Amaranto: che non appassisce

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Domenica 26 settembre 2021: il giorno ufficiale della rinascita della nostra gloriosa Unione Sportiva Livorno, il momento in cui siamo ripartiti lasciandoci finalmente alle spalle annate disastrose che sembravano susseguirsi in un loop infinito.

Poco importa aver abbandonato il professionismo per dover ripartire dall’Eccellenza, la cosa fondamentale è essersi riappropriati dell’Amaranto, sentirlo di nuovo come un brivido sulla pelle.

Così si torna a fare festa per un turno di Coppa Italia regionale, giocando una stracittadina con l’altra compagine labronica, che prende il nome da uno dei più grandi campioni livornesi, Armando Picchi.

Ma facciamo un passo indietro: giovedì 23 settembre, alla presentazione della squadra, Livorno ha risposto presente a modo suo, con quell’entusiasmo travolgente che fu anche il tratto distintivo di un’altra ripartenza dai bassi fondi del calcio esattamente 30 anni fa. Possiamo anche cadere, ma quando c’è da rialzarsi non ci tiene testa nessuno. NESSUNO!

Il nuovo progetto è stato presentato davanti a un pubblico incredibile, che è andato totalmente in estasi quando dal tunnel è uscito colui che forse più di ogni altro incarna lo spirito del Livorno e di Livorno tutta: Igor Protti.

La tradizione e la novità, il blasone (anche se ci teniamo a precisare che non è minimamente paragonabile a quello dei nostri cugini) della nobile decaduta da far risplendere alla nostra plebea maniera.

Torniamo alla partita, che inizia, sia in campo che sugli spalti, con una trance agonistica tale che non ci si accorge neanche del gol subito a freddo dopo pochi minuti.

Non ci scomponiamo, dobbiamo vincere, sappiamo che vinceremo e infatti in men che non si dica il risultato viene ribaltato.

Il primo momento veramente magico però arriva con il gol del 3-1, siglato dal nostro numero 9, con la prima corsa sfrenata della nuova era, per festeggiare sotto la Nord. Poi tanta sofferenza, specialmente dopo il 3-2, che si dissolve solo al triplice fischio, dove avviene la seconda magia, con la simbiosi fra i giocatori in campo e i tifosi della Nord.

Finalmente è tornato il connubio squadra-pubblico. Lontani dai palcoscenici dove attori senz’anima pagati profumatamente, recitano la parte dei grandi ma viziati campioni, da noi è riniziato a germogliare il calcio, quello vero, quello popolare, quello livornese.

Un pensiero per i nostri due bomber: per Ferretti che ha corso come un pazzo sotto la Curva come se avesse segnato un gol in Champions League e non nella Coppa Italia di Eccellenza Toscana; per Frati, livornese di scoglio, che resterà nella storia della società, avendo segnato il primo gol in una partita ufficiale della nuova US Livorno.

Grazie bimbi, grazie davvero.

Finalmente siamo tornati nel calcio vero, l’unico che conta, quello fatto di persone, di passione, di sacrificio, di sudore, di tifo incondizionato, di amore per la maglia e per la città, al di là di ogni categoria.

Siamo solo noi a contare, nessun divo di cartone da incensare, un fenomeno sociale e popolare che va in trasferta in motorino alla faccia di chi ha trasformato il calcio in una produzione televisiva.

Faremo nuovamente vedere a tutti chi siamo e soprattutto faremo capire loro chi non sono e non saranno mai.