Denaro.

Il nostro orgoglio è in una partita in trasferta a Castelfiorentino, sugli spalti di un campo sportivo, quando vedi Cristiano Lucarelli, il nostro Bomber, a tifare insieme a noi.

La nostra fierezza è in una partita in casa contro il Fucecchio, quando nella tribuna del nostro stadio scorgi Igor Protti, dirigente amaranto, voluto a furor di popolo per rappresentarci nella rinascita.

La nostra storia è in una partita assurda che giochiamo contro una squadra che porta il nome di un altro nostro Campionissimo, Armando Picchi, nello stadio anch’esso omonimo, nella prima e forse ultima “trasferta casalinga” della storia amaranto.

Lontani dai riflettori del calcio che conta, ci riappropriamo della nostra anima, venduta non si sa per quale motivo ad un Diavolo Giallo che con una strana alchimia ci aveva soggiogati. Ma andiamo avanti, ora siamo finalmente liberi.

Pazienza se lo spettacolo in campo non è più quello di quando Cristiano&Igor calcavano il terreno di gioco, anche perchè come coppia di attaccanti ora abbiamo il duo Vantaggiato-Torromino che ci sta già facendo sognare, al di là della categoria.

La risalita sarà lunga ed impervia, ma non abbiamo paura di niente e anzi, tutto questo tempo ci servirà per compattarci ancora di più e per ricordarci ancora una volta, che i protagonisti siamo noi.

Non è una questione di numeri, anche se oggettivamente siamo veramente TANTI, specialmente considerando gli ultimi due orribili anni passati inchiodati sul fondo della classifica a vergognarci per colpe non nostre. E’ uno stato mentale, come quando col Picchi da sotto 0-2 siamo riusciti a ribaltarla e vincere 4-2 nella bolgia più totale.

Una grande curva, uno stadio che deve tornare ad essere il famigerato “Catino ardenzino”. Importa poco se poi giochiamo bene o male, il Livorno si sostiene e basta.

Alè Unione, alè Livorno.