Decenni di attesa nella speranza di liberarsi del peggior presidente della storia del Livorno calcio. Mesi di false trattative, notizie riportate con leggerezza, dichiarazioni fuori luogo di personaggi che ancora non si capisce come possano stare in una società di calcio.
Settimane di accese discussioni tra istituzioni, tifo organizzato, semplici tifosi, per capire quale fosse la via da intraprendere, in pieno stile livornese, dove è sempre difficile arrivare ad una sintesi collettiva, nonostante l’obiettivo fosse lo stesso per tutti: tornare a parlare di calcio.
Finalmente, però, come ormai sanno anche i più malfamati gabbiani di piazza Mazzini, l’Unione Sportiva Livorno è risorta dalle sue ceneri come l’araba fenice e giocherà nel campionato d’Eccellenza Toscana, girone B, dove sarà ovviamente la strafavorita, almeno sulla carta.
Ma, come ben sappiamo ricordando il 1991, non sarà così semplice. Non tanto per il livello tecnico a noi sconosciuto, ma piuttosto perché giocare contro il Livorno a queste latitudini calcistiche fa sempre un certo effetto e anche la più piccola delle società metterà anima e corpo per fronteggiarci e metterci in difficoltà.
Però è proprio questo il bello del calcio: il pallone è tondo e Davide può battere Golia quando meno te lo aspetti.
Tolte le partire in casa che giocheremo di nuovo nel glorioso seppur vetusto Armando Picchi, le distanze che dovremo coprire andranno dagli 0km per giocare contro l’Armando Picchi, fino ai 107km da fare per andare a Colle Val d’Elsa per sfidare la Colligiana. Basterà quasi sempre percorrere la FI-PI-LI per seguire l’Unione in trasferta, chiaramente covid permettendo.
Da quanto tempo aspettavamo tutto ciò? Spinelli non c’è più. C’è un nuovo progetto. C’è una nuova dirigenza che per adesso si sta muovendo bene. C’è il nostro marchio storico. Si riparte dal basso, alla nostra maniera.
In città si respira un’aria di ritrovato entusiasmo, di fame di quel pallone che negli ultimi anni ci è stato negato. Sogniamo di riprenderci quella vita da stadio che tanto ci manca, anche per questioni legate alla pandemia. Non mancano residui di polemica ovviamente, ma chi scrive è abbastanza fiducioso che se i risultati arriveranno, quando saranno visibili a tutti, anche i più scettici torneranno a sostenere senza se e senza ma l’amato Livorno.
Negli ultimi giorni si è sentito parlare di campagna abbonamenti, di trasferte da fare con i figlioli, i nipoti e gli amici di sempre, alla faccia di tornelli e tessere del tifoso varie; delle trasferte a Cenaia o Perignano come se si fosse tornati ai tempi che andavamo a San Siro o all’Olimpico; del triangolare di Coppa Italia Toscana con Piombino e Armando Picchi, molto meglio della Coppa Italia vissuta negli ultimi anni sempre con vergogna nei professionisti; si fa un gran parlare dei nuovi calciatori che vestiranno l’amaranto, invece di pensare alle decine di squallidi personaggi che venivano a far parte della dirigenza.
Insomma, un’opportunità anche di rivivere il tifo con una certa euforia, alla livornese, come ogni serie dilettantistica ti permette di fare, nel rispetto comunque di ti chi ti ospita.
Pensateci: in tanti avevano paura di fare questa fine e invece tutto questo … non è bellissimo?
Eccoci qua vecchia Unione, siam qui per te!